Alessandro D’Ancona: I precursori di Dante




La Divina Commedia e i "viaggi nell’aldilà" prima di Dante

precursori di DanteI precursori di Dante è l’ultima pubblicazione de Il Settenario, uscita il 13 settembre 2021 in occasione del nono centenario della morte del "divino" poeta. Non è una novità, perché è una riedizione di un libro di Alessandro D’Ancona (1835-1914) scritto nel 1874 e poi inserito nel 1913 in Scritti danteschi, che raccoglie diversi contributi dell’autore sulla figura e sull’opera di Dante.
Nonostante l’età è un testo sempre attuale, anche se successivamente alla sua comparsa numerosi sono stati gli studi sui precursori del poeta toscano. Può essere, inoltre, un buon punto di partenza per approfondire l’argomento e per ulteriori ricerche ed è consigliato certamente per tutti coloro che studiano la Divina Commedia. Per coloro che frequentano le scuole superiori è sicuramente uno strumento utile per fare collegamenti non solo con la letteratura, ma anche con il pensiero dell’uomo in relazione alla morte e quindi con la visione religiosa di una vita nell’aldilà. Per coloro, invece, che si dedicano a studi universitari può essere un testo base da cui partire per trovare nuovi spunti di ricerca. Per il lettore generico è senz’altro l’opportunità per sapere che l’opera di Dante non è nata dal nulla.

Alessandro D’Ancona ha strutturato il libro, frutto di una conferenza da lui tenuta al Circolo Filologico di Firenze, in capitoli che prendono in considerazione la cronologia e il tipo di scritti che raccontano di viaggi nell’aldilà. Premettendo che tali racconti sono comuni a tutte le culture (si pensi al viaggio nell’Ade di Ulisse e a quello di Enea, per esempio, o all’ascesa di Maometto verso il Paradiso), D’Ancona distingue tre tipi di narrazioni: quelle monastiche, quelle politiche e quelle poetiche e satiriche.

precursori di DanteLe prime risalgono ai primordi del cristianesimo e «sono ispirate da quell’ardente zelo religioso che popolava gli eremi della Tebaide e i cenobi dell’occidente». Nel silenzio dei conventi i monaci hanno immaginato la geografia dell’aldilà così come le pene e i premi che spettano alle anime una volta giunte in quel luogo. Il più delle volte questi racconti non hanno oltrepassato le mura dei conventi, in altri casi sono stati citati in vari contesti o sono divenuti leggende di ampio respiro, come il Viaggio di s. Brandano o la Visione di Tundalo, per citarne due e che D’Ancona indica come "maggiori".
Successivamente le visioni – che D’Ancona definisce politiche – servono ai loro autori per immaginare pene e castighi di personalità politiche o ecclesiastiche: così re, vescovi, prelati e principi popolano per lo più gli inferi e sono sottoposti a punizioni tremende per i loro peccati.

precursori di DanteSe i primi due tipi di viaggi nell’aldilà sono raccontati per suscitare timore e paura nei credenti mostrando quale sorte è loro riservata nell’Oltretomba, il terzo è, invece, la trasformazione in satira dei primi due «e così l’arma che il sacerdozio aveva maneggiato a sua difesa, eragli volta contro ad offesa; e quei racconti dei quali fino allora il popolo aveva avuto terrore, davano occasione alle grasse risate dei borghesi, che si rinfrancavano della sofferta paura».
All’epoca di Dante, poi, il tema di queste narrazioni è divenuto così popolare tanto da trasformarsi in oggetto di «spettacolo nei popolari ritrovi; canto giullaresco nelle piazze e nei trivi; dipinto in sulle mura delle chiese e dei cimiteri».

Dante, perciò, trova il materiale per la sua opera in questa tradizione, trasformandolo e dandogli una profondità che le opere dei suoi predecessori non hanno. Da allora nessun altro è stato in grado di elaborare un racconto di qualità superiore e così ricco di significati come la Divina Commedia.
Il libro di D’Ancona, quindi, ci permette di comprendere appieno non solo il valore di questo poema, ma anche di conoscere le radici dalle quali Dante ha tratto linfa per creare un capolavoro, offrendo al lettore frutti preziosi.

precursori di DanteIn appendice uno scritto di Paolo Bellezza (1867-1950) completa I precursori di Dante. In esso l’autore – letterato di fama come D’Ancona – esamina le singolari "coincidenze" tra la Divina Commedia e la Visione di Pietro l’aratore, di William Langland (1332-1386), ritenuto il poema più importante della letteratura medievale inglese. Notevoli sono le somiglianze di frasi e di situazioni create da un autore che con tutta probabilità non conosceva l’opera di Dante, pur essendo nato qualche anno dopo la morte di questi.
La visione di Pietro non è un viaggio fatto nell’aldilà, ma un viaggio fatto in uno stato di sogno in un ambiente terreno e la sua lettura può essere fatta, come quella della Divina Commedia, sotto diversi punti di vista. Molti sono gli studiosi – inglesi, francesi, tedeschi – che hanno sottolineato queste analogie, mentre sono certamente pochi quelli italiani che hanno confrontato i due poemi. Basti pensare che la prima e unica traduzione italiana della Visione è stata fatta solo nel 1994. Per questo motivo la Editrice Il Settenario, come recita una nota a introduzione del libro, ha deciso di aggiungere il testo di Bellezza per far conoscere ad un pubblico più ampio i punti di contatto tra le due opere.

Nonostante il volume di D’Ancona sia datato 1913 e caratterizzato dalla fraseologia dell’epoca, la sua lettura è abbastanza scorrevole. Inoltre, le diverse note bibliografiche tratteggiano ampiamente il panorama di studi fioriti soprattutto a partire dalla fine del 1800 sui contributi che la letteratura dei suoi precursori ha fornito a Dante le basi per la creazione di una Commedia ritenuta giustamente Divina.

Il libro

Alessandro D’Ancona: I precursori di Dante, ed. Il Settenario, Bologna 2021

L’autore

Alessandro D’Ancona (1835-1914) è uno studioso che nel corso della sua vita si è dedicato a innumerevoli ricerche storiche nell’ambito letterario. Diversi i temi da lui affrontati: dalla letteratura popolare agli scritti danteschi al teatro, sui quali ha scritto numerose opere. All’interno degli studi su Dante, a cui ha iniziato a dedicarsi dopo aver seguito le lezioni di Francesco De Sanctis, si collocano I precursori di Dante e l’analisi di alcune parti della Divina Commedia. Oltre che come studioso e giornalista (come collaboratore o direttore di vari periodici), è ricordato anche come docente di letteratura italiana all’università di Pisa, presso la quale ha insegnato esegesi dantesca. A questi incarichi, poi, ha affiancato altri impegni accademici, tra i quali la direzione della Scuola Normale di Pisa.

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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