Un viaggio nella memoria familiare



Gad Lerner: Scintille. Una storia di anime vagabonde

memoria familiareÈ un libro che accompagna il lettore in un viaggio nello spazio e nel tempo, nella memoria familiare, nella storia degli ebrei, e in quella di due mondi, quello europeo orientale e quello medio orientale, da noi così poco conosciuti e lontani in ogni senso. Se il viaggio personale ci affascina, ci commuove e ci turba, quello in altri mondi ci fa comprendere la complessità del mondo nella sua totalità e quanto sia difficile pronunciarsi quando non si vive dal di dentro una realtà.

Compiendo questo viaggio Gad Lerner si è trasformato, perché ha riflettuto, maturato e compreso la storia della sua famiglia che ha plasmato i suoi genitori e i cui effetti sono stati forti e non indolori per tutti loro. Non la conosceva perché né il padre né la madre sono stati in grado di parlargliene, perciò ha ritenuto opportuno ripercorrere i passi da loro compiuti. Ora conosce le vicende della sua famiglia, i dolori da essa subiti, pertanto comprende le parole non dette, i sentimenti non espressi, i comportamenti dei suoi genitori. Non tutto è risolto, ma lui ha cambiato atteggiamento verso di loro e ha voluto che fosse così ora, che sono ancora vivi, per onorarli come indica il Comandamento, nel senso di rispettarli, di dare loro la dovuta importanza.

Come il bruco, rozzo, informe, brutto, si trasforma in farfalla, dotata di ali che le danno leggerezza e bellezza, il giornalista ha subito un cambiamento. E la copertina del libro è davvero evocativa perché vi è raffigurata una farfalla, che è il simbolo del cambiamento oltre che, in molte culture, simbolo dell’anima. E le anime sono le scintille di cui parla il sottotitolo, prodotte dagli scontri e dalle battaglie scatenate dal gilgul della qabbalah ebraica, il movimento errabondo, frenetico e rotatorio delle anime strappate bruscamente dai loro corpi.

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In particolare quella della copertina non è una vera farfalla, ma il risultato della composizione di cinque immagini: al centro c’è la figura di una donna che ne rappresenta il corpo, dal quale si dispiegano le ali che altro non sono che quattro immagini fotografiche della città di Beirut. Non so di chi sia stata la scelta di questa figura composita né se sia stata fatta con un intento preciso, in ogni caso è stata davvero azzeccata.

La prima tappa di questo viaggio nella memoria è a Beirut dove Lerner va alla ricerca della casa in cui è nato e ha vissuto i primi anni della sua infanzia. La trova e riesce a vederla grazie all’ospitalità della famiglia islamica che ora vi abita. In questa città, un tempo nota per la sua ricchezza e per la civile convivenza di varie etnie, incontra esponenti della società ebraica e di quella islamica. Qui cerca di comprendere il mondo in cui hanno vissuto i suoi genitori e i suoi nonni e il loro diverso approccio nei confronti della vita.

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Quindi si reca in Galizia da dove i suoi nonni provengono. Della vita in medio oriente dei suoi familiari Lerner ha qualche conoscenza, mentre di quella in questa regione che oggi si trova divisa tra tre stati (Polonia, Ucraina e Russia) ne ha veramente poca. Qui trova un mondo completamente diverso, direi forse più cupo, in cui si cerca di dimenticare che persone di religione ebraica vi hanno vissuto per secoli in maniera attiva e proficua, costituendo una parte importante della società sia dal punto di vista numerico che produttivo. In questi luoghi gli ebrei sono stati vittime dell’olocausto e nei boschi di questa regione molte sono le fosse comuni che ricordano questa tragedia.

Gad Lerner qui ripercorre, non senza turbamento, la sua storia famigliare e quella della comunità ebraica locale e percepisce più che mai la presenza del gilgul. Comprende quindi le difficoltà che hanno incontrato i suoi genitori a parlargli degli eventi che hanno coinvolto le loro famiglie. Il padre non lo ha fatto perché, pur non vivendo più in Galizia a quel tempo, avvertiva le angosce e le preoccupazioni dei suoi genitori per coloro che avevano lasciato qui. Gli eventi sono stati così drammatici che certamente non è stato in grado di elaborarli e di trasmetterne il ricordo ai figli. La madre, pur essendo a conoscenza di ciò che accadeva qui, era troppo giovane e distante fisicamente da comprendere la portata degli eventi.

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Altra tappa del viaggio di Lerner è Israele, dove i nonni e i famigliari si sono trasferiti. Ma questa non è la terza tappa di un viaggio svolto in maniera lineare. Il libro, infatti, pur seguendo una logica di geografia fisica, è l’insieme delle emozioni, delle scoperte, delle realtà vissute in varie occasioni da parte di Lerner. Alcuni soggiorni sono nati proprio dalla sua esigenza di capire il silenzio dei genitori e di dare una risposta ai mille perché suscitati da questo, altri sono invece stati l’occasione per raccontare come giornalista e inviato gli eventi che, soprattutto in Libano e in Israele, vi si stavano svolgendo.

memoria familiarePur avendo trovato risposte alle sue domande, altrettante ne sono sorte, soprattutto quando riteneva di non avere un finale per il libro. Infatti, mentre ne stava ultimando la stesura è venuto a sapere che la nonna, da tutti ritenuta una figura senza spessore, ha avuto un ruolo molto attivo nella comunità ebraica libanese con contatti nazionali e internazionali molto importanti.

Il viaggio insieme a Lerner, come ho scritto all’inizio, ci affascina, ci commuove e ci turba. E soprattutto ci induce a riflettere su certi eventi e ci suggerisce l’approfondimento, fatto però con mente serena, priva di pregiudizi sulla realtà ebraica e su quella islamica. Così come lui prendiamo atto di questi due mondi con i loro pregi e i loro difetti, senza dimenticare che il bene e il male stanno da entrambe le parti.

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Il libro

Gad Lerner: Scintille. Una storia di anime vagabonde, ed. Feltrinelli, Milano 2011

L’autore

Gad Lerner è giornalista, ha condotto e conduce con successo trasmissioni televisive di informazione, è autore di Operai (Feltrinelli 1987), Crociate (Rizzoli 2000), Tu sei un bastardo (Feltrinelli 2005).

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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