Animali pensanti: prove di comunicazione con l’uomo




Hans, Berto, Rolf, Stella e Bunny: animali pensanti e… parlanti

Animali pensanti: espressione che mi è sovvenuta, riportandomi ad un lontano passato. Sì, perché questo termine ha cominciato ad essere utilizzato alla fine del 1800 in relazione alle prodezze di un cavallo chiamato Hans.

animali pensantiCiò che ha scatenato questo ricordo è stata la lettura di un articolo di giornale. In una delle pagine di cronaca de Il Corriere della Sera del 30 maggio 2021 un articolo, che occupava buona parte dello spazio (a firma di Agostino Gramigna), era intitolato Bunny cane "parlante", la star di Tik Tok. Il sottotitolo: Affascina gli studiosi (e ha milioni di follower) "Si esprime con 92 vocaboli su una tastiera".
Ecco come in una frase si può attirare l’attenzione del pubblico: il protagonista è un cane, che, come molti animali, è un soggetto che invita chiunque a soffermarsi. Basta frequentare un po’ i social e vedere quanti "like" caratterizzano il post che ritrae un animale rispetto a quelli che riguardano un contenuto culturale o qualche altra notizia. Il cane, poi, è "la star" di un social, grazie all’account di Alexis Devine, la sua proprietaria, che così acquisisce "milioni di follower". Grazie a questi magari potrà anche guadagnarci qualcosa, ma nello stesso tempo ha suscitato interesse negli studiosi a causa della sua abilità nel comunicare con la proprietaria.

Bunny, però, non è una rarità o un’eccezione, perché nel passato altri "animali pensanti" hanno indotto alcuni studiosi a indagare sulle capacità intellettive degli animali. Le ricerche in tal senso sono recenti, pur essendo lontane da noi dal punto di vista temporale. Infatti, anche se qualcuno nel corso della storia ha osservato comportamenti intelligenti negli animali, fino alla fine del 1800 nessuno ha inteso compiere studi al riguardo.

Hans il cavallo intelligente

animali pensantiTutto nasce proprio in quel periodo con Hans, un cavallo di proprietà di Wilhelm von Osten che ha ritenuto di scorgere nell’animale notevoli doti intellettive.
Per incoraggiarne l’intelligenza, l’uomo lo ha sottoposto ad alcune prove, come la formazione di parole o la risoluzione di semplici problemi aritmetici, a cui Hans ha risposto battendo il terreno con lo zoccolo secondo un certo codice. Ben presto i buoni risultati ottenuti da von Osten sono diventati di dominio pubblico e hanno attirato l’attenzione di diversi ricercatori.
Il primo studio scientifico sulle capacità di calcolo e di dialogo di Hans e sulla sua intelligenza è datato 1904 ed è stato condotto da Carl Stumpf, psicologo, da Wilibald Nagel, fisiologo (entrambi docenti all’Università di Berlino), dal direttore del giardino zoologico, dal direttore di un circo e da alcuni veterinari e ufficiali di cavalleria. L’indagine ha verificato la realtà e la genuinità del fenomeno, ma ha concluso che le abilità di Hans consistevano nel captare le risposte giuste da segnali inconsci del suo padrone. Nonostante questo, come riportato in Annales des Sciences Psychiques di quell’anno, l’addestramento eseguito da von Osten ha ribaltato le opinioni sulle facoltà intellettive dei cavalli avute fino a quel momento.

Gli animali pensanti di Elberfeld

animali pensantiA seguito della notorietà del cavallo di von Osten, altri hanno seguito l’esempio di quest’ultimo. Karl Krall, un commerciante, ha voluto addestrare un certo numero di cavalli (due di loro chiamati Zarif e Muhamed) a fare calcoli, a risolvere problemi matematici e a "dialogare" con lui. Ben presto anche questi animali hanno acquisito notorietà e da quel momento sono stati conosciuti come i cavalli Elberfeld o gli animali pensanti di Elberfeld, dalla località in cui si trovavano.
L’uomo ha poi pubblicato il resoconto dei suoi esperimenti in un libro intitolato Animali pensanti, in cui ha descritto le prove da lui eseguite, tra le quali si annoverano anche tentativi di verificare una possibile comunicazione telepatica tra uomini e animali. Alcuni osservatori hanno fatto notare come il suo lavoro sia stato meglio condotto da von Osten, in quanto ha cercato di far comprendere ai suoi cavalli anche concetti relativi alla propria identità.

Tra i cavalli addestrati da Krall ce n’è stato poi uno, di nome Berto – uno stallone cieco -, che lo ha indotto a pensare che ci fosse stato davvero un apprendimento da parte dell’animale. Infatti, quando, per un certo periodo, il commerciante tedesco si è allontanato dalle sue proprietà, Berto ha dimenticato tutto quanto aveva appreso, ed ha dovuto riprendere l’addestramento. A causa di ciò, Krall ha osservato come non fosse possibile la trasmissione telepatica tra loro, perché in caso contrario, il cavallo avrebbe tranquillamente eseguito le prove a cui era sottoposto.
Se prima il comportamento di questi animali aveva suscitato un certo curiosità e sorpresa, ora più che mai il mondo scientifico e diversi suoi rappresentanti di indubbia serietà e fama iniziano a compiere studi e a valutare l’intelligenza animale. Si apre così una nuova strada nell’ambito della psicologia.

animali pensantiBen presto sull’argomento sorgono dibattiti e riflessioni su importanti riviste scientifiche oltre che su quelle dedicate alla cosiddetta ricerca psichica. Soprattutto nei primi decenni del 1900 sono numerosi gli articoli sugli animali pensanti (ai cavalli si sono aggiunti anche dei cani) presenti nelle Annales des Sciences Psychiques, tra i cui collaboratori figurano Cesare Lombroso, Frederic Myers, Henri Bergson, Roberto Assagioli, per citarne alcuni.
Tra coloro che hanno scritto sugli animali pensanti vi sono personaggi di vario tipo, come padre Agostino Gemelli (che ritroviamo in tanti casi discussi nell’ambito della ricerca psichica), figura religiosa poliedrica e molto attiva in ambito scientifico. Tuttavia sembra che le sue conclusioni su questi animali pensanti si siano basate solo su lavori altrui e non sia mai stato a Elberfeld. Al contrario, Maurice Maeterlink vi si è recato ed ha dimostrato un vivo interesse per il fenomeno.

Una personalità eminente nella storia della psicologia e della psichiatria italiana, Giulio Cesare Ferrari, ha analizzato il lavoro di Krall ed ha concluso che, al di là delle sue possibili spiegazioni, la strada aperta dal commerciante tedesco era degna della massima attenzione. Ciò lo ha portato a interessarsi di un cavallo proprio mentre dirigeva il Manicomio di Imola. L’animale, uno stallone arabo chiamato Tripoli probabilmente per la sua provenienza libica, infatti è stato addestrato in quel luogo con un metodo analogo a quello di Krall.

Rolf, il cane di Mannheim che calcola e ragiona

animali pensantiNon solo i cavalli sono stati studiati come animali pensanti, ma anche i cani. A tale proposito, proprio nei primi decenni del 1900, a Mannheim sale alla ribalta un cane di nome Rolf che dimostra di avere capacità di calcolo e di comunicazione. Di proprietà di un avvocato e di sua moglie, l’animale è stato studiato, tra gli altri, da William MacKenzie, noto biologo interessato anche alla ricerca psichica. Lo scienziato ha eseguito numerosi esperimenti con Rolf, che ha descritto in riviste e in alcuni libri.
Le relazioni sono lunghe e particolareggiate, pertanto, anche se davvero significative, riporto soltanto alcune considerazioni dello studioso.

Rimane provato in modo incontrovertibile che l’animale è capace di pensare come noi pensiamo, cioè noi ci esprimiamo (in seguito al necessario tirocinio), cioè mediante segni convenzionali, univoci, e tali da suscitare nell’organismo ricevitore la ripetizione dell’immagine che ha dato origine ai segni stessi.

In una nota, però, precisa:

Non mi si accusi qui d’un errore di logica che mi guarderei bene dal commettere nell’ affermazione, dopo aver combattuto io stesso analoghi errori altrui nella negazione! Non affermo affatto Che Rolf debba esser l’autore di tutto quanto dice. Può darsi benissimo che, in date circostanze, egli approfitti di un suggerimento, come potrebbe approfittarne un bambino. Ciò che m’importa, è ch’esso possa esser autore di qualcuna delle cose ragionevoli che dice, tale e quale come un bambino più o meno… adulto della nostra specie.

Una volta tornato in Italia MacKenzie ha ricevuto due lettere. Nella prima la signora Moekel, la proprietaria dell’animale, gli dice che, il giorno dopo la sua partenza, Rolf aveva voluto comunicare, senza sollecitazioni da parte di alcuno, che si aspettava la visita dello studioso e che, non vedendolo, ne era rimasto deluso. Nella seconda, poi, gli comunica che il cane ha dettato un messaggio più lungo in cui, ricordando il caro (amato, da liebe in tedesco) dottore (così lo studioso era stato chiamato dalla famiglia della signora durante la sua visita) e mandandogli i suoi saluti.

Stella e Bunny "parlano"

animali pensantiBunny è divenuto famoso recentemente per le sue abilità intellettive, ma in realtà ha un’omologa che ha ispirato la sua proprietaria. Infatti Alexis Devine lo ha addestrato a comunicare prendendo ad esempio Christina Hunger. Questa è una logopedista che aiuta bambini che non parlano a comunicare con l’esterno, utilizzando dispositivi di "comunicazione alternativa e aumentativa" (CAA). Ad un certo punto ha voluto applicare i suoi metodi con Stella, la sua cagnolina, ottenendo un buon successo. In seguito ha descritto i suoi esperimenti e la sua esperienza in un libro (di cui sicuramente qualche editore italiano avrà acquisito i diritti) del quale probabilmente è venuta a conoscenza Alexis Devine poco prima di prendere con sé il suo cucciolo.
Alexis è un’artista e una designer di gioielli che voleva capire come addestrare e comunicare con un cane. Imbattutasi, quindi, nel lavoro di Christina Hunger ha ritenuto opportuno applicare il suo metodo con Bunny, ottenendo dei risultati sorprendenti. Ne ha parlato su Tik Tok, attirando l’attenzione di tutto il mondo, tanto che il New York Times ha raccontato la sua storia alla fine del maggio scorso.

animali pensantiLe abilità di Stella e Bunny consistono nel comunicare i loro pensieri schiacciando dei pulsanti su una specie di tastiera che corrispondono a concetti e parole. Queste capacità hanno suscitato un grande interesse tanto che, come racconta il Corriere, «Alexis Devine è stata contattata da Leo Trottier, un master in scienze cognitive, uno sviluppatore di prodotti nel settore degli animali domestici. Che a sua volta ha contattato Federico Rossano, un professore cognitivo dell’Università della California, per aiutarlo a "rendere più scientifico" il progetto. Inizialmente scettico, Rossano ha accettato».

Certamente Stella e Bunny hanno arricchito di follower le loro proprietarie, ma lo faranno in maniera più concreta attraverso i libri che parlano di loro (senz’altro anche Alexis scriverà qualcosa su Bunny) e probabilmente con altri mezzi (basti pensare che Trottier è legato ai prodotti per animali). Tuttavia si spera che possano arricchire anche la nostra conoscenza sull’intelligenza animale grazie agli studi di Rossano e, forse, di qualche altro studioso di scienze cognitive.

NOTA – Mi rendo conto che questo articolo è incompleto, perché tanti altri animali hanno dimostrato di avere una particolare intelligenza, ma mi sono limitata a ricordare quelli che hanno aperto la strada a nuove ricerche nell’ambito della psicologia e delle scienze cognitive, così come quello dell’etologia, cioè del comportamento animale. Stella e Bunny sono stati lo spunto per dare una sbirciatina nel passato e per dimostrare come, talvolta, le cose si ripetano, riaccendendo la curiosità e il desiderio di affrontare ricerche da un’altra prospettiva.
Per di più non ho illustrato le diverse teorie (abilità nel percepire movimenti inconsci, effettiva capacità di formulare pensieri, comunicazioni telepatiche e/o medianiche tra uomo e animale, ecc.), formulate soprattutto nei primi decenni del 1900, perché avrebbero appesantito il racconto.

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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