Leo Talamonti e la parapsicologia della vita quotidiana



Due sorelle, un fantasma e rumori dal futuro

Leo Talamonti (1914-1998), dopo essere stato ufficiale dell’aeronautica per pochi anni, si è poi dedicato al giornalismo trattando soprattutto argomenti relativi alla parapsicologia dagli anni Cinquanta in poi. In più occasioni ha svolto inchieste sull’argomento ed ha scritto articoli, saggi e libri molto apprezzati.
Sia come giornalista sia come direttore delle riviste per cui ha lavorato, ha ricevuto negli anni numerose lettere da lettori che gli hanno riferito episodi "insoliti" loro accaduti. Dopo aver pubblicato e commentato sulle riviste alcune di queste lettere, le ha raccolte in volumi.
I lettori, alcuni dei quali non nuovi a queste manifestazioni, hanno raccontato di apparizioni di fantasmi, poltergeist, fenomeni telepatici e precognitivi in sogno e durante la veglia, e altri fenomeni paranormali.
La prima lettera che riporto parla dell’apparizione di una figura vista contemporaneamente da due sorelle, mentre la seconda contiene il racconto di strani rumori e suoni sentiti nella casa in cui queste abitavano. Ad esse faccio seguire le considerazioni di Talamonti e le mie osservazioni.
Ecco come il giornalista descrive Sara A., la protagonista dei due fatti.

Gli episodi che seguono hanno come protagonista una colta e gentile signora torinese sempre impegnata in attività artistiche di tipo direttivo e creativo, e nota, anche all’estero, negli ambienti che si occupano di un certo teatro d’avanguardia: la professoressa Sara A. è moglie, madre e nonna felice […]
Fu nel 1962 che l’A. ricevette, dalla prof. Sara A., un primo promemoria dettagliato e preciso contenente dei brani estratti dal suo diario giovanile.

Piccolo fantasma ben intenzionato

TalamontiTorino, primissimi di luglio 1934. Abitavamo in Corso Duca di Genova, 3 (ora: Stati Uniti, 3). Avevo pianto moltissimo durante l’intero giorno per un dispiacere di carattere sentimentale (amore contrastato perché troppo giovane). Alla notte, tra le 12 e le 2, ma non so bene l’ora, ho visto distintamente illuminato il corridoio su cui dava la porta della camera da letto che dividevo con mia sorella Bianca. Sulla porta è comparso un essere piccolo (circa un metro e mezzo), magrissimo, vestito completamente di nero, capelli radi e grigi, viso scheletrico, occhi infossati e assorti, apparentemente senza sguardo. Si è avvicinato al mio letto, passando nel breve spazio che lo separava da quello di mia sorella. Presa dal terrore e cercando inutilmente di gridare (ero senza voce per aver troppo pianto) ho teso la mano destra per accendere la luce.

L’essere che si era insinuato, come ho detto, tra i nostri due letti, si è chinato su di me, guardandomi fisso, mi ha preso il polso destro proteso verso l’interruttore e delicatamente lo ha ricondotto sul mio petto. Mi sono addormentata di colpo, mentre fino allora non avevo avuto che frammenti di sonno in frammezzati di lacrime.

TalamontiLa mattina – dovevamo partire per il mare – mi sono alzata molto presto e in gran segreto ho raccontato tutto alla mamma, la quale ha avuto un sussulto e ha detto: «Oh Dio, anche tu!». Alle mie insistenze per saperne di più, mi ha riferito che anche Bianca, poco prima, le aveva fatto un analogo racconto. Stava dormendo tranquillamente quando aveva avuto la sensazione precisa di sentirsi chiamare da me (in realtà mi ero sforzata di farlo, ma, come le ho detto, non c’ero riuscita per mancanza di voce). Allora si era destata ben bene, e alla luce proveniente dal corridoio aveva visto una piccola figura china su di me, tale quale l’avevo vista io: un omino magrissimo, vestito di nero, eccetera. Si era poi sollevato e voltato, l’omino, sfiorandola appena con lo sguardo, e senza affrettarsi era uscito dalla stanza. Lei, spaventatissima, aveva cacciato la testa sotto le coperte. Malgrado la paura, si era riaddormentata quasi subito, com’era successo a me.

La visione durò due minuti primi abbondanti. L’essere si era fermato sulla soglia qualche istante, poi era venuto avanti quasi scivolando. Se si fosse trattato della trasmissione telepatica di una allucinazione da me a mia sorella, avremmo visto tutti e due la stessa cosa, non un episodio in due angolazioni ben diverse.

Avvenuta la pubblicazione di questa prima parte del memoriale, pervenne all’A. la seguente precisazione da parte della signora Bianca M. di Milano, sorella della prof. Sara A. (e fu pubblicata anch’essa, in prosieguo di tempo).

TalamontiEgregio signore,
sono la sorella della prof. Sara A. di Torino… (omissis). Ricordo perfettamente l’episodio che Le ha narrato, e al proposito vorrei chiarire quanto segue: mentre mia sorella vide l’essere nel momento in cui si avvicinava e si piegava sul suo letto – e subito dopo lei si addormentò – io lo vidi quando era già piegato sul letto, e si stava raddrizzando; dopo di che, uscì dalla camera. In altri termini: mia sorella vide più che altro il principio della visione, e io la fine: il che esclude, direi, ogni spiegazione basata su allucinazione o sogno fatto in comune.

Le case che hanno "qualcosa"

TalamontiEra un alloggio grande, quello di Corso Genova 3, molto bello ma un po’ tetro. Spesso, durante la notte, sentivamo battere le mani tre o quattro volte, come per chiamare qualcuno. Di notte e di giorno si sentiva battere velocemente a macchina (eppure in tutto l’edificio non c’erano macchine da scrivere, tranne due nello studio di papà). Tutte le sere, poco dopo che io ero andata a letto, sentivo il pavimento scricchiolare come sotto un passo, e i "passi" entrare e venire vicino al mio letto. La mia sensazione era che l’entità si sedesse sulla sedia ai piedi del mio letto… Ma col tempo riuscii a dominare la paura.

TalamontiPapà, un pomeriggio d’agosto tra le 14 e le 15, nell’ora della canicola e del massimo silenzio estivo, sentì, una volta, un poderoso accordo di molte note, armonioso, sul nostro piano a coda che era nel salone d’angolo, due stanze più in là dove era lui. Il piano era chiuso e ben coperto, come sempre d’estate. Nessun altro piano c’era nello stabile, né alcuna radio; e quasi tutti erano via. Vi abitammo nove anni. Chi vi andò dopo di noi vi stette solo tre mesi. Poi non ne seguii più le vicende. Ora è tutto imbiancato a nuovo (peccato, perché era affrescato stupendamente) e vi sono degli uffici.

Talamonti commentando i due episodi, afferma che le apparizioni in genere sono dovute all’interazione tra la mente di chi le percepisce e l’ambiente in cui si verificano. L’una prende in qualche modo contatto con le tracce psichiche contenute nell’altro, rielaborandole a suo modo e materializzandole grazie alla sua energia psichica. Questa potrebbe essere una giusta spiegazione, anche se dal punto di vista scientifico non ci sono basi per dimostrarla. Strano però che Talamonti non abbia notato un particolare nel caso dell’apparizione: l’omino «mi ha preso il polso destro proteso verso l’interruttore e delicatamente lo ha ricondotto sul mio petto». Cosa insolita in una manifestazione di questo genere. Infatti non ricordo casi in cui ci sia stato un contatto tra la figura apparsa e il percipiente. Generalmente non ci sono interazioni tra i due soggetti, anzi la figura o le figure che appaiono sembrano inconsapevoli di chi li guarda.
Curiosa invece l’osservazione che Talamonti fa sui rumori percepiti nella casa, rivolgendosi a Sara.

TalamontiA volte la mente del sensitivo non si dirige verso il passato, ma verso il futuro: e allora può capitare – com’è capitato a Lei – di udire, in un vecchio appartamento adibito ad abitazione, il ticchettio insistente di macchine da scrivere che vi funzioneranno da lì a molti anni, quando quei locali saranno adibiti a uffici. In quanto agli accordi musicali uditi da Suo padre, si è trattato di passato o di futuro? Difficile dirlo. L’universo psichico è sconfinato, pieno di ricordi viventi e inestinguibili, e si apre anche in dimensioni che non sappiamo immaginare.

Certo, potrebbe essere anche così. In fondo se sono reali le visioni di eventi futuri, perché non potrebbe esserlo anche l’ascolto di suoni futuri? Sarebbe interessante poterlo verificare, ma allo stato attuale delle nostre conoscenze non è facile trovare la giusta risposta.

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Glossario

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Per approfondire

Leo Talamonti: Parapsicologia della vita quotidiana, ed. Rizzoli 1975

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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