Inchiesta sulla medianità nel pensiero dei ricercatori degli inizi del 1900




La medianità e i suoi fenomeni sono reali? E l’ipotesi spiritica è scientifica?

Un’inchiesta su come alcuni ricercatori la pensassero riguardo alla medianità e ai fenomeni medianici è stata condotta poco meno di un secolo fa su Luce e Ombra, una delle prime riviste italiane dedicate alla ricerca psichica. L’artefice di questa indagine, Oreste Pafumi – preside di una scuola media (oggi si direbbe "primaria") di Catania -, nel marzo del 1924 ha inviato ad un buon numero di studiosi una lettera in cui chiedeva di rispondere a due quesiti.
Le numerose persone interpellate da Pafumi sono sia studiosi conosciuti nella storia della ricerca psichica, sia individui interessati all’argomento. Tutti hanno fornito risposte interessanti – sintetiche o articolate – che sono poi state pubblicate nell’arco di tre anni su Luce e Ombra e delle quali ne riporto alcune, raggruppandole in base alle domande poste da Pafumi.

Natura e causa dei fenomeni medianici

Domanda – I fenomeni medianici sono effetto di semplice allucinazione, o sono fenomeni obbiettivi, biologici, dipendenti esclusivamente dall’organismo del medium e degli sperimentatori; oppure sono determinati in tutto o in parte dall’intervento di forze ignote estranee all’automatismo psichico del medium ed agenti fuori l’orbita dei poteri biodinamici degli astanti?

In merito a questa prima domanda ecco la risposta di Vittorino Vezzani, direttore dell’Istituto Zootecnico di Torino, oggi noto come Istituto Sperimentale per la Zootecnia. Laureato in filosofia, era agronomo ed ha insegnato alla facoltà di Agraria a Torino.

inchiestaI fenomeni medianici non sono effetto di semplice allucinazione, ma fatti reali rilevabili coi sensi ordinari e controllabili con i mezzi scientifici di riproduzione (fotografia, ecc.) e di misura (bilancia, ccc.). Essi dipendono certamente in gran parte dall’organismo del medium e degli sperimentatori, ma non è improbabile che possano essere determinati dall’intervento di forze ignote estranee all’automatismo psichico del medium e degli astanti.

Albert Freiherrn von Schrenck-Notzing, psichiatra e psicologo tedesco, ha condotto diverse esperienze con alcune note medium, come Eusapia Palladino e Marthe Béraud (nota anche come Eva Carrière). Pertanto la sua risposta è dovuta alle osservazioni e ai controlli sui fenomeni medianici cui ha potuto assistere. Un classico della letteratura del settore è la sua opera sui fenomeni di materializzazione di cui è stato testimone e che ha documentato con numerose fotografie.

inchiesta
I cosiddetti fenomeni fisici della medianità non sono effetto di allucinazione, perché i fenomeni telecinetici producono nelle cose cambiamenti oggettivi. Se, p.e., vengono mossi i tasti di una macchina da scrivere, i segni della scrittura che restano sulla carta dimostrano la realtà del procedimento materiale. I fenomeni teleplastici (materializzazioni) sono stati in centinaia di casi fotografati, così che l’ipotesi dell’allucinazione manca di qualsiasi fondamento.
I fenomeni fisici medianici si basano su una emissione non ancora definita di energie vitali dell’organismo e non hanno alcun rapporto coll’azione di entità extracorporee.

inchiestaAnche Charles Richet – medico e fisiologo francese -, forte delle sue diverse partecipazioni a sedute medianiche in cui si sono verificati fenomeni fisici di vario tipo, nella sua sintetica risposta dichiara che «I fenomeni medianici sono reali, e non possono essere attribuiti ad un’allucinazione». Analogamente, René Sudre, direttore della Biblioteca Internazionale di Scienze Psichiche, così si esprime in merito: «Essi hanno una realtà obiettiva. Dipendono dalla presenza d’un medium e sono dovuti a forze dirette da personalità temporanee formate nella subcoscienza dei viventi. Essi non sono niente affatto assimilabili a fenomeni biologici. Si spiegano con l’ideoplastia, cioè l’azione diretta dello spirito sulla materia».
Un altro medico, Luigi Romolo Sanguineti, operante alla Facoltà di Medicina di Parigi, così risponde:

I fenomeni metapsichici sono obbiettivi, biologici, controllabili col metodo sperimentale. Penso che dipendano sovra tutto dall’organismo disgregabile, speciale, del medium, in unione o no allo psichismo degli sperimentatori.
Ma molti fatti mi inducono a credere che il medium, se è potente, possa, oltre alla sua rivelazione endogena di irrefrenabili dinamismi nuovi, essere il ricettatore e il rivelatore sensibilissimo di altrettanti e maggiori dinamismi esistenti fuori di lui, oggi del tutto ignoti, nei quali la Materia appare con nuove leggi. Ma questi dinamismi liberi li ritengo sempre d’ordine cosmico.

Charles Lancelin, scrittore e magnetizzatore, fornisce una «risposta secondo la mia convinzione personale in seguito a cinquant’anni di osservazioni e di esperienze personali.
I fenomeni detti medianici, spiritici o metapsichici provengono da quattro cause diverse:
a) la frode, per circa 3/10; b) l’allucinazione, per auto o etero suggestione, per circa 1/10; c) le energie animiche incoscienti del medium o degli assistenti per circa 3/10; d) l’intervento di forze intelligenti esterne, per circa 3/10
»

La scientificità dell’ipotesi spiritica

Domanda – Ammessa la realtà dei fenomeni in parola l’ipotesi spiritica può essere accettata e vagliata al lume delle scienze sperimentali o si deve essa assolutamente rigettare come antiscientifica?

Riguardo a questa domanda, Vittorino Vezzani risponde:

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L’ipotesi spiritica non può essere esclusa a priori dal campo delle scienze sperimentali e va saggiata alla prova dei fatti come tutte le altre ipotesi. Se le si toglie il suo modo di presentazione più semplicistico, che attribuisce ogni fatto psichico supernormale alle anime dei defunti, non è escluso che tale ipotesi possa essere invocata per la spiegazione di un limitato numero di fatti.
Personalmente ritengo che alla spiegazione dei fenomeni medianici e di quelli metapsichici in genere meglio si attaglino quelle ipotesi, ancor poco usate dagli scienziati, che fanno capo ai concetti dell’occultismo e del misticismo tradizionale, riveduti secondo le esigenze della indagine moderna.
Stimo, però, doveroso per gli uomini di scienza di far uso di questi tipi di ipotesi di lavoro con la massima cautela e solo quando le altre – basate sulle ordinarie nozioni fisiche e psicologiche – facciano difetto.

Schrenck Notzing afferma che:

inchiestaQuantunque i processi oggettivi della medianità si possano spiegare senza l’ipotesi spiritica, pure tale teoria, specialmente in riguardo ai fenomeni psichici, non può passare, dal punto di vista filosofico, come antiscientifica, mentre al contrario le manifestazioni spiritiche in voga generalmente fra il pubblico colle loro pratiche negromantiche si mostrano al massimo grado antiscientifiche e riprovevoli.

Molto sintetica ma esauriente la risposta di Charles Richet: «L’ipotesi spiritica non è affatto antiscientifica. Essa però non è in alcun modo provata. Ecco tutto. Ma provvisoriamente la si può ammettere come ipotesi di lavoro». Così come quella di René Sudre: «l’ipotesi della sopravvivenza non mi sembra ancora dimostrata dai fatti. Ma essa non è assurda, a condizione di rinunciare all’idea spiritica d’una personalità indivisibile ed immortale».
Charles Lancelin, dopo aver suddiviso la natura dei fenomeni medianici, prosegue dicendo:

inchiestaIn tali condizioni l’ipotesi spiritica non soltanto è ammissibile, ma deve essere accolta, in quanto presenta una obbiettività scientificamente stabilita con l’espressa condizione di essere liberata da tre cause d’ errore (frode, allucinazione e animismo) che fanno cadere un ingiusto sospetto sui fenomeni che innegabilmente le sono propri. Questa la ragionata convinzione, non di uno spiritista, ma di uno sperimentatore senza qualifica, senza partito preso, e che in questi studi ed esperienze non ha mai cercato altro che la verità, qualunque essa sia.

Luigi Romolo Sanguineti, precisa, invece, che «Per discutere l’ipotesi spiritica bisognerebbe prima rigorosamente intendersi sul significato che si dà alla parola spirito.
Ma se si vuol indicare con essa il sopravvivere di una individualità umana dopo la morte, con quella che fu la sintesi psico-sensoriale della sua vita, penso che l’ipotesi spiritica sia antiscientifica
».

Osservazioni finali

Certamente le risposte ottenute in questa inchiesta non esauriscono l’argomento, ma fanno intravedere uno spaccato delle idee degli studiosi all’inizio del 1900. Tra quelle scelte sembrerebbe che non ci siano risposte dissenzienti o critiche, cosa che non è. Ho omesso quelle più critiche perché nella maggior parte sono lunghe e articolate e purtroppo lo spazio di un blog non ne permette la pubblicazione (lo si può fare riprendendo integralmente solo una o due risposte). Ne segnalo comunque la presenza per obiettività e correttezza di informazione. Riporto però le considerazioni di Oreste Pafumi che, a inchiesta conclusa, ha analizzato le affermazioni dei suoi corrispondenti alla fine della loro pubblicazione.

inchiestaI pensatori che hanno risposto al mio questionario, in linea di massima, possono suddividersi in quattro categorie:
1 – Gli scettici irreducibili: negano in massa i fenomeni, per essi tutto è ciurmeria, tutto è frode, tutto è allucinazione.
2 – I metapsichisti propriamente detti o scientifici: si tengono strettamente avvinghiati alle bande della scienza ufficiale, da cui non vogliono assolutamente staccarsi, ritengono che tutto possa spiegarsi con forze biologiche agenti esclusivamente nell’orbita del medium e degli sperimentatori; tuttavia alcuni di essi non escludono in modo assoluto la tesi spiritica: l’ammettono come ipotesi di lavoro.
3 – I metapsichisti a tendenza spiritualistica: ammettono il mondo spirituale, la sopravvivenza, un ambiente trascendentale, ma con concezioni diverse da quelle propugnate dallo spiritismo.
4 – Gli spiritisti, che a loro volta possono suddividersi in due rami: gli aderenti allo spiritismo scientifico ed i propugnatori dello spiritismo dottrinario.
Si potrebbe aggiungere un’altra categoria, quelli cioè che non prospettano ipotesi induttive o deduttive, ma espongono soltanto i fatti preoccupandosi esclusivamente della loro realtà ed obbiettività: ritengono che il periodo esplicativo sia ancora lontano e si limitano quindi ad una descrizione tassinomica.

E aggiunge:

inchiestaLe quattro categorie su prospettate ci autorizzano senz’altro alle seguenti irrefragabili conclusioni.
1 – Esistono fenomeni medianici, la cui obbiettività è scientificamente e positivamente accertata: l’accordo su ciò è categorico, completo, assoluto.
2 – È possibile, fino a un certo punto, inquadrare la svariata e multiforme fenomenologia metapsichica nell’ambito della biologia classica, spostandone adeguatamente i confini.
3 – I nostri comuni concetti circa il parallelismo psico-fisico debbono essere seriamente e positivamente riesaminati.
4 – Rimane un piccolo residuo di fatti ricalcitrante assolutamente a qualsiasi interpretazione biologica, e per cui gli scienziati si riservano il giudizio, in attesa di nuovi e più probanti esperimenti.
5 – La tesi della sopravvivenza non è assurda, non è antiscientifica, ma non è neppure provato ch’essa sia vera: la si può ammettere provvisoriamente come ipotesi di lavoro.

inchiestaOggi l’approccio alla medianità e ai suoi fenomeni è molto diverso, in quanto i fenomeni medianici che prevalgono sono soprattutto di tipo intellettivo (con la dispensazione di messaggi spirituali di insegnamento o di tipo personale-familiare). Poche sono le testimonianze di manifestazioni fisiche. Fanno eccezione alcuni casi conosciuti ad un grande pubblico, come quello del Gruppo di Scole che ha operato in Gran Bretagna tra il 1993 e il 1998, o altri meno noti. Lo studio della medianità, perciò, si basa soprattutto sulle modalità delle comunicazioni medianiche e sull’analisi del loro contenuto. Un esempio di ciò sono gli studi compiuti da diversi anni da Gary Schwartz e Julie Beischel negli Stati Uniti.
Tuttavia lo scenario delle opinioni in merito ai fenomeni medianici non è molto cambiato da un secolo a questa parte, perché se si effettuasse un’inchiesta analoga si troverebbero risultati simili. Ciò che forse potrebbe essere diversa, è la percentuale di chi ammette la loro realtà e l’opportunità di un loro studio. Ma si sa, come altri aspetti della vita dell’uomo l’interesse scientifico per questi fenomeni subisce fasi alterne di gradimento. Oggi la maggior parte dei ricercatori infatti non li ritiene degni di attenzione. Ciò potrebbe essere anche positivo se, proseguendo altre strade, queste ultime riuscissero poi a portare ad un nuovo approccio all’indagine dei fenomeni medianici.

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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