Due film delicati e intensi sulla vita e sulla morte






Nowhere Special e Still Life
due film scritti, sceneggiati e diretti da Uberto Pasolini

due filmIn questo articolo parlo di due film le cui tematiche mi sembrano adatte per chi segue Magicamente Colibrì. Sono un appassionato cinefilo e mi piace condividere le mie passioni, soprattutto quando riguardano argomenti a me molto cari, come quelli trattati in queste due opere cinematografiche.
Nowhere Special è il terzo film di Uberto Pasolini, 65 anni, romano, nipote di Luchino Visconti, ex produttore cinematografico passato poi alla regia per ora con solo tre film all’attivo, ma tutti e tre di ottima fattura. I primi due in ordine cronologico, Machan e Still Life, si possono vedere gratis su RaiPlay, l’ultimo è invece ancora nelle sale e/o sulle piattaforme streaming pay tv.

due filmLe tematiche dei lavori di Pasolini sono sempre delicatissime, altamente drammatiche, molto originali e derivate da storie vere, incentrate su una visione spirituale della vita, sull’amore e sull’esistenza di persone normalissime, del popolo, della working class che lottano per la sopravvivenza.
In tutti e tre i film di italiano c’è solo il regista (in buona sostanza non sembrano proprio film italiani!), che scrive, sceneggia e dirige con un tocco che lo avvicina allo stile neorealista impegnato di Ken Loach, grandissimo regista inglese.

Still life (2013)

due filmQuesta opera del nipote di Visconti alla 70a. Mostra del Cinema di Venezia del 2013 vinse il premio alla regia nella sezione "Orizzonti".
Diligente e premuroso, il solitario John May è un impiegato modello, classico travet, in un decentramento amministrativo anagrafico del comune di Londra incaricato di trovare il parente più prossimo di coloro che sono morti da soli. Quando il suo reparto viene ridimensionato a causa della crisi economica, John dedica tutti i suoi sforzi al suo ultimo caso, che lo porterà a compiere un viaggio liberatorio e gli permetterà di iniziare ad aprirsi alla vita.

due filmUn nome ordinario inglese, John May, scelto per descrivere la vita di un timidissimo, metodico e impacciato uomo – quasi goffo nel suo look e nel suo incedere – con gesti rituali che scandiscono le sue giornate tutte uguali. Il suo compito consiste nell’organizzare i funerali per chi non ha parenti reperibili, e John lo svolge con meticolosa dedizione e maniacale cura, partecipando egli stesso e spesso da solo alle esequie. Un certo giorno tuttavia il suo ufficio (diremmo noi in Italia di "anagrafe mortuaria") viene dislocato e si ritrova così senza lavoro, ma con la ferma intenzione di portare almeno a compimento l’ultimo incarico.

due filmCi troviamo di fronte ad un’opera molto delicata, dal tocco poetico e leggero come una piuma, con inquadrature e scenografia minimal e silenzi che dicono molto di più di tanti dialoghi, in una atmosfera sospesa e di attesa continua che una certa opinione comune molto superficiale spiritualmente farebbe normalmente sfociare nello stucchevole e compiaciuto. Nel caso di Still Life, in realtà, la situazione è per fortuna diversa.
È un tema di attualità che, per esempio, a Milano viene affrontato quotidianamente dagli operatori del LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense) presso l’istituto di Medicina Legale della Università Statale, riletto però attraverso i crismi della leggerezza e del sorriso.
Un film decisamente toccante e commovente con un grande plus, quello di mantenersi molto controllato senza esasperazioni di toni e situazioni.

due filmUna storia molto "fine", gentile, quasi fiabesca, e triste sulla coerenza di una vita improntata all’etica e al sacrificio, e sui mancati risarcimenti (sia materiali che umani) che ne conseguono. Eddie Marsan, attore inglese, mite come il protagonista John May interpretato magistralmente, è proprio il tipo di artista più adatto da calare in quei panni di travet (da osservare le scene in cui si apparecchia la tavola a casa e tristemente solo inizia il pasto fatto del solito cibo, davanti a un muro), anche fisicamente, con quel suo viso pacioccone e stralunato, ma sempre attento alla missione che correttamente ed eticamente sta compiendo.
Still Life prende spunto da storie vere di persone decedute in solitudine. Il messaggio che lancia la pellicola è un deciso invito a comunicare con gli altri.

due filmCon questo film – ha dichiarato il regista Pasolini – mi interessava raccontare la condizione di isolamento in cui viviamo sempre più nelle grandi città sia anziani che giovani. Prima di girare il film io non conoscevo i miei vicini di casa, ora li conosco e li frequento. Posso dire che Still Life una cosa l’ha ottenuta, io che sono un solitario, ossessivo e considerato dagli altri glaciale, sono un po’ cambiato.

E siccome la solitudine è già un po’ come morire, il film sembra un’esortazione a non lasciarsi scappare ogni occasione per rivolgere la parola e un pensiero al nostro vicino, amico, collega, passante, donna, uomo o animale.
Meraviglioso il finale pur tristissimo, ma sovrannaturale per chi crede nella vita dell’Oltre, che ovviamente non voglio anticiparvi.
Film da vedere e rivedere, come ho fatto io.

Nowhere Special (2020)

due filmNowhere Special. Una storia d’amore, l’ultima opera di Pasolini girata nel 2020 – con collegamenti a Still Life e paralleli con il giapponese Departures – è arrivata sugli schermi solo nel 2022 a causa della pandemia.
La rabbia nascosta in puro stile Ken Loach si unisce alla rassegnazione del cinema cosiddetto "terminale" giapponese (cfr. il meritatissimo premio Oscar 2009 miglior film straniero – allora si chiamava ancora così – Departures di Yojiro Takita) con un finale intenso in un film recitato benissimo, impeccabile.

due filmL’iter di Nowhere Special è molto straziante, tuttavia con una malinconica leggerezza che lo fa avvicinare tanto al citato capolavoro giapponese quando tocca i temi escatologici raccontando il passaggio tra la vita e la morte. Pasolini ha poi sempre uno sguardo sociale, già evidenziato con il grandissimo successo di Full Monty di cui è stato produttore. Eppure come il precedente Still Life, è un film non tanto sulla morte, quanto soprattutto sul tempo che resta da vivere, ma senza la innegabile serenità del film giapponese Departures. Rimane un fondo di amarezza per come sono andate le cose e, come nel caso di Still Life, è in effetti la vita degli altri quella che interessa maggiormente.

due filmJohn è un lavavetri domestico di 34 anni cui viene diagnosticato un brutto male in fase terminale, ha pochi mesi di vita. La sua unica preoccupazione è quella di trovare una sistemazione al figlio Michael di 4 anni. La madre infatti li ha abbandonati qualche mese dopo la nascita del bambino. John cerca così di trovare una famiglia che possa occuparsi di lui con amore e dedizione filiale.

due filmNowhere Special ha una rabbia repressa in puro stile – presumo inconsciamente – Ken Loach (per citare solo gli ultimi suoi film, Sorry We Missed You, Io Daniel Blake, Il mio amico Eric, La Parte Degli Angeli). Lo notiamo anche nella scena in cui John, interpretato dall’ottimo James Norton, lancia le uova contro i vetri delle finestre e dell’auto dell’uomo che poco prima lo aveva umiliato mentre stava lavorando presso la sua abitazione. Pasolini non vuole commuovere ad ogni costo anche se il suo film è stato tratto da una storia vera drammaticissima. è un film molto umano ma allo stesso tempo molto cinico in cui si tratteggiano con grande efficacia i contorni di persone e famiglie pronte a prendersi cura del piccolo Michael mostrando così tutte le variabili del male e del bene nell’essere umano.

due filmI piccoli gesti e gli sguardi di complicità nel rapporto tra padre e figlio sono l’essenza di questa toccante opera in cui il bimbo che impersona il piccolo co-protagonista Michael dà un’altissima prova di grande naturalezza.
Vi parlo di un film che mostra l’attesa della morte parlando d’Amore, con la A maiuscola, totalmente immerso in un forte realismo sapientemente mixato con tanta sincera umanità che coinvolge lo spettatore dal primo all’ultimo fotogramma.
Assolutamente da vedere, secondo me!

Per approfondire

Uberto Pasolini racconta Nowhere

Intervista a Uberto Pasolini su Still Life

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About The Author

Fabrizio

Nato nel 1954, milanese con origini paterne toscane, liceo scientifico e studi giuridici all’università, gioiosamente sposato dal 1976 e felice nonno di tre nipotine. Multitasking per interessi e passioni “normalissime” come musica, lettere, escatologia, spiritualità, ricerca parapsicologica. Impegnato sin da giovane (1971) nello studio ed esperienze di argomenti esoterici e border-line, grazie all’iniziazione di un grande uomo, colui che sarebbe diventato mio suocero. Entusiasta della vita, di qualsiasi vita, in tutti i suoi aspetti fisici e soprattutto spirituali.

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