I Pigmei: un popolo che vive nella natura e con la natura

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I Pigmei: il popolo della foresta che è una risorsa per tutta l’umanità

PigmeiTutti hanno sentito parlare dei Pigmei, un gruppo etnico dell’Africa tropico-equatoriale, ma solo chi si interessa di Africa sa chi siano. È un popolo costituito da individui di bassa statura (al massimo di 150 cm) e di pelle scura che vivono nella foresta e sono cacciatori-raccoglitori. Ha una società semplice ma ben strutturata, basata sulla famiglia. Di solito gli individui vivono in piccoli gruppi di 10-15 famiglie (ognuna con al massimo 6-8 componenti). Non c’è un’autorità ma una figura di rilievo che gode della stima degli altri componenti il villaggio per la sua saggezza e la preminenza morale.
I Pigmei hanno un forte spirito di gruppo e collaborano nelle attività; inoltre quando esistono controversie o si devono prendere decisioni tutto il villaggio partecipa, compresi i bambini.
Nella loro società non c’è differenza tra uomini e donne, anche se hanno compiti diversi. In ambito famigliare entrambi i genitori partecipano all’educazione dei figli soprattutto nell’infanzia. Nell’adolescenza, invece, i maschi sono seguiti prevalentemente dai padri e le femmine dalle madri, anche se i genitori non trascurano i figli dell’altro sesso.

Per quanto riguarda la religione, i Pigmei non ne hanno

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Pigmeicioè non hanno riti né luoghi di culto, né persone addette al culto né alcun tipo di istituzione o di struttura religiosa; ma hanno invece una RELIGIOSITA’ naturale spontanea e semplice, in un rapporto personale con Dio ritenuto qualcuno di presente realmente, del quale la foresta è il seno che li genera e li nutre.
Ci sono "riti" comunitari […] ma in essi non c’è una rigida procedura rituale né un’autorità cui sola competa l’azione rituale né un luogo specifico. Per esempio, la preghiera attorno al fuoco acceso ai piedi di un albero qualsiasi e non di un determinato albero e il fuoco si accende con foglie del sottobosco senza preferenza di sorta… Le preghiere che si fanno non sono formule fisse ma espressioni spontanee di omaggio a Dio e agli Antenati e di richiesta di aiuto, e chi presiede può essere il capo – villaggio, il capo – caccia o il più anziano o chiunque voglia farlo… Non esistono oggetti "sacri" e le cose impiegate (pietre, rami, acqua) sono occasionali ogni volta, secondo le circostanze e ciò che si vuole esprimere attraverso quegli oggetti e il loro uso in quelle circostanze. (*)

PigmeiLa loro vita si basa sulla sussistenza, cacciando, pescando e raccogliendo i frutti che la foresta offre loro. La foresta rappresenta non solo la casa, ma anche il cibo, in pratica è la loro vita. Nella foresta vivono, si nutrono e si curano anche, grazie alla loro conoscenza delle piante.
Dovrebbe essere una vita tranquilla la loro, ma il mondo esterno è una minaccia per la loro sopravvivenza. In molti luoghi sono relegati in piccoli ambiti, in altri la loro presenza è continuamente minacciata e messa in pericolo. Chi ha interessi economici nei paesi che li ospitano (non solo governi ma anche enti internazionali) cerca in tutti i modi di rendere loro la vita impossibile.

PigmeiSono una minoranza e come tante altre minoranze devono subire i soprusi degli altri. Questo dovrebbe interessare tutti, perché se i loro diritti vengono calpestati, se dovessero arrivare all’estinzione ce ne dovremmo preoccupare tutti. I Pigmei conoscono a fondo la natura, e in particolare il mondo della foresta, se loro scompaiono, le foreste sono in pericolo. Infatti solo loro, che vi vivono da millenni, sanno come regolarne la vita, perché fa parte integrante della loro vita e quindi sono ben consapevoli del loro ruolo. Se la foresta sta bene stanno bene anche loro e viceversa. Ma questo è un bene anche per noi che non viviamo dove sono loro, perché le foreste sono una risorsa importantissima per la Terra: forniscono non solo ossigeno, ma anche materiale per la nostra vita, se gestito in maniera responsabile e controllata.

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Charles Jones Nsonkali

Nei giorni 11-12 ottobre 2018, in occasione di un convegno internazionale, Illegal Wildlife Trade, organizzato a Londra sul commercio illegale della fauna selvatica è stata letta una lettera scritta da Charles Jones Nsonkali, rappresentante della comunità dei Baka (una delle tante del popolo dei Pigmei) che vive nel Camerun, indirizzata ai principi William ed Harry d’Inghilterra perché sostengano i Pigmei contro i soprusi e le violenze che devono subire da parte delle guardie dei parchi nazionali, dove loro vivono. I parchi dovrebbero salvaguardare la natura, ma gli uomini aggirano in qualche modo le regole e fanno sì che la natura venga depauperata, anche grazie all’avvallo di enti che la dovrebbero tutelare (si parla anche del WWF). In questa lettera Charles dichiara che solo con l’aiuto del suo popolo si può preservare la vita di questi parchi, perché in essi vivono e solo loro li conoscono profondamente.

PigmeiCome ho detto il problema che vive questa popolazione non coinvolge solo i suoi individui, ma tutti noi, perché l’uomo non vive di sola tecnologia. La foresta è un simbolo, il simbolo della natura che è di questa Terra e deve rimanere tale, non deve essere perduta, ma salvaguardata. Se si impoverisce, l’uomo ne subisce le conseguenze e non vive certo in un mondo migliore. I Pigmei, come ho scritto, sono una risorsa per l’umanità.
Pertanto, nel nostro piccolo, cerchiamo anche noi di contribuire affinché il mondo naturale che ci circonda non si riduca. Ne va del nostro stesso benessere e del nostro futuro.

Nota – Le immagini sono tratte da Survival, FaceAfrique, Kalunga Mawazo, Repubblica

Per approfondire

I Pigmei. Storia del più antico popolo della foresta di Antonio Mazzuccato (Associazione per i popoli minacciati)

I Pigmei del Camerun ai reali britannici: "Aiuto! Siamo vittime di violenze quotidiane" di Sandro Pintus (Africa ExPress – quotidiano online)

Charles’ letter to Princes William and Harry on conservation

Pigmei – in Survival, movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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