Parapsicologia: scienza o pseudoscienza?


Due libri dedicati a un controverso campo di ricerca

parapsicologiaCosa è la parapsicologia, una scienza come i suoi estimatori ritengono o una pseudoscienza? Il fatto è che chi non la ritiene una scienza si basa sulla confusione che regna in merito al suo campo di indagine. Purtroppo viene spesso accomunata a settori che nulla hanno a che fare con lei, perfino da parte di chi, tra gli scettici, se ne occupa. Certamente è facile confonderla con quello che scienza non è, perché i fenomeni di cui si interessa non hanno ancora una spiegazione razionale. Tra coloro che ritengono i fenomeni paranormali – termine non corretto, ma di facile comprensione – degni di essere indagati ogni tanto si sente la necessità di chiarire cosa fa la parapsicologia. Chi ne vuole sapere di più e magari intraprendere un percorso di ricerca in tal senso frequentemente non sa come districarsi nell’imponente mole di materiale pubblicato. Per di più, anche grazie a Internet, le informazioni sono diventate così numerose che non si sa come distinguere ciò che è valido. Per questo motivo voglio indicare dei libri che ne parlano e che sono stati scritti da chi ha molta esperienza in campo parapsicologico.

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Piero e Brunilde Cassoli

Si tratta di La parapsicologia (ed. Xenia, 2000) di Piero Cassoli (1918-2005) e Brunilde Cassoli (1926-2014) e di Parapsicologia (ed. il Mulino, 2007) di Massimo Biondi e Patrizio E. Tressoldi. I coniugi Cassoli per più di cinquant’anni hanno fatto parte attiva del Centro Studi Parapsicologici (CSP) di Bologna, associazione nata con lo scopo di studiare i fenomeni paranormali dal punto di vista scientifico e pertanto hanno tutte le carte in regola per parlarne. Massimo Biondi e Patrizio E. Tressoldi sono di una generazione successiva, ma alle loro spalle hanno una certa esperienza sia per studi teorici sia per indagini sperimentali. Le loro opere possono essere molto utili, perché si integrano e si completano, soprattutto per chi intenda fare delle ricerche parapsicologiche.

parapsicologiaI Cassoli enumerano l’ampia casistica dei fenomeni, da loro definiti come fenomeni psi. Per fare ciò dedicano un ampio capitolo ad essi, illustrandoli con alcuni esempi. In altri capitoli più brevi descrivono fenomeni di cui si occupa la parapsicologia come le mantiche, le apparizioni e i fantasmi, la psicometria, la psicofonia, i guaritori, le OBE (Out of Body Experience), le NDE (Near Death Experience), gli stati modificati di coscienza e i fenomeni fisici della medianità. Il linguaggio che usano è scorrevole e chiaro, in modo da fornire tutte le informazioni possibili ad un ampio pubblico. Pur parlando di studi di laboratorio non si soffermano molto sulle procedure utilizzate e sulle possibili spiegazioni teoriche.

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M. Biondi (sin.) – P.E. Tressoldi (des.)


Biondi e Tressoldi si rivolgono invece a coloro che hanno dimestichezza con il mondo scientifico, perché loro intento è dimostrare come la parapsicologia utilizza le stesse procedure, gli stessi metodi della scienza e quindi come tale deve essere considerata. Pertanto descrivono e discutono le ricerche di laboratorio e le analisi degli studi compiuti in determinati periodi e confrontati tra loro con metodi statistici. Come i Cassoli, anche senza accomunarli con un unico termine, i due studiosi indicano quali sono i fenomeni di cui la parapsicologia si occupa, parlando soprattutto di ciò che non rientra nel suo interesse. Tra queste annoverano ciò che è legato al sacro, a tecniche di divinazione o a certe attività psichiche dell’uomo.

Ritengo che entrambi i volumi siano necessari a chi desideri effettuare ricerca parapsicologica con serietà, perché, oltre a integrarsi forniscono il primo passo per ulteriori letture e approfondimenti. Come in altri settori del sapere, prima di muoversi è bene conoscere ciò che si intende indagare e questi libri sono un utile strumento per iniziare.

Purtroppo il libro dei Cassoli, pubblicato nel 2000, è di difficile reperibilità sul mercato, forse qualche copia se ne può trovare in ambito antiquario. Il volume di Biondi e Tressoldi, essendo stato pubblicato nel 2007, è di più facile reperibilità.

parapsicologia

I libri

Piero e Brunilde Cassoli: La parapsicologia, ed. Xenia, 2000.

Massimo Biondi e Patrizio E. Tressoldi: Parapsicologia, ed. il Mulino, 2007.

Gli autori

Massimo Biondi, medico, giornalista medico-scientifico, autore di Tavoli e medium, La ricerca psichica, Misteriose presenze, Trasformazioni.

Brunilde Cassoli, fondatrice del Centro Studi Parapsicologici (CSP) di Bologna al quale ha collaborato in molte attività; autrice insieme a Paola Righettini de Il sole nascosto sui primi cinquant’anni di attività del CSP.

Piero Cassoli, medico, fondatore e presidente del Centro Studi Parapsicologici (CSP) di Bologna, ha pubblicato vari libri e articoli relativi alla parapsicologia.

Patrizio E. Tressoldi ricercatore presso il Dipartimento di psicologia generale dell’università dove insegna; si occupa in particolare degli aspetti fenomenologici e fisiologici dell’intuizione.

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Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

5 Comments

  1. Eleutherion

    Vivissimi complimenti, “Sibilla”, per questa tua nuova iniziativa! :-)
    Comunque non sono molto d’accordo che la parapsicologia (e la scienza in genere) non sia (o comunque non debba essere) interessata all’investigazione del sacro.
    Per quale motivo?
    Siamo comunque di fronte ad eventi eterodossi, e chi li dovrebbe studiare, allora?
    I parapsicologi, anche i nomi più importanti, hanno ripetuto a pappagallo per decenni (e lo fanno ancora) che la metafisica è oggetto di fede, non di indagine scientifica alla quale interessa solo la fisica: come se si potesse mettere un paletto con su scritto “qui finisce la fisica ed inizia la metafisica”!
    E dove andrebbe collocato, questo paletto, e con quanta arbitrarietà?!
    Se metafisica significa, come sta a significare, un concetto di fisica più allargato, allora ci siamo già dentro, anzi forse siamo proprio agli albori di una nuova fisica.
    Quindi non vedo perché creare questa barriera, che somiglia molto più ad un dogma filosofico che ad una prospettiva scientifica.
    Molto verosimilmente non arriveremo mai a conoscere tutto, d’accordo.
    Ma la nostra conoscenza potrebbe andare anche molto in là, molto più in là di quanto oggi stesso riusciamo ad immaginare: chi può escluderlo?! 😉

    Reply
    1. Magicamente colibri
      Magicamente colibri

      Grazie Andrea per questo commento.
      Spero ci possa essere una discussione in cui coinvolgere altri. Intanto ti rispondo io per quello che ho capito leggendo le due opere.
      Per quanto riguarda il sacro credo che intendano escludere tutte quelle forme rituali che nulla hanno a che fare con la ricerca. Pensa solo alle guarigioni, in molte culture sono legate a riti sacri e questi la parapsicologia intesa come studio scientifico di certi fenomeni non li studia certo.
      Ciò che non interessa è l’interpretazione dal punto di vista del sacro. Così come la medianità da alcuni non è considerata perché legata a comunicazioni spirituali.
      Per questo aspetto, però concordo con te. Nel senso che le rivelazioni che fanno i medium possono essere studiate, anche se non interpretate come segno di prove di sopravvivenza. Mi spiego meglio. Alcuni ricercatori, come Julie Beischel e Gary Schwartz fanno studi in questo senso. Raccolgono le affermazioni dei medium e con varie procedure fanno le opportune verifiche che non siano frutto di frodi consce (o inconsce). Se risultano vere, cioè quello che è stato rivelato non è dovuto a conoscenze precedenti da parte dei medium, allora si può pensare che qualcosa di particolare ci sia. Di qui poi a dire che provengano da entità spirituali non è immediato. Perché potrebbe essere una particolare capacità del medium di conoscere cose, fatti a lui ignoti per le vie normali.
      Tu parli di paletti, ma vedi, io ritengo che la scienza abbia dei limiti oltre i quali non può andare. Puoi fare solo speculazioni, non indagini. Certo la fisica che si occupa del microcosmo rasenta il metafisico, e molte affermazioni sono davvero intriganti e ricordano certe rivelazioni medianiche. Pertanto si potrebbe anche dire che si va oltre la fisica, oltre la scienza, perché a quel punto non è sufficiente a spiegare determinate realtà. Quindi è in questo senso che va interpretata l’affermazione dei parapsicologi. Però, certo, io li interpreto, sarebbe bello potessero rispondere loro.
      Mi auguro che altri partecipino a questa discussione, non perché si arrivi a una conclusione, ma per potersi confrontare. Grazie ancora Andrea.

      Reply
  2. Ridi Umberto

    Sono d’accordo con le vostre riflessioni e anche a me risulta difficile immaginare dei paletti che possano definire dove finisce la scienza e dove inizia la parapsicologia. Ancora di più mi riesce difficile definire “il sacro” scindendolo dal contesto dei fenomeni.
    Non credo che la ritualità ne possa essere il segnale, anche perchè tutte le ricerche umanistiche hanno avuto sempre bisogno di ritualizzare il senso di quello che si intendeva indagare. Così nasce la seduta medianica per uno spiritismo che, a ben vedere, indica principalmente un’apertura al trascendente, nascono le carte Zener con modalità specifiche o il pendolino, o la bacchetta del rabdomante ecc.
    Il problema, secondo me, è proprio quello che volendo mettere dei paletti o volento inquadrare un fenomeno lo si limita e svilisce.
    Infatti see si osserva un fenomeno (qualunque fenomeno) con un pregiudizio (in senso positivo), cioè con un ipotesi pregiudiziale derivata da un’idea che si vuole verificare, è certo che si troveranno degli aspetti che confermeranno quell’idea.
    Ma questo non vuol dire che il fenomeno è spiegato, perchè altre idee e altre ipotesi, potrebbero evidenziare altri aspetti che non erano presi in considerazione da un pregiudizio diverso.
    Voglio dire che quando si cerca di capire cosa sia o da cosa derivi un fenomeno medianico che trascende le conoscenze già acquisite, si cercherà di inquadrarlo attraverso il già conosciuto; cioè si ridurrà e si limiterà nell’idea e nelle conclusioni.
    Così, un’apertura trascendentale della mente e dell’emotività, in religione diventerà un’estasi o un contatto con Dio; in medicina diventerà una caso neurologico di sovraccarico sensoriale; in psicologia una compensazione con “un’esperienza di vertice” allucinatoria, e in parapsicologia si appoggerà a tutte una serie di indirizzi che vanno dallo sdoppiamento in corpo astrale, alla veggenza, alla telepatia e infine alla medianità.
    Ecco che il pregiudizio crea schemi per una necessità di indagine che, però, non potranno mai spiegare il fenomeno nel suo complesso, proprio perchè siamo nel campo del trascendente, cioè del superamento di ogni schema della mente e delle conoscenze attuali, per non parlare di quelle che impongono le religioni.
    Purtroppo la medianità rimane un mistero che soltanto uno studio attento e libero da ogni idea preconcetta, potrà portare alla luce con tutto il vasto mondo dell’uomo, come psiche, anima e spirito.

    Reply
    1. Magicamente colibri
      Magicamente colibri

      Le tue osservazioni sono giuste.
      Io posso solo dire che comunque si indaghi è necessario porre dei limiti, con la consapevolezza che questi possano essere eliminati per ulteriori studi. In ogni caso la realtà che viviamo è essa stessa limitata e limitante. Per di più la scienza, per sua definizione, studia il mondo fisico ponendosi perciò un confine di ricerca. Ciò che è al di là del fisico non è di sua pertinenza e comunque non è in grado né di negare né di affermare che esista qualcosa di diverso dalla materia. Una cosa diversa dalla scienza – e quindi avrà diverso nome – potrebbe allargare gli orizzonti e vedere se esiste altro oltre alla materia.
      Prima di chiudere il mio intervento, voglio ringraziarti, perché mi hai fornito una prospettiva diversa della scienza: come nelle religioni anche la scienza ha i suoi riti, e sono gli esperimenti, ma gli intenti sono diversi. Nei primi si vuole comunque ottenere un certo risultato, nella seconda, si vuole capire ciò che succede e anche se ci si aspetta un risultato, si è consapevoli che se ne può avere un altro.

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  3. Magicamente colibri
    Magicamente colibri

    Grazie, Umberto, per questo tuo intervento, che immaginavo avresti fatto. Se non ti dispiace, risponderò domani. Stasera sono un po’ stanca e non ho la lucidità per farlo.

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