La verità come conquista del singolo
Quella che segue (audio originale) è una comunicazione medianica in cui Dali, una delle entità che si manifestavano attraverso la medianità di Roberto Setti del Cerchio Firenze 77, afferma che nessuno può trasfondere in noi la verità. Questa deve essere conquistata da noi attraverso l’esperienza materiale, perché «Che senso può avere conoscere come si svolge la vita su altri piani di esistenza, o in altre dimensioni, quando non sapete vivere la vostra dimensione?» Se siamo immersi nella materia è perché dobbiamo viverla, essendo questo il primo passo per conoscere la Realtà.
È inutile avere conoscenze teoriche, o perlomeno avere solo quelle, perché solo facendo esperienza diretta possiamo comprendere il perché dell’esistenza e le varie dimensioni della Realtà.
Inoltre, a proposito della verità Dali afferma in un altro messaggio, «Noi vi parliamo, ma non abbiamo la pretesa di dire che portiamo la verità del tutto, la verità nella sua interezza. Ciò che noi diciamo è un insegnamento ed è importante per voi che ci ascoltate, per altre creature che potranno venirne a conoscenza, ma le cose da sapersi sono moltissime».
Infine, Dali esorta a non creare organizzazioni che diffondano la verità o le indicazioni per raggiungerla, perché «Ogni organizzazione finisce sempre con l’essere più importante delle idee che professa», arrivando anche a rinnegarle, affermazione ribadita anche da altre entità e fatta propria da chi segue la filosofia del Cerchio Firenze 77.
Noi non abbiamo la pretesa di portarvi la verità, la verità è una conquista del singolo; nessuno può comprendere per voi. Gli uomini possono apprendere varie nozioni e trasfondere sui loro simili, ignari, il frutto delle loro conoscenze.
Chi è giunto alla verità, contrariamente a quanto si crede, non può trasfonderla negli altri. Può dare solamente delle indicazioni, ma non si debbono confondere le indicazioni con la verità, le parole con la comprensione. Così, non organizzatevi per diffondere la verità; la verità è, e basta. E non organizzatevi neppure per diffondere le indicazioni, se questo significa diffondere l’organizzazione. Ogni organizzazione finisce sempre con l’essere più importante delle idee che professa, così per non nuocere all’organizzazione si giunge a rinnegare i principi sui quali essa si è fondata. In verità vi dico che l’organizzazione è simile a colui che vuole sfamare gli affamati parlando loro di cibo.
Non cristallizzatevi sulle parole, ma cercate di comprendere. Le parole e le indicazioni, per essere valide – cioè per essere un valevole intermediario fra l’uomo e la verità – debbono mutare con i tempi e con i popoli; non debbono insegnarvi a cercare negli altri ciò che solo in voi stessi potete trovare.
Non debbono parlarvi dell’aldilà senza insegnarvi a comprendere l’al di qua.
Che senso può avere conoscere come si svolge la vita su altri piani di esistenza, o in altre dimensioni, quando non sapete vivere la vostra dimensione? E la vostra dimensione è il presente. Non debbono insegnarvi ad atteggiarvi a buoni, altruisti, mansueti, pacifici senza incitarvi a guardare in voi stessi, a mutare il vostro intimo. Non debbono insegnarvi a voler cambiare gli altri se prima non avete cambiato voi stessi. Non debbono insegnarvi un divenire, ma esservi di ausilio per raggiungere un nuovo essere. Solo a questo patto l’indicazione può essere utile.
Nota: il brano è tratto da Dai mondi invisibili, ed. Mediterranee.
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Audio originale del brano
Cerchio Firenze 77: fenomeni medianici e insegnamenti spirituali
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Per approfondire
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