L’amore verso il prossimo
La fraternità, l’amore verso il prossimo è argomento delle ultime parole di una comunicazione medianica di Dali, entità manifestatasi al Cerchio Firenze 77 tramite la medianità di Roberto Setti. In un periodo come questo in cui sembra che l’amore verso gli altri, e cioè la fraternità, sia dimenticato, credo che queste parole siano ciò che ci vuole per farci comprendere questo sentimento. Con la sua voce dolce, Dali afferma che la fraternità nasce dalla consapevolezza che non vi è alcuna differenza tra noi e il nostro prossimo, se non nella diversa fase di evoluzione spirituale di ognuno. Precisa, però, che questo non significa che un individuo sia più o meno evoluto di un altro, non c’è superiorità o inferiorità, ma diversa fase di evoluzione: c’è chi può aver compreso una parte di realtà e c’è chi ne ha compresa un’altra, mentre il primo ancora deve farlo.
Le parole di Dali credo siano le più appropriate non solo per questo speciale periodo storico ma anche per l’avvicinarsi della Pasqua. Per il cristianesimo Gesù si è sacrificato per l’umanità, dimostrando in questo modo ciò che può la forza dell’amore verso gli altri. Non è certo necessario giungere a questo, basta solo soffermarsi e capire che l’altro da noi sta vivendo una vita in cui deve fare esperienze diverse dalla nostra e il suo ruolo nella nostra realtà quotidiana deve essere visto sotto questo aspetto. Se osserviamo nella giusta prospettiva le vicende e i comportamenti altrui potremmo arrivare ad amare il nostro prossimo e a dare il giusto senso alla parola fraternità. Non è certo semplice, ma cerchiamo di provarci, per «il raggiungimento dell’intima convinzione che in Realtà siamo un solo essere».Alla luce di questo, se leggiamo bene le parole di Dali e delle altre entità, poi, riusciremo a comprendere il senso che il bene, il male, l’amore, l’odio, il dolore, il piacere hanno nello spazio-tempo.
La fraternità
Da ciò che abbiamo detto risulta che l’amore al prossimo e gli alti insegnamenti della morale hanno una spiegazione logica, prima che un’ispirazione mistica[…] L’amore al prossimo è qualcosa di più che un semplice precetto, utile alla convivenza degli uomini. è il raggiungimento dell’intima convinzione che in Realtà siamo un solo essere e se in Realtà siamo un solo essere, allora la vita di ciascuno non può essere volta ad accumulare a danno degli altri, a cercare di porre gli altri in condizioni di dipendenza e di subordinazione, ma deve essere volta a migliorare la società, prima che con nuovi sistemi, migliorando sé stessi: comprendendo che ciascuno ha gli stessi diritti e doveri. è necessario, perciò, trovare una nuova coscienza attraverso ad un’attenta consapevolezza dei problemi del vivere e della società, la superiore ragione d’esistenza dei quali è proprio quella di destare l’essere interiore dell’uomo, e farlo assurgere alla dignità che gli è propria.
La fraternità e l’evoluzione spirituale
La visione della Realtà che vi proponiamo, non può che condurvi prima a trovare il senso della vostra responsabilità e del vostro dovere, e poi ad allargare il vostro interesse, dalla vostra persona all’intera società. Non può che aiutarvi a capire che l’unica differenza che sembra esservi fra gli uomini, è data dalla diversa fase di evoluzione in cui appaiono nello spazio-tempo, allorché si raffrontano. Ma perfino tale differenza non è interpretabile in termini di superiore e inferiore, perché l’evoluzione non è un divenire in senso gerarchico, ma il logico succedersi di tanti stati di coscienza, di diversi sentire, e siccome i diversi ma analoghi sentire che compongono ogni essere – al di là dell’illusione e della percezione – si manifestano simultaneamente in qualunque spazio-tempo gli esseri siano ubicati, non esiste alcuna effettiva differenza di evoluzione.
Gli altri
La spiegazione della reale fraternità degli esseri non può che indurvi a guardare agli altri col massimo rispetto, qualunque sia la loro condizione, perché creature che compiono la loro esperienza come ciascuno la propria. Non può che insegnarvi a capire che non si possono giudicare gli altri, della vita interiore dei quali – cioè della realtà dei quali – nulla di certo si può sapere. Disvela come non abbia senso odiare chi vi fa soffrire perché questi – al di là dell’intenzione che avrà ripercussione sulle loro future esistenze – non sono che canali attraverso ai quali ciascuno raccoglie ciò che ha seminato. Spiega la funzione del dolore, inteso come conseguenza delle proprie azioni, il cui fine di misericordia – cioè di bene – predomina sul principio di giustizia; illustra come al di là del caos e dell’apparente casualità, tutto sia perfettamente ordinato, pur lasciando a ciascuno un margine di libertà individuale, tanto maggiore quanto è più grande la coscienza raggiunta.
La realtà
La convinzione che la Realtà sia così strutturata, non può che dare tranquillità, serenità e fiducia che il destino di ogni essere è il raggiungimento di uno stato di coscienza di assoluta completezza, al di là del piacere e del dolore, dell’amore e dell’odio, del bene e del male, della conoscenza e dell’ignoranza, dell’avere e del non avere, del superiore e dell’inferiore, dell’io e del non-io, perché al di là del tempo e dello spazio, in quanto eterno ed indiviso Essere, oltre l’illusione.
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