Conversazioni medianiche tra viventi



Un libro di Ernesto Bozzano

conversazioni medianicheConversazioni medianiche tra viventi è il titolo della riedizione di un libro scritto da Ernesto Bozzano (1862-1943) comparso dal 1923 al 1925 a puntate nella rivista Luce e Ombra con il titolo di Comunicazioni medianiche tra viventi.
La scelta di un nuovo titolo è stata dettata soprattutto dal fatto che la messaggistica in questione è caratterizzata proprio dalla forma del dialogo. Il sottotitolo, Da mente a mente, riprende invece il titolo della monografia uscita postuma nel 1946 e curata da Gastone De Boni (1908-1986), fraterno amico di Bozzano.
Questa è l’edizione che è stata riproposta, perché riveduta, corretta e notevolmente ampliata dall’autore negli anni precedenti la sua morte, avvenuta nel 1943.

conversazioni medianicheNumerosi sono i casi documentati da Bozzano ed uno di questi l’ho già presentato in queste pagine. Lo studioso ha suddiviso i casi da lui raccolti in due categorie. La prima contiene quelli in cui i protagonisti si trovano in una stessa stanza, mentre la seconda contiene quelli in cui l’agente (cioè la persona che si manifesta) è lontano dal percipiente (colui che riceve il messaggio).
Per lo più le conversazioni medianiche avvengono all’insaputa dell’agente, che può essere in stato di sonno o di veglia. Inoltre l’agente può presentarsi spontaneamente – accompagnato da entità guida del medium che agisce come percipiente – o essere "chiamato" volutamente dal percipiente.

Le conversazioni medianiche di William Stead

conversazioni medianicheWilliam Stead (1849-1912), giornalista e sensitivo molto noto negli ambienti spiritisti inglesi, ha sperimentato proprio questa modalità di comunicazione in diverse occasioni. Solitamente riceveva tramite scrittura automatica messaggi spirituali da Julia Ames, un’amica defunta, che in uno di essi gli consigliò di fare delle prove per avere conversazioni medianiche con viventi. Così l’uomo ha iniziato a ricevere da amici inconsapevoli confidenze su fatti che mai gli avrebbero rivelato. Tuttavia qualche volta ha fatto prove con un’amica scrittrice, da lui chiamata Miss Summers. Ecco il resoconto di uno dei primi casi che ha visto coinvolti entrambi. Bozzano, nel riferirlo, dice che la donna: « rispondeva immediatamente agli inviti mentali di quest’ultimo [W. Stead], in qualunque luogo si trovasse, di giorno come di notte, iniziando conversazioni interessantissime perché esuberanti di prove d’identificazione personale».
Poi riporta la relazione scritta da William Stead per i Proceedings of the Society for Psychical Research.

Miss Summers e… il cardo

conversazioni medianicheUna volta, mentre la mia amica – che chiamerò Miss Summers – stava dettando un messaggio, io la interruppi bruscamente, domandando: «Siete proprio voi che scrivete con la mia mano, oppure sono io che converso con la mia subcoscienza?» La mia mano scrisse: «Vi proverò che sono realmente io che scrivo. In questo momento io siedo dinanzi al tavolo, e tengo fra le mani un oggetto che domani vi porterò in ufficio. Sarà come un piccolo dono che voi dovrete accettare da me. È l’immagine di un vecchio cardo&eaquo;. Risposi: «Come mai? Un vecchio cardo?» «Sì, proprio un vecchio cardo; esso rappresenta per me un grato ricordo della mia vita, ed è per questo che lo tengo molto caro. Domani ve lo porterò, e vi spiegherò meglio ogni cosa a viva voce. Oso sperare che lo accetterete».

conversazioni medianicheIl giorno dopo la mia amica venne in ufficio, e subito le chiesi se mi avesse portato qualche piccolo regalo. Rispose di no; ma che aveva realmente pensato di portarmelo, per quanto avesse finito per lasciarlo a casa. Allora chiesi in che consisteva, ed essa aggiunse che si trattava di un regalo talmente assurdo che non desiderava nominarlo. Io insistetti, e alla fine spiegò che si trattava di un pezzo di sapone! Io rimasi profondamente deluso per il supposto insuccesso, e glielo dissi. Ma essa, con sorpresa, replicò: «Strano davvero! Ogni cosa accadde come voi l’avete scritta su questo foglio, e si tratta proprio di un cardo, e per giunta di un vecchio cardo; il quale, però, è impresso sopra un pezzo di sapone; e ve lo porterò domani. Dovete sapere che il cardo rappresenta una parte importante nei ricordi della mia vita». E qui proseguì narrandomi l’incidente personale corrispondente a tale affermazione. L’indomani mi portò il pezzo di sapone, sul quale si scorge effettivamente impressa l’immagine di un vecchio cardo.

Prima di aggiungere al racconto considerazioni teoriche, Bozzano osserva che

conversazioni medianichenell’incidente in esame – come in altri occorsi con la medesima sensitiva – quest’ultima sarebbe apparentemente entrata in rapporto medianico con lo Stead durante lo stato di veglia; il che però non significa che l’incidente si sia svolto precisamente così. Anzitutto perché in nessuna delle esperienze in discorso vi erano testimoni che potessero accertarsi che la sensitiva non si era in quel momento assopita, […] poi, perché ove anche tali testimonianze esistessero, non avrebbero grande valore, visto che una persona può benissimo passare in condizioni di sonnambolismo vigile, senza che i presenti se ne accorgano.

Come si vede sono esperienze davvero interessanti e nuove ricerche su queste conversazioni medianiche tra viventi potrebbero probabilmente contribuire a capire qualcosa in più sui meccanismi della nostra mente. Pertanto Conversazioni medianiche tra viventi di Bozzano potrebbe essere un punto di partenza per chi voglia intraprendere una ricerca in questa direzione.

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Il libro

Conversazioni medianiche tra viventi. Da mente a mente di Ernesto Bozzano

Estratto del libro (Indice – Prefazione)

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Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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