Dali – Le organizzazioni non servono all’evoluzione spirituale



Chi pretende di indicare la strada per l’evoluzione spirituale espande il proprio "io"

Dali, entità manifestatasi al Cerchio Firenze 77 grazie alla medianità di Roberto Setti, dopo aver esaminato a grandi linee il percorso evolutivo spirituale dell’uomo, afferma che a questi non serve aderire ad un’organizzazione per la sua evoluzione spirituale.
Chi ritiene di dover guidare altri in questo percorso non fa che espandere il proprio io. Certo, potrà condividere il suo pensiero, ma dovrà farlo senza alcuna pretesa di essere Maestro né di essere considerato più evoluto dei suoi interlocutori. Così come non dovrà interessarsi se ciò che ha detto è stato utile a loro.
Se, poi, qualcuno si rivolge a lui per un consiglio o un chiarimento, sia consapevole della responsabilità che ha nei confronti di chi si affida alle sue parole. Infatti, «Se presso i vostri simili voi godete di una fama, di una notorietà, di un prestigio, siate consapevoli della fiducia che godete, sappiate bene usarla […] in modo altruistico e a loro beneficio». Questo, indubbiamente, vale in qualsiasi campo, ma a maggior ragione là dove ci sia interesse verso la spiritualità.
Sulla stessa linea è Kempis, altra entità del Cerchio, che in un’altra comunicazione medianica (v.) ribadisce che è necessario partire da se stessi per la propria evoluzione e non affidarsi ad alcun Maestro.

Audio del brano letto da un attore




organizzazioniEsaminiamo a grandi tratti le linee dell’evoluzione spirituale dell’individuo.
Inizialmente l’individuo non ha coscienza di se stesso ed è un centro di sensibilità ed espressione. Fino a che l’individuo non si incarna come uomo, lo scopo della sua esistenza nel piano fisico è quello di costituire i propri veicoli, gli strumenti atti a dargli la possibilità di manifestare se stesso, in altre parole portarlo a quel livello di sviluppo che possa servire all’ulteriore fase dell’evoluzione individuale.
Allorché questo livello è raggiunto, l’individuo ha coscienza di se stesso ed è diventato un centro di coscienza e di espressione. Mentre prima era solo un centro di sensibilità, percepiva e rivelava quanto l’ambiente circostante gli faceva percepire: freddo, caldo, sete e via dicendo. Successivamente vi è una individualizzazione ed infatti l’uomo dice: io ho freddo, io ho caldo, e così via.

organizzazioniA questo punto è facile capire che per l’individuo si schiude un mondo nuovo: il mondo dell’io, il mondo che il senso di separatività gli suggerisce. Così l’individuo conosce profondamente e profondamente percepisce l’egoismo, l’avidità, la bramosia di possesso; stimoli che nascono appunto dall’io, dal sentirsi separati da quanto circonda. Questo egoismo inizialmente è violento e si manifesta in forme violente: il furto, l’omicidio, la violenza, perché l’individuo, che non si discosta molto dall’animale, cerca la via più breve per venire in possesso di quanto è oggetto del suo desiderio.

organizzazioniEd ecco che allora occorrono dei fattori che possano limitare questo richiamo violento dell’individuo in modo che non vi siano dei gravi danni verso altri individui che a lui sono vicini. Voi sapete che vi è una inibizione naturale rappresentata dalla limitazione della libertà di arbitrio dell’individuo quando questi non sia molto evoluto; ma, come sempre, ogni forza è doppia e a questa che risiede nell’intimo dell’individuo, nel suo essere, ne è accoppiata un’altra, la quale invece sta al di fuori dell’individuo, nell’organizzazione sociale in cui l’individuo vive.

organizzazioniAbbiamo allora i tabù, le leggi che non si possono violare, i comandamenti morali o religiosi i quali, sotto la minaccia di un castigo o l’inibizione della paura, vietano di compiere certi atti violenti che l’individuo vorrebbe compiere. Gli individui si costituiscono in società e le società hanno le loro regole, le loro leggi che devono essere osservate per il rispetto reciproco degli individui. Noi vediamo quindi, a questo grado dell’evoluzione, che le istituzioni sociali sono necessarie in modo simile alla limitazione di libertà di arbitrio che risiede nell’intimo dell’individuo.
Successivamente, quando l’evoluzione o la maturazione spirituale dell’individuo è tale per cui egli non compirebbe più atti di violenza per assecondare il proprio egoismo, anche se non vi fossero proibizioni formali, le organizzazioni perdono il loro significato e il loro scopo.

organizzazioniLe organizzazioni vanno molto bene per le conquiste umane, per quello che l’uomo non riesce ad ottenere singolarmente in fatto di riconoscimento, in fatto di mète sociali, ma sono contrarie allo spirito stesso della verità e dell’insegnamento quando siano costituite e fondate con l’intenzione di fare evolvere l’individuo. Chi si accosta ad una organizzazione spirituale con lo scopo di evolvere se stesso, di raggiungere una mèta, in effetti non fa che assecondare il processo di espansione dell’io.
Così voi non dovete parlare ai vostri simili per insegnare loro, non dovete sentirvi degli istruttori, ma ciascuno di voi, quando se ne presenta l’occasione, addivenga ad un colloquio con il suo simile per amore verso questo, per seguire quel prezioso impulso che sente di aiutarlo, senza preoccuparsi se il suo simile lo segue, se il suo simile lo giudica evoluto o intellettualmente quadrato, erudito e via dicendo: ma, ripeto, con il solo scopo di dare chiarezza al proprio fratello.

organizzazioniOccorre stabilire individualmente questi colloqui, queste intime comunioni, nelle quali il desiderio di primeggiare non esiste, nelle quali esiste unicamente il desiderio di veder tornare il sorriso sul volto del proprio interlocutore, nelle quali non si esige che il proprio interlocutore abbia capito e divenga un neofito, perché in questo caso sarebbe una palese dimostrazione che il presunto altruismo è un moto ambizioso ed egoistico.
Non è importante che il colloquio si ripeta. Se il vostro interlocutore avrà bisogno ancora delle vostre parole, sarà egli stesso a chiederlo, non voi ad imporglielo; se il vostro interlocutore sarà beneficato da quello che gli avete detto, sarà lui che vi chiederà di parlare ancora con voi.

organizzazioniMa voi non dovete sentirvi lusingati da questa richiesta, imperciocché se così fosse sarebbe una chiara, lampante, inequivocabile manifestazione che vi è ancora dell’ambizione che vi muove a parlare. E se anche così è, non vi diciamo «tacete», no, continuate pure a parlare perché il vostro interlocutore in ogni modo beneficerà delle vostre parole, sia che siano mosse dall’egoismo che dall’altruismo. Però se è l’ambizione che vi muove, siatene consapevoli ed allora vedrete che non vi sentirete più dei novelli predicatori, dei discepoli prediletti che sono mandati fra gli uomini per catechizzare le masse, ma delle creature che ricercano, come la maggior parte delle altre, un mezzo per avere soddisfazione egoistica.
L’individuo è quello che è. Né le organizzazioni, né il prestigio che i suoi simili gli possono accordare, lo accrescono spiritualmente.

organizzazioniIn effetti, se l’uomo gode presso i suoi simili di una certa rispettabilità, la sua persona ha un peso nei confronti degli altri, una responsabilità nei confronti di chi gli accorda questo prestigio; ma in se stesso l’individuo è quello che è, e se, di peso, noi lo prendiamo dal centro più o meno ristretto di coloro che gli accordano un privilegio e lo trasportiamo in un altro cerchio di individui dove nessuno lo conosce, l’individuo torna ad essere quello che è, rimane nudo di fronte agli altri, ricco solo della sua ricchezza interiore.
Se presso i vostri simili voi godete di una fama, di una notorietà, di un prestigio, siate consapevoli della fiducia che godete, sappiate bene usarla perché è un talento che avete e che deve essere speso nella maniera giusta. Chi è ascoltato dagli altri perché, a torto o ragione, è ritenuto in grado di poter dire qualcosa, sia consapevole di questa sua possibilità, di questo suo potere e sappia spendere questo talento che ha in più rispetto agli altri, questo ascendente che ha sulle altre creature, in modo altruistico e a loro beneficio.
Se da altri ha ricevuto questa cambiale firmata in bianco, sappia contraccambiare usandola per il loro bene e non per il proprio interesse.

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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