La scrittura e le sue caratteristiche



Un modo per esprimere sentimenti, riflessioni e situazioni

scritturaScrittura: un modo per l’uomo di comunicare situazioni, sentimenti e tanto altro. Solitamente quando si parla di scrittura solitamente si pensa ad un’espressione grafica ben precisa, come un alfabeto, ma non c’è solo questo. Infatti si parla di scrittura anche nel caso d altri segni grafici, di cui gli studiosi già da tempo hanno rivalutato l’importanza così come hanno ripensato alla valutazione dell’evoluzione e della complessità di una cultura non soltanto in base alla presenza di una scrittura. Infatti una cultura era ritenuta evoluta e complessa se al suo interno si era sviluppata una forma di scrittura, ma non sempre è così. Comunque è indubbio che essa presuppone un certo ordinamento nella società.
Scopo di questo articolo, però, non è quello di esaminare in profondità la storia, l’evoluzione e i significati della scrittura, ma quello di presentare un breve quadro, anche se non esaustivo, di questa forma espressiva.

scritturaIn Occidente siamo abituati ad una forma di scrittura ormai consolidata basata su forme grafiche definite da un alfabeto, tuttavia nel tempo i concetti espressi dall’uomo sono stati rappresentati in vari modi. Diversi, infatti, sono i tipi di scrittura presenti nel mondo, talvolta costituiti da simboli, più o meno universali. In alcuni casi è facile capirne il significato, altre volte è difficile interpretarli. In certe culture, poi, la comunicazione di un pensiero è stata effettuata con oggetti comprensibili a chi erano destinati, tanto che oggi non si è in grado di individuare i concetti a loro legati. Infatti una certa simbologia è evidente quando si conosce il contesto in cui è inserita. Oggi a noi sono familiari determinate figure che compaiono in luoghi accessibili anche a chi non conosce la nostra lingua o non sa leggere. Un esempio è la raffigurazione di un uomo che si muove accompagnato da una freccia diretta verso un rettangolo. Chiunque la veda sa che indica un’uscita di emergenza, ma in un futuro molto remoto potrebbe non essere capita se non si conosce il contesto e lo scopo per cui è stata fatta.

scritturaLa conoscenza e la pratica della scrittura non erano di tutti e chi le aveva faceva parte di un gruppo ristretto. Lo scriba mesopotamico, per esempio, rivestiva un ruolo davvero importante nella società e spesso era detentore di altri saperi. Ricopiava testi antichi, aggiungendo a volte sue osservazioni se era esperto della materia, riportava i dati di scambi commerciali, riferiva il volere del sovrano o della classe dirigente e altro ancora.
La scrittura è uno dei mezzi utilizzati dall’uomo per affermare il proprio potere, per dominare, per influenzare, per riferire notizie (vere o false), ma anche per creare o rafforzare legami con altri individui o altri popoli. È impiegato per tramandare e diffondere conoscenze, per documentare eventi e per riportare la parola della divinità. E proprio alla divinità alcune culture attribuiscono la paternità della scrittura, a Babilonia, per esempio, il dio della scrittura è Nabu, mentre in Egitto ad essa presiedono il dio Thoth e la dea Sešat.

scritturaLa scrittura talvolta assume una valenza magica. Alcuni popoli, infatti, ritengono che possieda una certa energia, perché proveniente dalla divinità, e che sia in grado di sprigionare potere. L’uso magico che se ne fa, per esempio, è documentato in Tibet dalle pietre o dai muri incisi con varie formule, o dalle strisce di stoffa o di carta che sventolano al vento e sulle quali sono scritte parole o formule. Ma c’è anche chi porta con sé strisce di carta con incise frasi ritenute opportune per la propria protezione.

scritturaVari sono i supporti della scrittura. A noi oggi sono famigliari il papiro e la pergamena, ma si sono utilizzati anche la corteccia di alberi, la cera, alcuni metalli, tessuti vari, il cuoio (i rotoli della Legge giudaica erano di pelle di bue) e perfino la pelle umana. Riguardo a quest’ultima basti pensare ai tatuaggi (presenti in tantissime culture) o alle scarificazioni. Scrittura che può essere permanente o temporanea, che indica funzioni, ruoli sociali, in poche parole che permette di distinguere l’individuo, sia in senso positivo sia in senso negativo (si pensi alla lettera J per identificare gli ebrei (in tedesco Jude) in epoca nazista o ai numeri incisi sulle braccia di chi era rinchiuso nei lager nazisti).

scritturaUna caratteristica che spesso si dimentica della scrittura è la sua non unicità non tanto perché culture diverse hanno scritture diverse, ma quanto il fatto che cambi nell’ambito di una stessa cultura. Nel tempo cambiano infatti gli stili con le quali è vergata – maiuscolo, minuscolo, corsivo – o si modificano l’inclinazione o i decori di una stessa lettera.
La scrittura è mutevole, si trasforma e oggi possiamo dire che la scrittura che vediamo oggi è diversa da quella di qualche secolo fa, così come mutano le condizioni e le esigenze della società in cui si sviluppa. In Occidente, per esempio, dal Medioevo in poi la scrittura ha registrato vari cambiamenti. Ad un certo momento le transazioni commerciali cominciano ad essere redatte nella cosiddetta lingua volgare, cioè quella del popolo, perché non tutti conoscevano il latino. Infatti, questa lingua, retaggio di un glorioso passato e di un’eredità secolare, era per lo più nota e utilizzata dalle classi sociali elevate. Per diversi secoli, quindi, si assiste alla compresenza di questi due tipi non solo di linguaggio, ma anche di scrittura.

Contemporaneamente si assiste anche a una diversità di scrittura per i documenti e gli atti ufficiali, così come a una diversità di stili rispetto al passato e ad una progressiva organizzazione delle regole (anche se non codificate) cui deve soggiacere.
In seguito all’invenzione della stampa la scrittura subisce altre modifiche, senza tuttavia soppiantare quella manuale. Cosa che sembra accadere ai giorni nostri in cui moltissima parte di ciò che viene scritto lo è tramite strumenti ormai a noi familiari: le tastiere di computer, i tablet e i cellulari.

scritturaConcludo questa mia breve – e non esaustiva – esposizione, che ha solo lo scopo di fornire un quadro sintetico di questa forma di espressione, non prima però di aver fatto una fugace digressione.
Lo stimolo a parlare della scrittura è venuto dalla necessità di soddisfare – anche se non pienamente – la curiosità di approfondire la sua conoscenza derivata dalla visita ad una bella mostra, tuttora in corso, sulla scrittura di Leonardo da Vinci (1452-1519). In occasione del quinto centenario della sua morte, – oltre a numerose altre iniziative in varie località italiane ed estere – al Castello Sforzesco di Milano, Isabella Fiorentini, Loredana Minenna e Marzia Pontone hanno curato un allestimento in cui sono state esposte alcune opere di questo uomo geniale, accompagnate da testi, a lui coevi e non, che illustrano lo sviluppo della scrittura. Le curatrici, inoltre, hanno pensato di fornire al visitatore la possibilità di sfogliare, anche se solo virtualmente, il Codice Atlantico che contiene al suo interno i caratteristici disegni di Leonardo accompagnati dalle sue note esplicative.

scritturaQuesto modo di esporre concetti e conoscenze è tipico di chi utilizza disegni che mostrano particolari non sempre spiegabili in maniera sintetica con la scrittura. Si dice quindi che si tratta di due “codici” e le pagine di Leonardo da Vinci ne sono un esempio. I disegni anatomici, o quelli che rappresentano specie vegetali, per citarne alcuni, servono per documentare le sue osservazioni tramite un linguaggio figurato, in quanto il linguaggio scientifico appropriato è ai suoi albori. La scrittura che li accompagna serve, invece, a spiegare ciò che non può essere rappresentato graficamente. I due sistemi si compensano a vicenda, perché là dove uno è insufficiente a “parlare” subentra l’altro. Ma la scrittura di Leonardo non è solo questo, perché – come credo tutti sappiano -, egli era in grado di scrivere sia da sinistra a destra che da destra a sinistra. E il titolo della mostra Una scrittura allo specchio richiama proprio questa sua caratteristica, così come il sottotitolo I segreti della sinistra mano di Leonardo si riferisce al fatto che lui utilizzava la "sinistra mano", cioè era mancino.

La mostra, prevista dal 31 gennaio fino al 19 aprile 2020, attualmente non è accessibile, perché, come recita la sua pagina ufficiale «I Musei e le mostre del Castello Sforzesco restano temporaneamente chiusi al pubblico fino al 3 aprile 2020, in ottemperanza al DPCM del 8.03.2020 in materia di contenimento del contagio da Covid-19».

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Leonardo da Vinci a Milano

Per approfondire

Giorgio Raimondo Cardona: Storia universale della scrittura, ed. Mondadori 1986

Henri-Jean Martin: Storia e potere della scrittura, ed. Laterza 1990

La mostra Una scrittura allo specchio. I segreti della sinistra mano di Leonardo

Castello Sforzesco

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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