8 marzo – Festa Internazionale della Donna 2018



Riflessioni sulla violenza e sulle discriminazioni nei confronti delle donne

Oggi 8 marzo 2018 è la Festa Internazionale della Donna e in questa occasione ho sempre fatto gli auguri a tutte le amiche. Tuttavia oggi voglio fare un augurio diverso. Voglio infatti augurarmi che di violenza perpetrata sulle donne – sia verbale che fisica – e di discriminazione nei loro confronti non se ne parli più perché inesistenti. So, comunque, che la mia è solo un’utopia. Entrambe non hanno colore né genere, perché nessuno ne è immune.
Certo un tempo la conoscenza di fatti di violenza era inferiore perché si nascondevano, si tacevano, mentre oggi con la comunicazione immediata le cose si vengono a sapere in breve tempo. Ancora oggi, però, la donna che subisce violenza, in particolare dal suo compagno (ma anche in tutti gli ambiti della sua vita), non sempre riesce a vincere le sue resistenze e a denunciare i soprusi subiti. Inoltre, quando lo fa la reazione di chi viene a conoscenza di questi fatti e dovrebbe darle solidarietà si accanisce con lei, vittima, facendola sentire colpevole.

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Sembra che nulla sia cambiato da quando in televisione trasmisero un processo per stupro, in cui l’avvocato difensore delle persone accusate fece di tutto per trasformare la ragazza stuprata in colpevole, ponendole anche domande imbarazzanti. La difesa della vittima era sostenuta da Tina Lagostena Bassi. Lo stesso è accaduto nei confronti di due ragazze americane che poco tempo fa hanno subito violenza a Firenze da parte di due uomini appartenenti alle forze dell’ordine.
E che dire della reazione di alcuni uomini quando sono lasciati dalla loro compagna, fidanzata, moglie? O quando non vuole subire un loro attacco sessuale? Il meglio che possa accadere a queste donne è l’essere sfregiate con qualsiasi arma, il peggio, invece, la morte. E di esempi ce ne sono tanti, non ultimo quello di Jessica, la ragazza uccisa a Milano dal suo datore di lavoro. E lui è italiano, bianco. Nessuno ha reagito a questo gesto, al contrario del caso di Pamela, uccisa a Macerata da un nigeriano, nero.

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Ho scritto che la violenza o la discriminazione nei confronti delle donne non è questione di genere. La prima può essere anche verbale e spesso in questi tempi ho visto sulla pagina Facebook di alcune donne delle frasi non certo pacifiche nei confronti di altre donne, solo perché la pensano diversamente da loro. L’espressione più gentile nei loro confronti è "puttana" (scusate il termine, a me non famigliare), ma nessuno si permette di affibbiare un analogo termine ad un uomo!
Ho scritto di colore, per intendere "cultura": fino a non molto tempo fa nella nostra Italia si prevedeva il delitto d’onore – è del 1981 l’abrogazione di questa come causa legale – e la condanna della donna in caso di adulterio, considerato un reato fino al 1969 (ed era considerato reato maggiore rispetto a quello compiuto dall’uomo). Oggi molti si ritengono superiori quando possono accusare altri di diversa cultura che costringono le donne a comportarsi o vestirsi in un certo modo. E penso ad Azka, la ragazza pakistana di 19 anni che sembra sia stata uccisa dal padre perché richiedeva maggiore libertà.

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Nondimeno una discriminazione forte la donna ce l’ha ancora in campo lavorativo, perché il suo stipendio è inferiore a quello degli uomini. Molto è stato conquistato in questo campo, ma c’è ancora tanto da fare. Non solo però nei lavori con poca visibilità; penso in particolare alle ricercatrici che faticano il doppio rispetto all’uomo per ottenere riconoscimenti nel loro lavoro. Ci sono molti esempi nella storia della scienza in cui il merito di certe scoperte è stato attribuito solo agli uomini, che magari hanno avuto un ruolo più marginale.
Tanto altro mi verrebbe da scrivere, ma credo di essermi tolta qualche sassolino dalle scarpe, per ricordare a tutti, ma soprattutto a chi ritiene di essere fuori da questo problema, che nessuno può permettersi di fare violenza alle donne e di discriminarle.

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Ho visto nella pagina Facebook di alcuni amici uomini immagini e frasi in cui si dice «non fiori, ma uomini per bene». Non sono d’accordo: uomini e donne consapevoli che tutti hanno la stessa dignità e lo stesso diritto di essere rispettati, senza essere oggetto di violenza e discriminazione. Perché, ricordiamolo, ci sono anche uomini che subiscono tutto ciò, pur se in misura minore.

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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