Gioia Turoldo Malnis (1950-1993), donna forte e profondamente spirituale, ha avuto una vita molto sofferta a causa di una malattia che l’ha portata all’immobilità. Nonostante ciò, ha espresso i suoi pensieri in diverse poesie, la maggior parte delle quali riguarda la sua disabilità. In alcune traspare il suo dolore, in altre invece, la convinzione che con la morte non tutto finisce, in altre ancora l’amore per il suo compagno di una vita.
Le poesie presentate qui sono complementari, perché rappresentano due aspetti della comunicazione. In una, Incomunicabilità, vi è la raffigurazione del mondo come una Torre di Babele, che ci porta a vivere in solitudine. Nell’altra, Ci comprenderemo, vi è l’affermazione che, una volta staccati dalla vita materiale e proiettati in quella spirituale, ci parleremo, anche senza voce, e ci comprenderemo.
Incomunicabilità
La "Torre di Babele"
è questo mondo.
Anche se continuiamo
a studiare sempre più lingue
ognuno parla e ascolta
la sua lingua.
Tanti partiti in un partito,
ma democrazia resta democrazia,
libertà è e resta libertà.
Le famiglie,
piccole torri di Babele,
e ognuno,
anche se conosce
molti idiomi
è sempre solo
con se stesso.
Ci comprenderemo
Finiti gli affanni
in questo mondo,
noi ci ritroveremo
nell’infinito,
per l’eternità.
Senza voce,
senza voce ci parleremo
e, finalmente,
ci comprenderemo.
Tratto da: Rose rosse, Associazione Culturale Umanitaria “Gioia Turoldo Malnis”, Udine
Iscriviti alla Newsletter
Se vuoi essere aggiornato ogni volta che è pubblicato un post, iscriviti alla Newsletter generale che trovi nella colonna a destra della pagina