Kempis – La politica, l’ideologia e la coscienza individuale



La politica deve indurre a creare una nuova coscienza individuale

La politica è spesso motivo di scontro in una società e diverse sono state le sue interpretazioni nel tempo. Oggi viviamo un momento difficile, non solo in Italia, ma in altri Paesi, momento in cui la diversità politica diventa scontro, anche violento. Ben vengono queste parole di Kempis, entità manifestatasi al Cerchio Firenze 77 grazie alla medianità di Roberto Setti. Sono state pronunciate più di trent’anni fa , ma sono più che mai attuali ed esortano a riportare l’attenzione alla coscienza individuale. Infatti «tutti parlano di una diversa organizzazione della società, mentre quella che occorre è una nuova coscienza individuale» che porti ad una coscienza sociale affinché la politica possa realizzare una società migliore. Discorso non nuovo per il Cerchio, quello di partire dall’individuo e quindi da se stessi, ma affrontato dalla prospettiva della politica. Questa deve avere una sua etica e come scopo il miglioramento delle condizioni della società. Solo partendo dal singolo questo può essere fatto e le parole di Kempis sono rivolte a lui.
Con forza Kempis si rivolge a coloro che si dedicano alla politica, incitandoli ad essere dei veri politici e a non perseguire il proprio interesse personale, ma quello della collettività, non solo quello di un singolo Stato, ma anche quello di altri popoli. Ribadisce inoltre l’importanza della pluralità delle ideologie perché «non si può imprigionare la vita di un uomo, e quindi di un popolo, in un solo sistema, perché nessuno di essi rende giustizia alla intera condizione umana. Come saggiamente pensò Aristotele, nessun governo, nessuna politica possono ispirarsi ad una sola ideologia». Per di più, «Una società armoniosa ed equilibrata non può che fondarsi su una completezza di sistemi, tale da rendere giustizia ad ogni circostanza, in cui vi sia spazio per l’eresia e per l’ortodossia; per la ribellione come per il conformismo».
Per comprendere meglio il testo e per apprezzare l’incisività delle parole di Kempis ritengo sia necessario integrarlo con l’ascolto della sua voce, forte e veemente.

coscienza individualeDifficilmente in uno stesso paese e quasi nel medesimo tempo, sono nati tanti uomini, poi divenuti illustri, come nell’antica Grecia. Terra meravigliosa che ha dato i suoi natali ad uomini che si sono espressi incisivamente in ogni campo del pensiero umano. Di che cosa non è stata culla l’antica Grecia? Si dice perfino della politica. Cosa c’è? Perché storcete il naso? Preferireste che io non parlassi di politica? Oppure non la ritenete tanto degna d’aver avuto i suoi natali nell’antica Grecia? Eppure la si dice figlia di Platone e di Aristotele, perché di questi due grandi sono le prime opere scritte che di politica trattino. Ma di questa paternità ho i miei dubbi, perché se è vero che la politica è la scienza del governare, non c’è dubbio che essa abbia origini assai più antiche. D’altra parte non mi sembra neppure certo che le più antiche opere scritte, che di politica trattano, siano da attribuirsi a quei due grandi autori che adesso rammentavo.
Una cosa è certa: in ogni tempo, fare della politica ha significato usare l’arte dell’inganno. Anche quando la politica fondava i suoi principi sulla morale, in pratica, poi, era tutt’altra cosa. Per convincersene basta guardare le belle prodezze che furono compiute proprio nel periodo in cui il potere politico era, prevalentemente, nelle mani del potere religioso e quindi la politica avrebbe dovuto essere l’espressione della massima moralità. Ma del resto era giusto che fosse cosi, perché in pratica si trattava di garantire la sopravvivenza fisica a uomini che non erano certo disposti a lasciarsi uccidere pur di non essere costretti ad uccidere, e quindi dannoso sarebbe stato applicare principi morali tanto lontani dalla comune portata.

coscienza individualeLa bella intelligenza di san Tommaso comprese la necessità di distinguere il potere politico da quello religioso, proprio per poter giustificare le pessime azioni nonostante la proclamazione dei migliori propositi, e inconsciamente si può dire che inventò il principio di : "quella è un’altra cosa". Principio meraviglioso! Che è rimasto in auge fino ai vostri tempi. Quante volte un comportamento diverso, in identiche circostanze, per persone diverse, è giustificato dicendo: «Ma quella è un’altra cosa!». «Video meliora proboque, deteriora sequor» [Vedo il meglio e lo approvo, ma seguo il peggio].
Anche il sommo Dante riconobbe la necessità di distinguere il potere politico da quello religioso: ovviamente per ragioni diverse da quelle che avevano mosso San Tommaso. Il successivo passo nella storia non poteva che essere innovatore su due fronti: da una parte Marsilio da Padova [Nota 1] ardisce affermare la superiorità dell’Imperatore sul Papa e dall’altra il buon Machiavelli asserisce che la politica deve correre su binari diversi da quelli della morale: un atto di onestà encomiabile contro il dilagare dell’ipocrisia della Chiesa, che fu massima proprio nel periodo in cui essa deteneva il potere politico. Un atto di onestà encomiabile, anche se poi, in pratica, si ridusse in un togliere ogni remora alla spregiudicata azione dei politici, e a fare della politica un faccendare ancor più privo di scrupoli.

Nota 1 – Marsilio da Padova (1275-1343) – Filosofo e scrittore politico: le sue teorie precorrono le dottrine democratiche del XVII e XVIII secolo

coscienza individualePersonalmente io trovo aderente la definizione secondo la quale la politica è la scelta del possibile, ma non solo nella res publica, in ogni campo, anche nella sfera personale. Si spiega così perché certi politici si sentano autorizzati e nella legalità quando agiscono spregiudicatamente nella vita privata: applicano la scienza della politica nella sfera personale, perciò non deve destare meraviglia che il loro agire sia svincolato dalla morale, Del resto, applicare la propria scienza alla propria vita non è mai stato un reato. Ve la sentireste voi di condannare un chirurgo, per esempio, perché a tavola anziché il coltello usasse il bisturi?
Grazie ai suoi sacerdoti, la politica è sempre stata sinonimo di attività ingannevole e furbesca – è vero? – con la quale si cerca di ottenere quello che si vuole e spesso si trasformano in gonzi quelli che, in buona fede , ancora credono alla buona fede altrui.

coscienza individualeIo non vorrei dare l’impressione di condannare la politica senza possibilità di appello, ma d’altra parte non vorrei apparire pragmatista affermando ch’essa si salva solo per quell’aspetto concreto, per le realizzazioni pratiche, tanto più che – guarda caso – quell’aspetto potrebbe benissimo chiamarsi sociologia. Odo un coro di proteste: indubbiamente non sono un buon politico. Svalorizzare così una attività del pensiero dell’uomo, alla quale tutti possono dedicarsi con profitto, purché sappiano parlare senza dire e improvvisare! Mi si obietterà che la politica non è solo questo, c’è anche l’ideologia. È vero, c’è l’ideologia che il politico vuol far salva ad ogni costo, anche quando ormai le azioni sono esattamente all’opposto dell’idea professata. Si illude di salvarla magari applicandola alle sole ricette di culinaria.
Mi permettano una domanda, i funamboli del politicare: «Quando parlando fate dell’alchimia politica, credete a quello che dite? Perché, se vi credete, io mi taccio; ma se non vi credete, perché parlate? Qual è la vostra intenzione? È essa degna della dignità di un uomo?»

coscienza individualeNon entrerò certo nel merito di ogni singola ideologia; inutile e noioso sarebbe il farlo; mi limiterò a sottolineare un errore comune a tutte: gli aderenti ad una ideologia politica formano un raggruppamento, un partito.
Nei sistemi dittatoriali, chi non condivide l’ideologia di Stato è considerato un pericolo pubblico, un nemico della patria. Nel vostro sistema democratico, chi non riesce a identificare il proprio pensiero in una delle ideologie che animano i partiti, chi giudica le cose non dall’etichetta di chi le ha realizzate, ma semplicemente da quello che esse rappresentano in se stesse, è bollato col grave epiteto di qualunquista. È il sistema con cui i partiti si difendono; un sistema vecchio come la strategia militare: difendersi attaccando. Ebbene, io vi invito – o nemici della patria, o qualunquisti – a rilanciare, ad affermare – dando ampia facoltà di prova ai vostri accusatori – che nessuna delle categorie filosofiche del presente o del passato, nessuna scienza, nessuna religione, nessuna ideologia, nessun partito politico, possono ambiziosamente rivendicare la propria universalità, possono affermare di contenere nel loro sistema la totalità dell’uomo.

coscienza individualeUna volta, fare della politica significava creare o modificare avvenimenti a vantaggio di uno Stato. Ma, dal XVII secolo in poi, cominciarono ad abbondare i creatori di sistemi. Intanto si divise il mondo in due parti, così come si spacca una mela: da una parte i conservatori, dall’altra i radicali; o – per usare un’espressione del Comte [Nota 2] – la parte dell’ordine e quella del progresso. E poi si cercò di stabilire qual era la parte che migliorava il mondo, come se non lo fossero entrambe; come se non fosse l’esperienza acquisita, unita alla volontà di rinnovamento, a creare le migliori condizioni per il progresso dei popoli.
Sostengo che di volta in volta ciò che è ricusato dall’idealismo o dal materialismo, dall’individualismo o dal collettivismo, dal naturalismo o dall’esistenzialismo, può essere essenziale a creare quelle magiche condizioni nelle quali il progresso dei popoli compie un enorme balzo in avanti.

Nota 2 – Auguste Comte (1798-1857) concepisce la "sociologia". Scrive: «La politica positiva, o trattato di sociologia istituente la religione dell’umanità»

coscienza individualeQuella nazione che troppo rigidamente vuole uniformare i propri ordinamenti ad una sola ideologia è votata alla disgregazione e alla catastrofe. Paradossalmente può salvarsi solo per la inefficienza delle sue istituzioni, per la pigrizia della sua burocrazia, per la corruzione, per l’azione dei suoi cittadini che a quel sistema non vogliono uniformarsi. Ma se questo non accade, inevitabilmente succede la catastrofe, perché non si può imprigionare la vita di un uomo, e quindi di un popolo, in un solo sistema, perché nessuno di essi rende giustizia alla intera condizione umana. Come saggiamente pensò Aristotele, nessun governo, nessuna politica possono ispirarsi ad una sola ideologia. Quando il capitalismo – che già ha salvato dalla letargia feudale – soffoca l’uomo in obbedienza al cieco principio del profitto economico, la salvezza viene dalle idee socialiste; ma quando lo Stato e le sue istituzioni fossilizzano e la troppo diffusa ricchezza produce sperpero, un ritorno al rigore economico del capitalismo si impone Una società armoniosa ed equilibrata non può che fondarsi su una completezza di sistemi, tale da rendere giustizia ad ogni circostanza, in cui vi sia spazio per l’eresia e per l’ortodossia; per la ribellione come per il conformismo.

coscienza individualeOgni partito, ogni ideologia, mirano a esaltare e moltiplicare gli stimoli che l’ambiente ha sull’individuo e tengono invece in nessun conto gli impulsi interiori dell’uomo, l’autocontrollo. Ogni partito, ogni ideologia promettono beni materiali, istituzioni sociali; una vita più facile e più giusta; ma quale partito, quale ideologia lavora per un uomo intimamente nuovo? Tutti promettono qualche cosa che si fonda sul valore dei sensi, tutti parlano di una diversa organizzazione della società, mentre quella che occorre è una nuova coscienza individuale. Può, questa, venire dalla politica? Se è vero che un solo sistema non sarà mai sufficiente a contenere tutte le occasioni diverse e contraddittorie della vita di un popolo, né due, né cento sistemi potranno mai dare quello che l’individuo, il singolo deve trovare personalmente: la coscienza individuale e quindi la coscienza sociale.

coscienza individualeLa politica può solo indurre i cittadini ad una simile conquista: indurre, non di più. Intimamente lo sapete, ma fate finta di ignorarlo perché sperate di gettare il peso della vostra stessa rigenerazione sulle spalle di un salvatore, di un dittatore o di un governo: legalità corrotte o corruzione legalizzata. E se il dovere di ogni buon governo, in fatto di politica interna, è quello di indurre i cittadini a migliorarsi, ad arricchirsi interiormente – oltre che a creare migliori condizioni di vita, ad impedire ingiustizie e sperequazioni – la politica estera non può essere volta ad ottenere tutto questo soffocando altri popoli ed altre nazioni. Checché ne dica il buon Machiavelli, il futuro della politica corre su binari che riconoscono e rispettano i diritti di ogni uomo e quindi di ogni popolo. Se questo si chiami moralità, non lo so, né mi interessa il saperlo. So solo che diversamente da così non sarebbe giusto agire da nessun punto di vista, neppure dal semplice punto di vista della sopravvivenza dell’umanità. Come è giusto che, in una società giusta, ad ogni individuo vengano riconosciuti gli stessi diritti, indipendentemente dal suo nascere in una famiglia o l’altra, dal suo ricoprire una carica o l’altra, una posizione o l’altra, e ciascuno abbia la possibilità di realizzarsi, assistito dalle istituzioni sociali; così non sarebbe giusto, e non è giusto, che esistano popoli e nazioni sottosviluppati o, peggio ancora, che paghino con la loro miseria il benessere di altri.

coscienza individualeE se vi sono degli uomini in buona fede che credono che questi ideali possano essere raggiunti dalla politica, e vivono dimenticando se stessi, protesi a questi loro ideali, essi sono i veri politici, degni del massimo rispetto e della più grande ammirazione. Volentieri io bacio la terra da loro calpestata.
Ma non posso non rivolgermi a quelli che in buona fede non sono, ai falsi politici, per dire loro: Voi che avete ricevuto un mandato dalla collettività e di esso vi servite per il vostro tornaconto; voi che usate il potere per fini egoistici, che profumatamente fate pagare quello che gratuitamente avete ricevuto; che caricate di peso gli altri senza portare neppure una piccola parte di quel peso; che facilmente e generosamente promettete – perché è facile promettere quando non ci si fa carico di mantenere -; voi siete in tutto simili a chi opera la magia nera. Voi che favorite chi può favorirvi, che adulate chi può danneggiarvi, che nella propaganda dei giusti principi celate la vostra corruzione, la faziosità, la parzialità; voi siete in tutto simili ai falsi profeti operatori di iniquità.
E voi che, nascostamente agli occhi degli uomini, manovrate la violenza nel mondo, non vi illudete di rimanere sconosciuti a Chi sa quanti sono i capelli sul vostro capo e ha contato le cellule del vostro corpo e conosce perfino i vostri pensieri più riposti! Udendo queste mie parole, voi certo sorriderete. Una cosa è sicura: fra venti, trent’anni, voi come uomini sarete cenere, ma i vostri crimini rimarranno ad accusarvi.

coscienza individualeE mi rivolgo anche a voi, giovani popoli; simili a voi, giovani militanti politici in buona fede, mandati allo sbaraglio come carne da prima linea per spedizioni punitive; siete sicuri di non essere ingannati da chi vi aizza? Siete certi di seguire, di servire il vostro ideale? Perché, quando si tratta di aiutare il prossimo non è lecito chiedersi nulla, ma si ha il dovere di domandarsi tutto quando lo si può danneggiare.
E infine voi, poveri cristi, ai quali è stato carpito il voto con la promessa di far cessare la vostra condizione di subordinazione e di bisogno; che avete dato fiducia e siete stati traditi, non abbiate rancore per chi vi ha ingannato, per chi cerca nella vostra debolezza, nel vostro stato di necessità la propria forza, la propria affermazione. Considerate costoro per quello che sono. In verità vi dico ch’essi sono assai peggiori di chi ruba le cose sacre. Ma neppure voi siete alieni da responsabilità, perciò non compiangetevi. Perché aspettare la rivoluzione per rendere più semplice la vostra vita? O il razionamento, per liberare il vostro vivere del superfluo? Perché attendere il peggio per ispirare il vostro agire alla solidarietà? O altre guerre, per capire che una società, un popolo, una civiltà che si fonda sulla corsa al potere, al guadagno, ad ogni forma di vantaggio materiale, è un tradimento dell’umanità?

Questi interrogativi pesano sulle vostre coscienze: ignorarli significa rendere inevitabile il peggio. Chi ha orecchi, intenda.

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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