Esplosione della vita e lievità della speranza



Salvatore Quasimodo e la vita, Emily Dickinson e la speranza

Esplosione della vita e lievità della speranza sono i temi delle poesie di questo scritto ben espressi dai loro autori, Salvatore Quasimodo (1901-1968) della prima (Specchio) e Emily Dickinson (1830-1886) della seconda (Speranza). Temi che ben si legano ai due post precedenti a questo in cui si parla di speranza.
Il contenuto di queste poesie è intenso e si insinua con forza nell’animo, donandoci una visione luminosa e serena, pur ricordando che la vita è anche dolore (il ceppo pareva già morto / piegato sul botro), sofferenza, tempesta.
Specchio descrive l’esplosione della vita sul tronco di un albero che sembra morto, ripiegato su se stesso sul bordo di un fossato (botro) con la bellissima l’immagine delle gemme che si rompono e sono di un verde più luminoso di quello dell’erba che infonde un senso di riposo, e la sensazione di meraviglioso sul miracolo della vita dato dall’azzurro dell’acqua dei fossati e dal verde delle gemme.
Salvatore Quasimodo è un poeta simbolista e in questa poesia rappresenta non solo la vita che riprende dopo l’inverno durante il quale l’albero era come morto, ma anche la vita dell’uomo, che dopo un periodo in cui tutto sembra morto ed è pieno di dolore e sofferenza, fiorisce ed esplode con i suoi colori e la sua forza rinnovata.
Emily Dickinson, invece, descrive come la speranza, lieve come una piuma, si posa sull’anima, cantando armoniosa, dolcissima e piena di calore, senza mai chiedere nulla.

Specchio

Esplosione della vita

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il ceppo pareva già morto
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.






Speranza

Esplosione della vita

La "Speranza" è quella cosa piumata –
che si viene a posare sull’anima –
canta melodie senza parole –
e non smette – mai.
E la senti – dolcissima – nel vento –
e dura deve essere la tempesta –
capace di intimidire il piccolo uccello
che ha dato calore a tanti –
Io l’ho sentito nel paese più gelido –
e sui mari più alieni –
eppure mai, nemmeno allo stremo,
ha chiesto una briciola – di me.

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Per approfondire

Salvatore Quasimodo

The Emily Dickinson International Society

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

3 Comments

  1. fabrizio

    Il figlio di Quasimodo, Alessandro, fu mio cliente per anni, sempre a pranzo e veniva spesso con Franco Quadri ( trapassato qualche anno fa) il più celebre e famoso critico teatrale italiano. Raccontava a tutti gli astanti ( impiegati, operai, manager, negozianti più o meno interessati, sic!) aneddoti della vita del papà. Persona simpatica, ma molto molto originale… sotto molti punti di vista! Ciao

    Reply
  2. fabrizio

    Cmq, dimenticavo, grazie per aver pubblicato questi due capolavori, guarda caso, di poeti tra i miei preferiti, assieme al giovane conte di PortroRecanati, a Saba, Ungaretti e la Merini. Riciao

    Reply
    1. Magicamente colibri
      Magicamente colibri

      Quando ero al primo anno di liceo commentai la poesia di Quasimodo e ricordo che scrissi una cosa bella; purtroppo non ne ho tenuta una copia. Nel mio riordino di casa in questo periodo mi sono ritrovata tra le mani l’antologia di allora e così ho ricopiato la poesia. Quella della Dickinson l’ho trovata sfogliando un suo libro che non sapevo di avere (probabilmente lo comprò mio padre). Avrei voluto metterla in un altro post, poi ho accantonato l’idea e l’ho ripescata ora, momento più adatto.

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