Uomini trasparenti sono l’oggetto di un racconto (tratto da Favole al telefono) e di una filastrocca (tratta da Il libro degli errori) di Gianni Rodari, di cui si sono appena conclusi i festeggiamenti per il centenario della nascita (ma ricorrono anche i quarant’anni dalla morte).
In realtà i protagonisti della filastrocca sono uomini di vetro, mentre il protagonista del racconto è Giacomo, un bambino «di carne e di ossa», ma trasparente.
Gianni (Giovanni) Rodari è noto per i suoi scritti dedicati ai bambini, ma, come ho affermato in altri articoli, è da ritenersi un autore per tutti. Infatti nei suoi scritti ha raccontato spesso situazioni e/o ha fatto affermazioni – più o meno evidenti – che fanno riflettere.
In particolare, nella filastrocca Rodari descrive degli uomini che, essendo trasparenti, sono incapaci di «bugie e tradimenti» e in grado di leggere il pensiero altrui. Tuttavia, dato che «una buona chiacchierata è sempre una bella festa», quegli uomini si tengono un cappello in testa quando desiderano parlare senza leggere immediatamente il pensiero dell’interlocutore.
Nel racconto, invece, la situazione del bambino è particolare. Intanto nel suo ambiente è un unicum, che, però, non viene isolato per la sua diversità. Anzi, è benvoluto e amato da tutti per la sua incapacità di mentire. Appena tenta di farlo, si forma «una palla di fuoco dietro la sua testa»; analogamente, se qualcuno gli confida un segreto, «una palla nera rotola nel suo petto».
Un giorno, tuttavia, il pregio di essere così trasparente diventa un pericolo per lui. Infatti, dire la verità non paga quando chi sale al potere cerca di imporre la "sua verità" e di far tacere ogni voce dissenziente. Così, quando un dittatore sale al governo, Giacomo viene imprigionato. Ma la verità non può essere repressa, perché è «più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano».
Come si vede due scritti che fanno riflettere e meditare sulle parole, che, pur usate in maniera leggera e divertente, sono pregne di significato.
Nota – L’immagine di copertina dell’articolo è quella del padparascha, una varietà del corindone (ossido di alluminio) e della famiglia degli zaffiri. A Ceylon dicono che chi lo indossa non riesce a dire bugie mentre chi incontra una persona che lo indossa non può dirle. Dato che gli uomini di vetro e Giacomo non possono dire bugie, questa pietra ben li rappresenta.
Gli uomini di vetro
Voce e Video di Adele Grotti
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Giovannino Perdigiorno,
viaggiando avanti e indietro,
capitò nel Paese
degli uomini di vetro.
Era vetro di Murano,
di prima qualità,
soffiato a regola d’arte
da bravi artisti… ma
bastava una stretta di mano
a far succedere un guaio.
"Crick", si sentiva. E subito:
«Chiamatemi il vetraio».
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In compenso quegli uomini
erano trasparenti.
Con loro nessun pericolo
di bugie e tradimenti.
Potevi vedergli il cuore
scrutarne i pensieri:
quelli buoni erano bianchi,
quelli cattivi, neri.
Per parlare tra loro,
si levavano il cappello
e senza neanche aprire bocca
si leggevano nel cervello.
Qualche volta il cappello
lo tenevano in testa,
perché una buona chiacchierata
è sempre una bella festa.
Giacomo di cristallo
Voce di Stefano Accorsi
Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua. Era di carne e d’ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente. Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.
Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie.
Un’altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale.
Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli faceva una domanda, prima che aprisse bocca.
Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava "Giacomo di cristallo", e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.
Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi. La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze.
Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza.
Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione. Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri. Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire. Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.
Per approfondire
Gli uomini di vetro – Voce e video di Adele Grotti
Giacomo di cristallo – lettura di Stefano Accorsi
Gianni Rodari: Favole al telefono, ed. Einaudi
Gianni Rodari: Il libro degli errori, ed. Einaudi
Gianni Rodari: I viaggi di Giovannino Perdigiorno, ed. Einaudi
Gianni Rodari, le favole e i bambini (video)
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