Ada Byron Lovelace: la madre dell’informatica


Quando la scienza è donna

Ada Byron Lovelace, la prima e unica figlia legittima del poeta George Gordon Byron (altre figlie nacquero da relazioni fuori dal matrimonio), è ritenuta la prima persona ad avere creato un programma per computer nel 1800. A lei è stato dedicato un giorno, il secondo giovedì di ottobre di ogni anno, per celebrare il contributo delle donne nella tecnologia, nella matematica e nella scienza e il 15 ottobre 2015 lo si è commemorato in molte località del mondo.

Ada Byron Lovelace

Ada Byron Lovelace

Ada non conobbe mai il padre, da cui la madre Anna Isabella (Annabella) Milbanke si separò un mese dopo la sua nascita avvenuta il 10 dicembre 1815. Il matrimonio tra George Byron e Annabella, celebrato nel gennaio 1815, fu per il poeta la via fuga dalla relazione amorosa che lo legava a due donne. Qualche anno prima, durante un ricevimento organizzato da una sua intima amica, Lady Elizabeth Melbourne, moglie di un membro del Parlamento nota per il suo impegno politico, aveva apprezzato l’innocenza e le conversazioni della sua giovane nipote Annabella. Per districarsi da una situazione in cui erano coinvolte altre due donne della buona società, tra le quali la nuora di Lady Elizabeth, il poeta pensò di chiedere la mano di Annabella. Se per lui il matrimonio era la soluzione di un problema complicato, per la giovane era probabilmente visto come il mezzo per salvare l’uomo da una vita immorale.

George Byron incarnava il prototipo dell’uomo romantico: passionale in amore (ebbe relazioni platoniche e non con entrambi i sessi) e nel suo impegno politico, ma anche melanconico. Caratteristiche, queste, ben evidenti nelle sue poesie, che spesso esprimevano situazioni personali. Annabella era di carattere diametralmente opposto: molto religiosa formale, distaccata, interessata alla matematica, quindi alla razionalità. La separazione tra i due, perciò era il loro destino. Infatti ben presto Byron riprese a frequentare altre donne, a ubriacarsi e a condurre una vita disordinata. Annabella, a un mese dal parto, andò con la piccola a trovare i genitori e dopo due settimane comunicò, attraverso una lettera del padre, che non avrebbe fatto più ritorno a casa. Pur avendo diritti sulla figlia, Byron preferì che rimanesse con la madre e dopo qualche tempo lasciò l’Inghilterra. Si recò in Svizzera e in Italia, dove soggiornò a lungo ed ebbe diverse relazioni amorose; infine approdò in Grecia, dove trovò la morte nel 1824 a soli 36 anni.

Ada Byron Lovelace

George Gordon Byron

La piccola Ada fu allevata per i primi sei anni dalla nonna materna e in seguito alla sua morte fu affidata a diverse governanti. Annabella la considerava in maniera distaccata, da quanto si può capire da alcune lettere alla madre in cui, per riferirsi alla figlia, la definisce con un pronome neutro "it", anche se si preoccupò che non ereditasse il carattere e le propensioni del padre. Ritenendo, infatti, che lo studio delle scienze, ed in particolare la matematica, potesse insegnarle a condurre una vita equilibrata, senza eccessi e fantasie, affidò Ada a tutori di grande prestigio. Cosa questa non comune a quell’epoca, anche nell’alta società. La bambina rivelò precocemente i suoi talenti per la matematica, la musica e il francese dimostrandosi un’allieva eccellente. Prova di questo è Flyology, una guida relativa ai suoi studi sul volo degli uccelli che scrisse a 12 anni.

La sua giovinezza fu caratterizzata da studi intensi ma anche da problemi di salute. A 8 anni cominciò a soffrire di cefalea che le procurò problemi di vista e a causa del morbillo nel 1829 per quasi un anno rimase a letto parzialmente paralizzata.

La vita sociale di madre e figlia si svolse in un ambiente privilegiato e caratterizzato dalla presenza di persone di alto livello economico e culturale e dalla frequentazione della Corte inglese. Durante i ricevimenti la giovane poté conoscere persone del calibro di David Brewster, inventore e fisico noto per i suoi studi sulla luce, Michael Faraday, chimico e fisico il cui nome è legato alle ricerche sull’elettromagnetismo, e lo scrittore Charles Dickens.

Ada Byron Lovelace

Annabella Milbanke

Tra i tutori preposti alla sua educazione figurano studiosi del calibro di Augustus De Morgan, un’autorità nel campo della logica, e di Mary Somerville, astronoma e matematica. Durante un ricevimento organizzato da quest’ultima Ada incontrò Charles Babbage, la persona che più segnò la sua vita e con la quale ebbe una profonda amicizia nonostante la differenza d’età. Quando si conobbero lei aveva 17 anni e lui 42.

Babbage era un professore universitario noto per i suoi studi relativi a una macchina che permettesse di fare particolari calcoli matematici. La giovane fu affascinata dalle idee del suo mentore e accolse il suo invito a tradurre dal francese un articolo di Luigi Menabrea, un ingegnere italiano, e ad aggiungere delle sue osservazioni. Quest’ultimo è stato uno dei maggiori scienziati italiani Diciannovesimo secolo e noto politico tanto da essere a capo di uno dei primi governi dell’Italia unificata. Nel suo scritto aveva riferito in merito ad una conferenza di Babbage tenuta all’università di Torino in cui il matematico inglese parlò della sua macchina di calcolo.

La traduzione risultò tre volte più lunga dell’originale, a causa delle riflessioni di Ada sull’utilizzo della macchina analitica, come l’aveva definita Babbage, e delle indicazioni di un codice in grado di fornire istruzioni per il calcolo. Questo suo scritto, se pur pubblicato nel 1842, non fu molto conosciuto dai contemporanei e solo negli anni Cinquanta del ventesimo secolo se ne è apprezzata l’importanza. Le istruzioni da lei fornite furono (e sono) ritenute il primo vero programma per computer, anche se alcuni pensano che molti suggerimenti le siano stati forniti dallo stesso Babbage. Ritengono infatti che non siano sue in quanto in molte delle lettere che scriveva allo studioso riferiva di avere delle difficoltà nel calcolo e nella applicazione di alcuni elementi matematici.

Ada Byron Lovelace

Charles Babbage

Ciò è comunque ininfluente sul suo contributo alla scienza, in quanto le si attribuisce anche il merito di aver separato dalla matematica quella che noi oggi definiamo informatica. È stata certo la prima persona a comprendere a fondo le potenzialità della macchina analitica e questo non è sicuramente sfuggito ad Alan Turing, considerato il padre dei moderni computer. Sembra, infatti, che per il suo lavoro abbia tratto ispirazione proprio dalle osservazioni di Ada.

Era sicuramente una donna di grande capacità e acuta intelligenza e le sue osservazioni sul lavoro di Babbage la portarono a immaginare, superando la visione del suo maestro, che quella macchina sarebbe stata in grado di creare musica e fare grafica, e qualsiasi altra cosa. Oggi tutto questo lo possiamo vedere realizzato.

Probabilmente Ada avrebbe potuto fornire ulteriori apporti alla scienza se non fosse morta giovane, a 36 anni, per un tumore, lasciando tre figli adolescenti. Si era sposata a vent’anni con William King, conte di Lovelace, ma sembra che il matrimonio non sia stato felice anche a causa del loro carattere. Si potrebbe dire che sia stato lo specchio di quello dei genitori della donna, con i ruoli invertiti. Nonostante gli sforzi della madre, Ada aveva ereditato alcuni aspetti del padre, in quanto amava il gioco e in più di una occasione sembra abbia tradito il marito. Inoltre, nell’ultimo periodo della sua vita ipotizzava una scienza poetica, in cui la matematica e la poesia si univano in quanto entrambe si esprimono attraverso simboli.

Gli ultimi mesi di vita il marito se ne andò via di casa e la madre Annabella prese il controllo della situazione. La influenzò anche dal punto di vista religioso e la portò a indicarla come esecutrice testamentaria. Tuttavia, malgrado i suoi tentativi per allontanarla dalla figura paterna, mettendola in cattiva luce, rispettò la volontà di Ada di essere sepolta accanto al padre che mai ebbe modo di conoscere.

Ada Byron Lovelace

Macchina analitica di Babbage

Credo sia importante ricordare donne come Ada Byron, perché fanno comprendere quanto sia inutile ritenere che il sesso femminile non abbia le stesse capacità di quello maschile. Per di più nella storia della scienza si dovrebbe dare risalto a quelle i cui meriti non sono stati riconosciuti, soprattutto quando artefici di scoperte o di contributi rilevanti in qualsiasi campo scientifico, sono state messe in ombra dai loro colleghi.

Per approfondire

Giuseppe O. Longo, Corrado Bonfanti: "Ada Byron e la macchina analitica", Mondo Digitale, 2 giugno 2008, n. 26, pagg. 34-45

Valeria Patera: Ada Byron Lovelace. La fata matematica, Sapienza Università Editrice, Roma 2014

La macchina analitica di Babbage al Museo della Scienza di Londra

Storia del computer: Babbage engine (macchina di Babbage)

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

2 Comments

    1. Magicamente colibri
      Magicamente colibri

      Grazie, Fabrizio. Mi è molto piaciuta questa figura e quindi ho voluto condividere sul blog le notizie che ho appreso su di lei.

      Reply

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