Jules Verne e “L’eterno Adamo”



Jules Verne e la letteratura postapocalittica

eterno AdamoTra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si possono porre le origini della cosiddetta letteratura postapocalittica rappresentata da romanzi in cui viene descritta un’umanità che sopravvive a disastri naturali, epidemie o altre catastrofi.
Tra i romanzi che si inseriscono in questo filone ci sono La peste scarlatta di Jack London (1876-1916) e L’eterno Adamo di Jules Verne (1828-1905). Il primo parla di una malattia, la peste scarlatta del titolo, che riduce fortemente la popolazione della Terra. Questo tema è stato sfruttato in molte occasioni e tante sono le opere (sia letterarie che cinematografiche) ad esso dedicate che hanno avuto un grosso successo di pubblico. Altrettanto è accaduto per quelle che hanno descritto un’umanità sopravvissuta a catastrofi naturali, argomento del libro di Verne. A questo proposito, sembra che lo scrittore francese non lo avesse completato perché ne sopraggiunse la morte. La critica letteraria attribuisce la sua ultimazione al figlio dell’autore, Michel-Jules, con correzioni, modifiche e probabilmente anche con contributi personali.

Il protagonista

eterno AdamoCome il libro di Jack London, L’eterno Adamo è un romanzo breve che descrive un’umanità che ha dimenticato i progressi raggiunti prima della catastrofe che l’ha sopraffatta. I pochi superstiti, dei quali solo alcuni sono dotati di una certa cultura, hanno dato origine a una nuova civiltà che ha dovuto ri-apprendere le nozioni più elementari di sopravvivenza.
Il protagonista è un uomo appartenente a questa nuova umanità, che è riuscita a raggiungere un certo progresso nella conoscenza e nella tecnologia: è lo «zartog Sofr-Aï-Sr – cioè "il dottore, terzo rappresentante maschio della centounesima generazione della stirpe dei Sofr" – [abitante nella] capitale dell’Hars-Iten-Schu – "l’Impero dei Quattro Mari"», l’unico continente della Terra dopo il cataclisma che l’ha sconvolta.
Di tale evento il protagonista nulla sa – così come tutti coloro che vivono sul continente -, ma, in base agli studi fatti, è a conoscenza che la storia dell’uomo data ottomila anni e che del periodo precedente si hanno solo leggende.

La scoperta

eterno AdamoDa scavi nel terreno effettuati per comprendere la storia e l’evoluzione dell’uomo sulla Terra mediante l’analisi degli strati, raggiunta una profondità in cui i sedimenti risalgono a quindicimila-ventimila anni prima sono stati ritrovati materiali vari, tra i quali «particelle di ossa appartenute a uomini, frammenti di armi o di macchine, cocci di vasellame, brandelli di iscrizioni in una lingua sconosciuta, pietre dure finemente lavorate, a volte scolpite in forma di statue quasi intatte, capitelli delicatamente intagliati e altro ancora».
Analizzando i reperti, lo zartog Sofr deduce che all’epoca gli uomini avevano raggiunto un livello elevato di società, contraddicendo le sue teorie formulate fino ad allora. Un giorno, dopo una passeggiata, mentre sta tornando verso casa ripensa alle sue ipotesi riguardo la storia dell’uomo. Arrivato a destinazione, scorge nel terreno scavato per costruire il suo laboratorio uno strano «luccichio. Incuriosito, scese nella fossa e trasse dalla terra che lo ricopriva per tre quarti, un oggetto singolare […] Era una specie di astuccio, di un metallo sconosciuto, di colore grigio e di struttura granulosa la cui lucentezza era stata attenuata dalla lunga permanenza sotto terra».

Il diario e la sua storia

eterno AdamoDopo essere riuscito ad aprirlo trova all’interno un altro oggetto, la cui sostanza «era nuova per lo zartog quanto la natura del metallo che fino a quel momento lo aveva protetto. Era un rotolo di fogli sovrapposti e coperti da strani segni, la cui regolarità indicava che si trattava dei caratteri di una scrittura […] sconosciuta, come Sofr non ne aveva mai visto di simili, né di analoghe». Subito si interroga sulla sua provenienza, pensando che gli sarebbe stata svelata dall’interpretazione della scrittura. Impiega diversi anni a decifrarla e, una volta in grado di comprenderla, la lettura del documento gli rivela una storia per lui inimmaginabile.

eterno AdamoCiò che Sofr ha trovato è il diario di Rosario, un uomo vissuto millenni prima e testimone di una catastrofe che ha visto tutti i continenti fino ad allora conosciuti sommersi dall’acqua. L’uomo è un imprenditore francese che nel momento del disastro, il 24 maggio 2… – la prima data da lui scritta -, si trovava in Messico per lavoro. Quel giorno è a casa con la famiglia e un gruppo di amici per un incontro conviviale. Ad un certo punto, un boato rompe la tranquilla riunione, la terra trema fortemente e l’acqua del mare – sulle cui coste si trova la dimora di Rosario – comincia a salire di livello. Sono tutti presi dal panico e in una quindicina – tra familiari, amici e personale di servizio – cercano di fuggire.

eterno AdamoDopo varie peripezie si ritrovano su un fazzoletto di terra circondato dal mare, da cui riescono ad allontanarsi grazie all’arrivo provvidenziale di una nave che ha perso l’orientamento dopo la catastrofe. Per diversi mesi Rosario, nove persone rimaste del suo gruppo e l’intero equipaggio della nave percorrono i mari rendendosi conto che il mondo da loro conosciuto è scomparso. Finalmente scorgono e approdano su quello che sembra un continente emerso da poco. Da quel momento inizia un nuovo ciclo di vita per loro – unici sopravvissuti a quel tragico evento – che li induce a trovare risorse per la sopravvivenza.

L’eterno Adamo

Rosario ha descritto tutto questo nel diario, così come le vicende accadute successivamente. Non lo ha fatto in maniera regolare ma sufficiente a informare chi legge le sue parole sul procedere degli eventi. Scrive un’ultima volta quindici anni dopo lo sbarco sul continente, consapevole della sua morte imminente, sperando che in un futuro qualcuno trovi il diario. Decide, quindi, di seppellirlo in profondità insieme ad altro materiale scritto relativo alle conoscenze in ogni campo del sapere che l’umanità aveva raggiunto al momento della catastrofe.

eterno AdamoSoltanto diverse migliaia di anni dopo Sofr apprende come ha avuto inizio la storia della civiltà di cui fa parte. Tutto questo lo sgomenta e lo sbalordisce, perché si rende conto che «la razza degli Andart’-Iten-Schu discendeva da quegli uomini che, dopo aver vagato lunghi mesi sul deserto degli oceani, erano finiti su queste stesse rive dove oggi sorgeva Basidra! E così, quelle creature miserabili avevano fatto parte di una umanità gloriosa, a paragone della quale l’umanità attuale balbettava soltanto! […] Nel racconto c’erano tutte le nozioni che Sofr possedeva, e altre che egli non avrebbe nemmeno osato immaginare, – fino alla spiegazione di quel nome, Hedom, intorno al quale si erano agitate tante inutili polemiche… Hedom era la deformazione di Edem, – a sua volta deformato da Adamo, – e Adamo altro non era forse che la deformazione di un nome più antico.
Hedom, Edem, Adamo, il perpetuo simbolo del primo uomo, e la spiegazione della sua venuta sulla Terra
».

eterno AdamoSofr si rende così conto che la razza cui appartiene non ha inventato nulla di nuovo e che «dopo la catastrofe, l’uomo aveva dovuto ricominciare dal punto più basso la sua salita verso la luce. Così forse sarebbe stato anche per gli Andart’-Iten-Schu. E così anche dopo di loro, fino al giorno…&eaquo; Probabilmente, secondo il suo ragionamento, la Terra è stata il luogo di civiltà che si sono succedute per cicli, ripetendo – anche se talvolta in maniera diversa – gli stessi passi verso il progresso.

eterno AdamoRiflettendo su tutto ciò che ha è venuto a sapere dalla lettura del diario e sul percorso drammatico che la sua civiltà ha dovuto affrontare, «lo zartog Sofr-Aï-Sr raggiungeva lentamente, dolorosamente l’intima convinzione dell’eterno ricominciare delle cose». Ed ecco perché eterno Adamo: ogni volta c’è un “primo uomo” che intraprende un cammino che lo porterà ad un punto alto, dal quale poi precipiterà. Una visione, questa, pessimistica, di come la società moderna utilizza la scienza, che si diversifica da quella ottimistica presente in altri racconti di Verne. In particolare L’isola misteriosa, secondo i critici della sua intera produzione letteraria, è il contraltare de L’eterno Adamo. Infatti, come Massimo Del Pizzo riferisce nella nota dell’edizione che ho letto – di cui è curatore e traduttore – Michel Butor ha indicato «una relazione significativa tra L’île mystérieuse e L’éternel Adam: quest’ultimo si offre cioè come conclusione "annunciata" del primo, come sorta di specchio in negativo dove si riflettono immagini già create di un racconto precedente, che è appunto quello di naufraghi abbandonati su un frammento terrestre arido e deserto dal quale partiranno alla conquista di un’isola fertile e accogliente, destinata però alla distruzione».

Riflessioni finali

eterno AdamoMolte sono le considerazioni da fare su questo bel romanzo non solo sulle diverse angolazioni da cui può essere letto, ma anche sul suo significato. Riguardo a questo e al pessimismo che traspare dalle parole di Sofr, posso solo dire che quest’opera di Verne deve farci riflettere sulla vita dell’uomo e sul suo rapporto con la Terra. Qui c’è un’improvvisa scomparsa nelle acque di ogni terra emersa conosciuta che porta alla fine di un mondo, ma in un futuro – lo sappiamo bene – tante altre cause potrebbero far sparire la nostra civiltà.

eterno AdamoUn altro aspetto rilevabile dalla lettura di questo romanzo: quello profetico. Come ne La peste scarlatta l’evento tragico è datato nel XXI secolo e non si può parlare di una vera e propria profezia perché non sono citati oggetti che avrebbero fatto realmente parte di quell’epoca. Né si potrebbe ipotizzare una “profezia” quando si parla di un evento naturale che riduce l’umanità a pochi individui. Infatti la storia della Terra è costellata di catastrofi (terremoti, inondazioni, caduta di meteoriti, eruzioni vulcaniche). Alcuni di questi sono stati anche causa dell’estinzione di specie animali e probabilmente di alcune civiltà (anche se non in maniera drastica). Forse potrebbero provocare la quasi-estinzione dell’intera umanità. Se rimanessero pochi individui, non tutti sarebbero in grado di ripristinare e mantenere le comunicazioni tra i continenti, i servizi che oggi conosciamo (basati quasi tutti sulla tecnologia e sull’energia), così come la produzione dei beni di prima necessità (che ha bisogno di manualità ma anche di tecnologia). L’uomo dovrebbe re-imparare molte cose che oggi ritiene scontate e a farne altre che ha delegato a delle macchine di compiere. Inoltre, le nozioni – così come le competenze – acquisite andrebbero ben presto perdute, perché ancora oggi non sono patrimonio di tutta l’umanità. Infatti in alcune zone della Terra si vive in povertà, ci si preoccupa solo della propria sopravvivenza e non si hanno a disposizione gli strumenti tecnologici necessari ad alleviarla. [Nota: a proposito di profezia in molti romanzi di Jules Verne si prefigurano strumenti e situazioni verificatisi puntualmente, ed è un aspetto che richiede una trattazione a parte]

eterno AdamoUn’altra angolazione è quella letteraria, che vede inserito L’eterno Adamo nel filone della letteratura postapocalittica. Di questa fanno parte diverse opere, che descrivono il futuro di un’ipotetica civiltà che parte da zero dopo un evento naturale che l’ha quasi annientata. Forse l’ispirazione di Verne è stata innescata da un insieme di eventi naturali che si sono realizzati nel corso della sua vita in vari paesi del mondo e di cui ha avuto notizia, come terremoti, inondazioni, eruzioni vulcaniche.
La terza angolazione è quella antropologica, che considera i comportamenti dell’uomo in un nuovo percorso sia psicologico che sociale. Proprio in quest’ultimo ambito l’uomo torna ad un livello primitivo, perché dopo la catastrofe ciò che è necessario è trovare il sostentamento per la propria sopravvivenza. Tuttavia, dal punto di vista psicologico l’uomo riesce a trovare la forza di ricominciare, dando origine ad una nuova umanità.

eterno AdamoIn aggiunta a queste considerazioni c’è un ulteriore aspetto sottolineato da Massimo Del Pizzo, che fa riflettere: la scrittura. La scrittura come mezzo di comunicazione e come custodia della memoria. Quanto è importante la scrittura nella comprensione di un mondo! Del Pizzo afferma, infatti, che “è grazie alla decifrazione di un diario che Sofr riesce a ricostruire la storia dell’umanità, perché è alla parola scritta che l’anonimo superstite ha affidato l’ultima fiducia ormai possibile affinché un filo di comunicazione, per quanto labile, non venga interrotto. Nel mondo che si degrada, mentre il cervello comincia a perdere le sue capacità, l’autore del diario mantiene l’esercizio della scrittura ed esiste attraverso di essa.
La fine del mondo dunque non coincide con la fine della scrittura, che sopravvive garantendo almeno la testimonianza di una esistenza”. Oggi la si trascura, o perlomeno si affidano le parole a strumenti che si servono di una tecnologia che, se perduta, non ne restituirebbero il contenuto. In questo momento trascrivo i miei pensieri su un computer e affiderò poi questo mio scritto alla rete, ma se accadrà che non lo si potrà più leggere, come oggi accade per i "floppy disk" – i predecessori dei CD e delle chiavette digitali -, questo sarà perso per sempre.

L’eterno Adamo è un romanzo che, per la sua brevità e scorrevolezza, si legge molto volentieri e se si vuole andare più in profondità, allora gli spunti non mancano. In più, se si legge l’edizione da me indicata, la nota finale di Massimo Del Pizzo ne arricchisce e ne completa la comprensione.

eterno Adamo

Il libro

Jule Verne: L’eterno Adamo, ed. Sellerio 1984

L’autore

Biografia di Jules Verne (Enciclopedia Treccani)

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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