Come spiegare eventi non voluti e che coinvolgono più persone?
Quando accadono eventi – di solito dolorosi – che coinvolgono un piccolo gruppo, una società, una o più nazioni dopo un immediato sentimento di dolore, di sconcerto, di partecipazione, tutti ce ne chiediamo il senso, cercando di darci delle risposte.
A questo riguardo François, una delle entità manifestatasi al Cerchio Firenze 77 attraverso la medianità di Roberto Setti, aveva parlato di karma collettivo, affermando che «Quando vi sono degli avvenimenti che coinvolgono un’intera nazione, se non addirittura più nazioni, […] questi fanno parte del piano generale e serve a consumare molti karma individuali, a dare certe esperienze necessarie a moltissime creature. Quindi è una cosa che non può essere elusa».
Il karma è la legge di azione-reazione, di causa-effetto e presuppone la possibilità della reincarnazione. Pertanto questi eventi sono in qualche modo dei mezzi per innestare una reazione in chi li subisce in modo da acquisire la comprensione di ciò che – forse in una precedente vita – non ha compreso oppure ha provocato con il suo comportamento o con le sue parole.
Infatti
Questo fenomeno di massa ha poi un valore nei riguardi del singolo, perché nell’ambito di tale fenomeno di massa nessuno v’è che patisca ingiustamente; e chi avesse una sofferenza, la deve ad una causa antecedentemente mossa, che ora ricade perché ora egli è pronto a ricevere l’effetto, e perché nel fenomeno di massa si sono create le condizioni favorevoli perché questo effetto si produca con vantaggio di tutta la collettività e non soltanto del singolo.
Veramente tutto quanto accade all’uomo è frutto delle sue scelte, oppure ci sono delle cose inevitabili? Per rispondere a questo interrogativo dovremmo fare un’analisi molto approfondita; però, come tutte le cose complesse vanno affrontate con semplicità, così anche questa possiamo affrontarla semplicemente, e, girandoci attorno, osservare.
Noi vediamo che, anche nella vita personale, spesso dobbiamo subire le conseguenze delle cose che facciamo. Però ci sono degli avvenimenti che, oltre che imprevisti, vengono certamente non richiesti, assolutamente non promossi volontariamente. Questo ci fa meditare e dire: «ma perché mi accade questa cosa? lo non l’ho voluta!».
Insomma, dal complesso dell’esame dei fatti non possiamo che giungere alla conclusione che ci sono degli appuntamenti, nella vita di ogni uomo, ai quali l’uomo non può mancare. Questo però non significa che bisogna avere una visione completamente fatalistica della propria esistenza.
In modo analogo, anche la storia generale degli uomini vede degli appuntamenti che non possono essere assolutamente mancati dall’umanità. Gli orientali direbbero che sono i karma collettivi: quegli avvenimenti, cioè, che accomunano nell’esperienza molte creature, se non addirittura, a volte, quasi tutta l’umanità. I karma collettivi sono quegli appuntamenti che non possono essere mancati proprio perché riguardano un numero enorme di uomini.
La guerra è uno di questi appuntamenti. Dire quindi «speriamo, preghiamo perché la guerra non ci sia», che senso può avere se la guerra è in ogni caso una di quelle cose che, se deve avvenire, non può essere mancata, stornata?
Ebbene, seppure certe cose non possono essere allontanate – e questo riguarda anche la vita di ognuno – tuttavia il fatto che ognuno di noi cerchi, desideri, abbia l’intenzione che quella cosa dannosa non avvenga, ha un profondo significato, in quanto manifesta nell’intimo di ogni uomo uno slancio di altruismo, di amore e di premura per i suoi simili che, se mancasse, segnerebbe una grave carenza.
Il pregare, il manifestare, qualunque azione di questo genere, di promozione verso la pace, con la preghiera e con la manifestazione o con quello che volete, segna qualcosa di veramente profondo nell’intimo di chi sente e fa questo. Ed è una cosa preziosa anche se, lo ripeto, tale azione di promozione non ha, sul piano concreto, l’effetto sperato, essendo la guerra uno di quegli avvenimenti segnati che nessuno può stornare. Ma quello che conta non è tanto ciò che l’uomo riesce a costruire all’esterno di sé, quanto quello che invece riesce a costruire nell’intimo suo. E questo pregare, adoprarsi affinché le cose volgano nel modo migliore e favorevole all’umanità, è una di quelle cose che dobbiamo trascrivere dentro di noi.
Voi ignorate o trascurate la grande unione che c’è fra tutti gli esseri. Per esempio, voi fate parte di questa civiltà, condividete volenti o nolenti certi principi, ma per la maggior parte volenti, o perlomeno non avete la forza di combattere neppure come opinione personale certe cose che non vanno bene, vi limitate a constatare che certe cose sono ingiuste però continuate a fare la vostra vita dimenticando quello che non va. Ecco, logicamente voi siete coinvolti nel karma conseguente delle cose che non vanno, voi partecipate logicamente al karma di questa società.
Un altro esempio sono le persone che muoiono nello stesso aereo, nello stesso treno o nave perché c’è tra loro un profondo legame. È tutto un intreccio impossibile a seguirsi individualmente. È bella l’immagine degli orientali secondo cui il karma è come una corda formata da tanti, tantissimi fili, tantissime cause. E questo a livello individuale, a livello familiare, a livello di popolo, di nazione e via dicendo.
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Stupenda idea quella di pubblicare qui e poi contestualmente condiviso su fb, questo passo famoso e attualissimo, altamente chiarificatore, assieme alle note e commenti di Ridi di questi ultimi dieci giorni sui tragici argomenti-eventi.Purtroppo. Grazie.
Ho ritenuto necessario pubblicarlo per osservare da un punto di vista spirituale non solo gli eventi recenti, ma tutti quelli che coinvolgono un gruppo e sono indipendenti dalla loro volontà.