Infestazioni e impronte psichiche


Spiriti o "impronte" lasciate dalla psiche?

L’ipotesi delle impronte psichiche si lega a quelle che sono definite infestazioni, fenomeni caratterizzati da manifestazioni fisiche di vario genere, come spostamenti di oggetti, apparizioni/sparizioni di oggetti, rumori vari che le accomunano ai poltergeist. Ciò che contraddistingue questi due fenomeni è che le prime sono legate ad un luogo, mentre i secondi sono legati ad una persona, definita persona focale. Altra distinzione tra loro è la durata: le infestazioni perdurano nel tempo, mentre i poltergeist si esauriscono in un tempo limitato (di solito poche ore, giorni o settimane, anche se si registrano delle eccezioni). In più, nei casi di infestazione si possono avere apparizioni di figure o particolari sensazioni.

Le impronte psichiche, analogamente a quelle fisiche, sarebbero tracce lasciate dalla psiche di persone che hanno compiuto ripetutamente dei gesti o provato forti sensazioni e/o emozioni in un determinato ambiente. Individui dotati di una certa sensibilità sarebbero in grado di percepire queste sensazioni o eventualmente visualizzare questi gesti (di forte intensità emotiva o legati alla quotidianità). A tale proposito queste percezioni/visualizzazioni rientrano in quella che Ernesto Bozzano, il noto ricercatore di ricerca psichica, ha definito psicometria di ambiente in analogia alla psicometria (entrambe sarebbero una sorta di chiaroveggenza nel passato).

Dalla sua opera I fenomeni di infestazione traggo esempi significativi, alcuni dei quali verificati da ricercatori della Society for Psychical Research e pubblicati nei periodici della società. Il primo caso, invece, è stato riferito da T.L. Nichols, nel libro Supramundane facts in the life of the rev. J. B. Fergusson, a lui personalmente noto.

La camera di una suicida

impronte psichicheUna signora di mia conoscenza divenne ad un tratto infelicissima per il semplice fatto di abitare in una casa comoda e piacevolissima; e il senso di depressione morale raggiungeva il massimo grado quando le avveniva di entrare nella camera migliore della casa; e se persisteva a rimanervi, si sentiva invasa da un impulso irresistibile di gettarsi a capofitto dalla finestra. Per converso, appena essa usciva nella strada, il senso di desolazione provato, col sèguito dei foschi pensieri e dell’impulso suicida, svanivano completamente; ma solo per ritornare bruscamente quando riponeva piede in casa. Ne derivò che la signora fu costretta a cambiare di casa.

impronte psichicheVenni informato del caso, ed essendo desideroso di chiarire il mistero, m’indussi a iniziare un’inchiesta sui precedenti abitatori della casa. Non tardai a sapere che da poco tempo era stata rilasciata da un signore la cui moglie, affetta da manìa suicida, erasi gettata a capofitto dalla finestra della camera migliore, rimanendo cadavere. Dovrebbe dirsi, pertanto, che si era prodotta una sorta di saturazione dell’ambiente, capace di venire trasmessa alla persona occupante la medesima camera, fino a provocare in essa la reviviscenza delle medesime sofferenze e dei medesimi impulsi suicidi.
Onde prevenire possibili obbiezioni, dichiaro che la signora in discorso era straniera nella città in cui trovavasi la casa, e che nulla sapeva circa i precedenti abitatori della medesima.

Una camera con un tragico segreto

L’episodio che segue è stato attentamente indagato, da F. Podmore e riportato da F.W.H. Myers nei Proceedings of the Society for Psychical Research ed è anche qui legato ad un tragico evento. Ne è stata protagonista una certa Ellen Wheeler – conosciuta personalmente da Podmore -, che così racconta.

impronte psichicheNell’estate del 1874 trasferimmo la nostra dimora nell’appartamento in cui attualmente abitiamo (106, High Street, Oxford). La casa era stata da noi presa in affitto qualche anno prima, ma l’appartamento in parola lo avevamo a nostra volta affittato. Scegliemmo per camera da letto quella sovrastante il porticato. La prima notte in cui vi dormivamo, mi svegliai di soprassalto alle ore 12.45 (in quell’istante suonavano i quarti all’orologio della chiesa), sentendomi invasa dall’impressione penosissima che nel soffitto della camera si nascondeva qualche cosa di orribile.

Non avevo idea di che si trattasse, ma l’impressione ossessionante mi toglieva il sonno; fino a che, dopo un’ora d’irrequietudine, mi decisi a svegliare mio marito per metterlo a parte dello stato in cui mi trovavo; ed egli mi diede a bere un bicchierino di liquore, ritenendo con ciò di rinfrancarmi. Ma io non pervenivo in alcun modo a scacciare l’impressione strana, e non mi fu possibile riprendere sonno. Sentivo che l’ambiente stesso della camera diveniva per me intollerabile, e mi recai nel salottino, dove rimasi fino alle ore 5. Restando lontana dalla camera da letto, ogni penosa impressione svaniva.

impronte psichicheNella notte seguente mi svegliai per la seconda volta alle ore 12.45 precise, in preda al medesimo sentimento inesplicabile ed orribile, ma con attenuazione nelle sofferenze morali; e per parecchie settimane di seguito, mi accadde ogni notte la medesima cosa, sempre alle ore 12.45, con persistenza dell’insonnia fino alle ore 5, ed incapacità di scacciare l’idea ossessionante circa un alcunché di orribile nascosto nel soffitto.
In conseguenza di tale stato d’animo e delle notti agitate ed insonni, la mia salute finì per risentirsene notevolmente; ciò che mi costrinse ad allontanarmi da casa e a recarmi da mio fratello a Cambridge, in cerca del necessario riposo.

Nel periodo in cui mi trovavo colà, venni informata che il soffitto della nostra camera da letto erasi sfasciato, e che il letto della camera soprastante era precipitato sul nostro. Ritenni pertanto sufficientemente giustificate le impressioni subbiettive da me provate, e più non vi pensai. Sennonché parecchie settimane dopo, venni a sapere che fra le travi del soffitto era stato rinvenuto il cadaverino mummificato di un bimbo, con la testa violentemente contorta. Evidentemente si trattava di un neonato ucciso e murato in quel luogo per nascondere il delitto. Mio marito mi aveva taciuto il fatto, temendone gli effetti sui miei nervi indeboliti.

(Il marito della relatrice, scrive confermando il racconto della moglie. Il Podmore volle anche procurarsi i giornali dell’epoca, nei quali rinvenne esatta notizia del cadaverino scoperto nel soffitto).

Sarebbe stato interessante capire il motivo dell’orario in cui la donna si svegliava (forse legato all’uccisione del bimbo o alla sua sepoltura?), ma Bozzano non lo dice. Probabilmente Podmore non fece ulteriori indagini.

Un amore torna dal passato

Katharine Bates, una ricercatrice di fenomeni psichici, è stata diretta protagonista di un caso che si ricollega alle impronte psichiche lasciate in un ambiente. In questa occasione non si è trattato di sensazioni, ma di un sogno ricorrente e insistente avuto durante un suo soggiorno a Cambridge, dove non si era mai recata. La studiosa, dopo aver svolto alcune indagini al riguardo, ne ha scritto a F.W.H. Myers, dicendo di aver avuto

impronte psichichesogni ricorrenti ed insistenti, che si riferivano a un uomo da me non più visto e di cui non avevo più sentito parlare da molti anni, ma che un tempo era stato lungamente e strettamente vincolato alla mia esistenza. Nel sogno lo vedevo a me vicino che mi rimproverava di non averlo sposato, non risparmiandomi allusioni ironiche sul fatto che avendolo respinto, mi trovavo come spostata nella vita. Parecchie volte mi ero svegliata e riaddormentata, ma sempre era emerso nei sogni il medesimo uomo, che aveva profferito le medesime parole.

impronte psichicheDurante un intervallo di veglia, io sentivo con tanta forza la presenza della sua personalità subcosciente, che gli rivolsi la seguente apostrofe: «Via di qua, lasciatemi in pace. Io non serbo per voi che sentimenti generosi; per voi che vi compiacete di venirmi a tormentare, provando con ciò che sarei stata infelice se vi avessi sposato. Nel nome della Santa Trinità, vi ordino di lasciarmi in pace». Dopo siffatta apostrofe, parve che la malefica influenza si attenuasse, e pervenni a riprendere sonno, che fu nondimeno penoso e agitato.[…]

Due volte ancora in quella settimana feci il medesimo sogno, sebbene con attenuazione di sentimenti penosi; tuttavia ne rimasi a tal segno angustiata che

si è decisa ad indagare se vi fosse qualche legame tra Cambridge, la pensione in cui si trovava e l’uomo. È venuta quindi a sapere che il collegio da lui frequentato trent’anni prima era nelle vicinanze e che la stanza in cui lei aveva dormito era stata data in affitto a lui da un proprietario precedente. Quest’ultimo, interrogato dalla Bates, lo ricordava, così come conosceva il nome del suo cane (particolare noto anche a lei).

I… "fantasmi" dei viaggiatori

Nel discutere l’ipotesi di psicometria di ambiente, che prevede che un luogo (all’aperto o al chiuso) rimanga impregnato delle sensazioni psichiche di chi vi si trova, Bozzano riporta per analogia ciò che Elizabeth Denton ha provato durante un suo viaggio. La donna è nota per aver effettuato esperimenti di psicometria, cioè di chiaroveggenza nel passato, sotto la guida del marito, ed era in grado di descrivere la storia (anche molto remota) di un oggetto a lei totalmente sconosciuto.
Durante una tappa del suo viaggio era in attesa del treno che l’avrebbe portata a destinazione insieme alla famiglia. Appena questi è arrivato, i passeggeri sono scesi per la prevista sosta per il pranzo ed Elizabeth ha cercato una carrozza dove sistemarsi, pensando che non ci fosse nessuno. Invece l’ha trovata affollata:

impronte psichichemolti dei viaggiatori si mantenevano seduti e immobili come se a loro fosse indifferente di trovarsi in quella stazione, mentre altri si preparavano a scendere; e questi io li vedevo confusamente. Il fatto mi parve strano; comunque mi preparavo a ridiscendere per cercarmi un altro carrozzone, allorché un ultimo sguardo rivolto all’intorno mi fece avvertita che quei viaggiatori indifferenti alle lusinghe della stazione di Joliet, andavano rapidamente perdendo di consistenza, fino a che si dileguarono. Avevo avuto il tempo di notare le sembianze e i costumi di taluni fra essi; e prendendo posto, attesi il ritorno dei viaggiatori, persuasa di rinvenire tra essi i prototipi delle forme da me visualizzate. E l’attesa non fu delusa: quando tornarono mi ritrovai dinanzi ai medesimi volti ed ai medesimi costumi.

A spiegazione del fatto, ha aggiunto «Io non credo affatto che le immagini visualizzate rappresentassero le individualità dei viaggiatori assenti; ritengo invece che i medesimi essendo rimasti molte ore seduti ai loro posti, abbiano irradiato intorno una sorta di fluido che si fissò in certa guisa nell’atmosfera, stampandovi le loro immagini».

Grazie alla sua particolare sensibilità la donna ha visualizzato quindi un passato, anche se recente, convalidando in qualche modo l’ipotesi di psicometria di ambiente, e anche quella delle impronte psichiche. Analogamente i casi precedentemente citati lo confermerebbero. Tuttavia non sembra che in tutti si possa parlare di uno stato altro di coscienza, come si riscontra in molti casi riconducibili alla psicometria di ambiente. A parte l’episodio di Katharine Bates, in cui le sensazioni provate sono avvenute durante il sonno, le percezioni descritte negli altri due casi sembrano essere state provate in stato di coscienza ordinaria.

Psicometria d’ambiente e impronte psichiche

In conclusione, quali ipotesi potrebbero spiegare questo tipo di eventi? Considerarli coincidenze? Può anche essere, ma quando si presentano in buon numero, questa affermazione è quantomeno da riconsiderare. Naturalmente l’ipotesi spiritica è da scartare, pertanto ciò che si può pensare è che si tratti di impronte psichiche e di chiaroveggenza nel passato. Per le prime non è semplice dare una dimostrazione della loro esistenza, mentre diversi esperimenti sembrano comprovare la chiaroveggenza, o meglio una percezione che vada al di là dei sensi comuni, cioè extra-sensoriale. Inoltre non è da sottovalutare quanto i protagonisti ignorano sia del luogo in cui avvertono particolari sensazioni come quelle qui riferite, sia della sua storia. Perciò queste restano le ipotesi possibili, fino a che non se ne trovi una migliore.

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Per approfondire

Ernesto Bozzano: I fenomeni di infestazione Tipografia Dante, Città della Pieve 1936

Cases, Journal the Society for Psychical Research, Vol. VII, pag. 282 (caso di K. Bates)

W. and E. Denton: Nature’s Secrets, or Psychometric Researches, Houlston and Wright, London 1863

F.W.H. Myers : Hallucinations, Proceedings of the Society for Psychical Research, Vol. III, pag. 154

T.L. Nichols: Supramundane facts in the life of the rev. J. B. Fergusson, F. Pitman, London 1865

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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