Dali – Il dolore per la perdita di una persona cara non è sterile



Dare un senso alla morte dei propri cari

Il brano che segue è una comunicazione medianica di Dali, una delle entità che si manifestavano attraverso la medianità di Roberto Setti del Cerchio Firenze 77 e parla della perdita di una persona cara, invitando a riflettere sul dolore che questa ha causato.

La morte di un proprio caro provoca sempre dolore, che è ancora più atroce e devastante nel caso in cui chi muore è un figlio. Si dice che non è "naturale" che un genitore sopravviva ad un figlio, perché questi rappresenta il futuro, la continuità nel tempo, la testimonianza di quello che si è stati. E spesso si indirizza la propria vita con lo scopo di lasciare a lui un’eredità in grado di aiutarlo nella vita.

Tuttavia, per qualsiasi morte, il lutto da elaborare richiede tempo, riflessione e ricerca. Sì, perché la morte fa riflettere sui grandi interrogativi che da sempre l’uomo si pone: chi siamo, cosa è la vita, questa ha un senso o uno scopo, se sì quale significato darne? E fa sì che si intraprenda un viaggio alla ricerca di risposte.
Non è detto che queste risposte si riescano a trovare, ma c’è chi ci prova: alcuni con il recupero o il rafforzamento di un credo religioso, altri, invece, con l’avvicinamento al mondo delle comunicazioni spirituali. Questi ultimi vengono così a conoscenza di rivelazioni che fanno proprie o credendovi acriticamente o accettandole come vere dopo averle meditate e confutate.

A tutti raccomando di leggere questo brano – così come gli altri che ho riportato nel blog – con atteggiamento critico ma non chiuso ad ogni prospettiva, riflettendo sulle sue parole e valutandole in maniera appropriata.
Queste comunicazioni non si devono ritenere un punto di arrivo, ma uno di partenza per una maggiore e più profonda comprensione del nostro io più intimo e del nostro ruolo nel mondo.

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Con la divulgazione di queste comunicazioni non sono pochi quelli che si avvicinano, o cercano di avvicinarsi a noi, in cerca di conforto al loro dolore causato dalla scomparsa di qualche stretto congiunto. Ad essi particolarmente mi rivolgerò questa sera nella solita prolusione.

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O figli, noi non miriamo a confortarvi, miriamo ad aiutarvi a comprendere; la comprensione è assai più del conforto, perciò anche voi non cercate la consolazione, ma cercate di comprendere. Sappiamo come il vostro dolore sia dilaniante, come vi sembri immeritato e, perciò, come vi sentiate oggetto di una grande ingiustizia. Ma più ingiustizia ancora vi sembri la dipartita dei vostri cari. Ascoltate quello che ho da dirvi: non vi chiedo un atto di fede, vi chiedo un atto di coerenza con voi stessi. È facile constatare come il mondo che cade sotto l’attenzione sensibile dell’uomo, assuma un aspetto ben diverso allorché viene scrutato con strumenti che ampliano la portata dei sensi umani. Allo stesso modo i fatti di cui voi siete i protagonisti hanno una realtà che sfugge alla vostra comprensione, alla vostra indagine, e che può dare delle cose una spiegazione del tutto diversa da quella che appare; ma soprattutto può dare senso a ciò che sembra non averlo.

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Se voi credete in Dio, cioè se non credete nella assurda affermazione che tutto sia opera del caso, sia senza ragione e senza fine, allora, per coerenza, non potete credere in un Dio ingiusto e crudele quale può apparire se ci si limita ad osservare le cose per come si mostrano agli occhi degli uomini. Se credete in Dio, per coerenza, dovete credere nella Sua giustizia e nel Suo amore. Dovete ammettere che il vostro dolore abbia una spiegazione anche se essa non vi si mostra; ma soprattutto ch’essa è una spiegazione ispirata all’amore e alla giustizia. Se i vostri cari vi hanno lasciati, è per il loro bene spirituale, per la loro evoluzione. Perciò non piangete sulla loro dipartita, perché piangereste sul loro bene.
Ma io sono certo che voi non volete questo.

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Allo stesso modo il vostro dolore non è sterile, ma vi ha condotto ad assolvere il vero scopo della vita di ognuno che è quello di cercare, e per comprendere, la realtà capace di dare senso a ciò che appare e a ciò che non appare. Asciugate dunque le vostre lacrime e farete felici i vostri cari che hanno già compreso. Raggiungeteli nella comprensione e siate certi che nessuno potrà mai più dividervi, perché se v’è qualcosa che unisce indissolubilmente le creature è la comprensione-amore.
La pace si con voi

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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