Prodigi e presagi nelle storie di Svetonio


Imperatori romani ed eventi premonitori di nascita e di morte

prodigi e presagiDi prodigi e presagi è ricca la storia dell’uomo. Infatti in tutte le culture, in tutte le tradizioni ce ne sono testimonianze e riguardano figure che si sono distinte nell’umanità o, meno di frequente, gruppi umani. Oggi, nel tracciare la biografia di un personaggio di rilievo si descrivono le vicende personali e quelle pubbliche, mentre fatti insoliti a lui legati sono per lo più ignorati o visti come curiosità. Infatti, come si legge nel vocabolario Treccani, un prodigio è un «fatto, [un] fenomeno, [un] avvenimento che trascende, o sembra trascendere, l’ordine naturale delle cose, interpretato come preannuncio divino di eventi per lo più infausti… [e che ha] in sé del meraviglioso, dell’incredibile, del miracoloso». Mentre un presagio è un «preavviso sul determinarsi di eventi futuri, sul loro esito e sulle loro conseguenze, che si può trarre, secondo alcune credenze religiose o superstiziose, dalla osservazione di determinati fatti, considerati come segni premonitori».

prodigi e presagiNel passato, invece, c’è stato chi ha riferito prodigi e presagi, a volte dilungandosi nelle descrizioni, sapendo di rivolgersi a lettori che ne riconoscevano l’importanza. Tra questi vi è Svetonio che ne ha parlato nella sua opera Vita dei Cesari. Di lui non si conoscono con certezza né la data di nascita né quella di morte. Si sa che è vissuto tra la seconda metà del I secolo d.C. e la prima metà del II secolo d.C. ed è stato segretario ab epistulis dell’imperatore Adriano, con l’incarico «di sovrintendere alla composizione delle lettere ufficiali e alla stesura dei discorsi dell’imperatore». Grazie a questa posizione Svetonio ha potuto consultare gli archivi imperiali e così ricavare da essi le notizie che gli sono servite per compilare le biografie dei Cesari che hanno preceduto Adriano.

prodigi e presagiPurtroppo l’opera a noi pervenuta non è completa, ma permette di avere una buona conoscenza di questi personaggi. Svetonio ha riportato dati da lui attinti ai documenti ufficiali, affiancandoli con le parole di altri autori e con le dicerie e le testimonianze dei contemporanei di coloro di cui scrive.
I prodigi e presagi relativi ai dodici Cesari riguardano fatti accaduti prima della loro nascita e/o della loro morte, o durante la loro vita. Alcuni sono stati interpretati come tali da persone comuni (come i famigliari o le persone con cui erano in relazione) oppure da astrologi e aruspici, figure preposte a questo incarico. Vediamo alcuni esempi, in parte comuni a più di uno di loro, altri relativi ad una sola figura.

Prodigi e presagi di nascita

prodigi e presagiEcco cosa ci racconta Svetonio riguardo alla nascita di Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, meglio noto come Augusto (63 a.C.-14 d.C.), che sembra essere stata preannunciata in un «tempo remoto in cui un fulmine era caduto su una parte delle mura di Velitre [l’attuale Velletri, n.d.r.]». In tale occasione si era «profetizzato che un giorno un cittadino di quella città si sarebbe impadronito del potere». Questa interpretazione convinse gli abitanti della città a combattere spesso «contro il popolo Romano fin quasi alla loro rovina. Ben più tardi apparve evidente che il prodigio aveva voluto fare riferimento alla potenza di Augusto». Senza citare di che natura fosse, un altro autore, «Giulio Marato conferma che pochi mesi prima della sua nascita si verificò a Roma, in luogo pubblico, un prodigio per mezzo del quale si comunicava che la natura stava per generare un re al popolo romano: il Senato, spaventato, decretò che non si dovesse allevare nessun fanciullo nato in quell’anno; i senatori, però, che avevano le mogli gravide e che speravano la predizione si riferisse a loro, si diedero da fare perché il decreto del Senato» non diventasse esecutivo.

prodigi e presagiSecondo un racconto che ricalca una tradizione per giustificare l’origine divina del predestinato, Atia, la madre di Augusto, si fece portare in lettiga in un tempio per partecipare ad una cerimonia solenne in onore di Apollo, e poi, rimasta sola, si addormentò. «Tutto ad un tratto un serpente strisciò fino a lei e subito dopo se ne andò; quando si svegliò Atia si purificò come se uscisse dalle braccia di suo marito. E da quel momento portò sul corpo una macchia in forma di serpente che non poté più far sparire. Augusto nacque nove mesi dopo e per questo fu considerato figlio di Apollo».
La nascita di Augusto è stata preceduta anche da sogni avuti dai genitori. Atia, infatti, «sognò che i suoi visceri venivano portati alle stelle e si estendevano per tutta l’ampiezza della terra e del cielo». Mentre Ottavio, il padre, «sognò che dal ventre di Atia era nato un raggio di sole».
Similmente particolari accadimenti si ebbero poco prima della nascita di Tiberio e Nerone.

Prodigi e presagi di morte

prodigi e presagiCome la nascita anche la morte di alcuni dei Cesari è stata preceduta da prodigi e presagi.
Sono noti alcuni di quelli accaduti prima della morte di Giulio Cesare (101 a.C.-44 a.C.) perché citati in molte occasioni, come il sogno della moglie Calpurnia la notte precedente l’evento. La donna sognò infatti che il marito moriva tra le sue braccia per il crollo della «sommità della loro casa». La stessa notte Cesare «sognò di volare al di sopra delle nubi e di stringere la mano di Giove». Meno noto è un fatto riferito da Cornelio Balbo, amico intimo di Cesare, a Svetonio. L’uomo riferì che a Capua, mentre stavano demolendo delle tombe antiche per costruire case di campagna, alcuni coloni mandati in quella città trovarono una tavoletta di bronzo sulla quale, in lingua e caratteri greci, vi era scritto «Quando saranno scoperte le ossa di Capi [il fondatore di Capua, n.d.r.], un discendente di Iulo morrà per mano di consanguinei e ben presto sarà vendicato da terribili disastri dell’Italia». Come si sa Cesare fu pugnalato a morte nel 44 a.C. da alcuni senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto, suo figlio adottivo, e Gaio Cassio Longino.

prodigi e presagiAnche la morte di Caligola (12 d.C.-41 d.C.) fu annunciata da eventi particolari. «Ad Olimpia la statua di Giove, che Caligola aveva dato ordine di smontare e portare a Roma, mandò tutto ad un tratto uno scoppio di riso così violento che tutte le impalcature crollarono e gli operai si diedero alla fuga. Subito dopo sopraggiunse un certo Cassio che sosteneva di aver ricevuto in sogno l’ordine di immolare un toro [il toro è un simbolo di Giove]. Il Campidoglio di Capua fu colpito da un fulmine il giorno delle idi di marzo e la stessa cosa avvenne a Roma per il santuario di Apollo Palatino guardiano dell’atrio». Caligola ad un certo punto cominciò a vedere se stesso come un dio tanto da farsi chiamare Giove nelle cerimonie pubbliche o a comparire nelle vesti di Apollo.

prodigi e presagiSvetonio riferisce poi che «l’astrologo Silla, che Caligola consultava per un suo oroscopo, gli disse categoricamente che era prossimo alla morte. Dal canto loro le Fortune di Anzio [dee che davano oracoli, n.d.r.] lo avvertirono di guardarsi da Cassio; per questo fece uccidere Cassio Longino, allora proconsole in Asia, non ricordandosi più che anche Cherea [con cui era in disaccordo, n.d.r.] si chiamava Cassio». Fu proprio questi che, partecipando alla congiura contro di lui, lo uccise personalmente. Inoltre «[Caligola] il giorno prima della morte sognò di trovarsi in cielo presso il trono di Giove e che quello, spingendolo con l’alluce del suo piede destro, lo aveva precipitato sulla terra», mentre il giorno stesso della morte si verificarono diversi incidenti fortuiti, come li ha definiti Svetonio.

prodigi e presagiAnche per Claudio (10 a.C.-54 d.C.) non mancarono segni annuncianti la sua imminente morte: «l’apparizione di una cometa, la caduta di un fulmine sulla tomba di suo padre Druso e il fatto che proprio durante quell’anno era morta la maggior parte dei magistrati di ogni ordine». Inoltre, Svetonio fa notare come, per una sorta di presentimento da parte di Claudio, questi non avesse nominato consoli per i mesi successivi alla sua morte.

Alcune considerazioni

prodigi e presagiOggi i prodigi e i presagi che ho qui citato non sarebbero interpretati come tali, ad eccezione dei sogni, anche se sono visti come avvertimenti del nostro sé più profondo e non delle divinità. Nondimeno questi sono inscrivibili in quel campo che la scienza ufficiale non ritiene appartenerle, cioè la parapsicologia.
Nessuno (o forse una esigua minoranza) oggi direbbe che una cometa o un fulmine siano segnali di eventi straordinari, perché possiamo darne una spiegazione scientifica che nulla ha a che fare con il destino umano. Sono eventi naturali e il loro apparire è davvero una coincidenza fortuita e curiosa. Interessante mi sembra il ritrovamento della tavoletta di bronzo in cui si preannuncerebbe la morte di Giulio Cesare. Svetonio non dice se è stata conservata, ma solo che ha saputo di essa dalle parole di un amico di Cesare. Pertanto nulla si può accertare in merito.

prodigi e presagiCurioso lo scoppio di risa mentre si stava smontando una statua di Giove. Probabilmente sarà stato un fenomeno acustico particolare annunciante il crollo delle impalcature, senza alcuna causa divina. Se vera, poi, la questione del sogno che induceva a sacrificare un toro (simbolo del dio rappresentato dalla statua), sarebbe anche qui una coincidenza particolare.
In definitiva i prodigi e i presagi di Svetonio, che riporta dati ricavati da documenti ufficiali, ma anche dicerie e testimonianze orali (anche se dirette) e scritte, fanno sì sorridere per alcune interpretazioni, mentre per altre fanno pensare. Inoltre dimostrano come i fenomeni che rientrano nell’ambito che oggi definiamo paranormale sono parte della storia dell’uomo ed è anche per questo che meritano una certa attenzione. Così come lo sono prodigi e presagi come quelli riferiti da Svetonio per farci comprendere l’anima di un popolo, al di là delle sue vicende storiche.

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Per approfondire

Svetonio Vita dei Cesari, Ed. Garzanti, Milano 1977.

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Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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