Entità A – La sofferenza in Terra



La sofferenza dell’uomo e del mondo

La sofferenza, il dolore in Terra, secondo l’entità A manifestatasi attraverso la medianità di Corrado Piancastelli, è necessaria all’uomo in quanto gli permette di vivere esperienze utili allo spirito. Chi soffre non è lo spirito, ma l’uomo e dal punto di vista spirituale poco importa questa sofferenza; essa è breve quanto lo è la vita umana. L’entità A in diverse occasioni ha ribadito questo concetto, aggiungendo ogni volta qualcosa di più. In una di queste, parlando dell’esperienza materiale dello spirito, ha così affermato:

sofferenzaVorrei sgombrare il terreno da una nozione inesatta: lo spirito non soffre… Siete voi, uomini, che soffrite… Voi, con la vostra carne, con il vostro cervello, con i vostri pensieri. Siete voi che soffrite, perché usate questa materia soltanto funzionalizzandola alla materia stessa, e non possedete un mondo interiore il quale, da solo, per il solo fatto di esistere, avendone coscienza, dovrebbe rendervi felici. Un accumulo di idee, un accumulo di pensieri, di percezioni spirituali: tutte queste cose devono rendervi felici. Perché siete voi i padroni delle vostre idee, dei momenti in cui potete pensare ed organizzare un vostro geloso mondo interiore. Già solo questo, avere cioè la facoltà di poter organizzare questo mondo, dentro, dovrebbe bastarvi a farvi capire ed a farvi superare di slancio anche la pena che il corpo inevitabilmente si porta dietro.

sofferenzaEppure non siete fatti così! Sin da quando nascete, siete disposti alla sofferenza. Cominciate a soffrire perché, mal collocati nel mondo, lo accettate male e accettandolo male, sempre per via delle scelte sbagliate di cui abbiamo detto altre volte, pretendete dal mondo ciò che esso non può darvi, o pretendete da voi stessi, in rapporto al mondo, ciò per cui non siete nati e del cui raggiungimento non avete nemmeno la possibilità. Conoscere i propri limiti è una virtù! È una virtù sapere che oltre quei limiti non si può andare e che ciascuno di voi ha un cammino in parte tracciato ed in parte libero e che, comunque, anche la parte libera è sfruttabile soltanto a condizione che sappiate comprenderla. Ebbene, quando non sapete queste cose, finite col soffrirne.

In un’altra occasione, una persona intervenuta per la prima volta in seduta, ha rivolto alcune domande in merito alla sofferenza, al dolore e l’entità A ha così risposto:

sofferenzaD. – Perché tanta sofferenza? Perché Dio ha voluto che questo mondo fosse cosi brutto?
R. – Non è Dio che ha voluto questo! La sofferenza, sulla Terra, deriva unicamente dagli uomini. D’altra parte, tutte le cose dell’universo si reggono in modo autonomo, per cui la presenza della sofferenza sulla Terra (che non è né prescritta, né voluta, né necessaria) non è voluta da Dio.
Gli spiriti sanno bene tutto questo; nonostante che la Terra sia attraversata da forme consuetudinarie di sofferenza in qualsiasi epoca, gli spiriti hanno accettato questo stato di cose che torna anche a loro vantaggio. Attraverso queste forme di sofferenza umana, tutto sommato, lo spirito si trova bene, perché così si riescono a portare avanti serie di esperienze notevoli.

sofferenzaEcco perché io dico sempre che gli elementi drammatici della Terra, i momenti di crisi, sono i più interessanti per lo spirito. Perché esso riesce così a sommare in una sola vita una quantità talvolta notevole di esperienze, che non potrebbe realizzare con una vita placida. Quando parliamo di sofferenze intendiamo soprattutto quelle del corpo; lo spirito non soffre mai.
La sofferenza è sempre del corpo, mai dello spirito. Lo spirito non ha sofferenze di tipo umano; ha solo una serie di riflessioni, o può vivere una serie di fatti che, in qualche momento della sua esistenza, possono anche concretizzarsi drammaticamente; tuttavia l’eventuale sofferenza dello spirito va sempre letta in chiave spirituale e non nella chiave drammatica, psicologicamente caricata della sofferenza cerebrale e fisica. Questo, d’altra parte, è ineliminabile, ma non bisogna dare a Dio colpe che non ha. Il fatto che sulla Terra ci siano tanti guai, è in notevolissima parte da imputarsi all’uomo, non a Dio.

Interessante ciò che l’entità A afferma quando, subito dopo questa prima risposta, la persona dichiara che senza la sofferenza, senza il dolore la condizione umana sarebbe migliore:

sofferenzaD. – Intendevo dire che, se Dio avesse voluto, qui si sarebbe potuto stare meglio, anche se, probabilmente…
R. – Non avrebbe avuto senso. Perché, vedi, se aveste avuto tutta la pace a cui naturalmente aspirate, forse ci staremmo ora chiedendo se non fosse il caso di sommuovere un po’ le acque.
Ogni spirito svolge la sua evoluzione nella dimensione dell’universo che sia adatta. Non si preoccupa di analizzare se in essa è sofferente o felice. Lo spirito intravede delle possibilità positive, entra in quella dimensione e vive la sua vita. Sa che è tutto provvisorio, sa che verrà la morte e che ogni cosa finirà; sa che la Terra (benché dia esperienze anche drammatiche) non è eterna e, soprattutto, che non è eterno il corpo in cui andrà a vivere. Quindi, non se ne preoccupa molto, proprio perché due sono le chiavi di interpretazione della Terra: a livello individuale e a livello collettivo. A livello individuale, ovviamente, lo spirito sa che il suo corpo vivrà talmente poco sulla Terra che non varrebbe la pena nemmeno di impegnarsi a cambiarli: né il corpo, né la Terra.

sofferenzaA livello collettivo, diciamo, c’è una dimensione di sofferenza; lo spirito, peraltro, si propone sempre il compito di modificare la Terra, di dare un contributo affinché vengano lenite certe asprezze della sofferenza e della miseria. Poi, quando nasce resta coinvolto nell’ingranaggio del sistema umano e quasi sempre non riesce a fare proprio niente. Quegli spiriti che, vincendo notevoli resistenze, riescono però a lasciare un segno del loro cammino, cioè riescono ad agire poco o molto sul sistema della Terra (quindi a lasciare un segno positivo), acquistano un grande merito, che si concretizza sempre nell’ambito della loro evoluzione.
Essi, cioè, riescono a padroneggiare situazioni umane avverse e a lasciare dei segni, soprattutto per gli altri spiriti che verranno e che potranno raccoglierli. Spesso i segni sono piccoli, ma fruttano bene. Poi non lo sapete: talvolta semi molto piccoli danno col tempo delle piante molto grandi; e,spesso, dei semi molto grandi seccano nel terreno.

sofferenzaUna delle furbizie, per esempio, è quella che usano i contadini di non mettere molti semi: non è necessario. Ne bastano pochi in un terreno bene arato, basta che siano sufficientemente irrorati e concimati perché diano frutti buoni, dolci e saporiti.
Spesso, le grandi cose possono venire, ma dopo. Non aspettatevi sempre dei segni durante la vostra vita: i segni potrete vederli anche dopo la vostra morte, e sarà esattamente la stessa cosa. Io che non sono un vivente (ma che, peraltro, mi sento molto più vivo di voi) non dovrei preoccuparmi un granché. Tutto sommato, il vostro non è il mio mondo; ma anche questa affermazione meriterebbe di essere corretta. è vero, la Terra non è il mio mondo, ma lo è anche, perché appartiene all’universo, perché su questa Terra ci siete voi e altri fratelli; perché ci sono milioni di altri fratelli che aspettano di venire, che devono incarnarsi e vivere. Un giorno, quando sarete spiriti, questi fratelli li vedrete incarnati; e se una parte di essi sarà legata alle cose che voi avrete fatto in Terra, sentirete in voi la gioia spirituale di avere contribuito a lasciare una Terra migliore, con delle indicazioni di qualità – piccole o grandi che siano – agli altri.

sofferenzaVoi non sapete come avvengono queste cose, però potete immaginare come debba essere grande la gioia spirituale di un essere disincarnato quando, sulla Terra, si accende una luce e qualcuno chiama, in maniera non utilitaristica: «Dammi questo, ho bisogno di questo, aiutami», ma ad un livello in cui, appunto, nasce la simpatia e l’amore spirituale di cui dicevamo. In questo senso, la continuità della vita assume una sua concreta realtà. Non attraverso la solita preghiera e l’invocazione, che sono cose prive di senso logico, ma con la preghiera quale atto di amore, che può legarsi a Dio e che, talvolta, si lega a tanti di noi, esseri spirituali che, avendo lasciato qualche segno sulla Terra, ad essi ci si ricollega per capire meglio, per avanzare sul piano della conoscenza, che poi è la sola cosa che conti per lo spirito: sperimentare l’universo e capirlo. Perché attraverso questa duplice attività ci si ricollega all’idea di Dio e si ritrova, dentro, quel senso e quella misura che fa nascere quel rapporto di amore cui alludevo poco fa.

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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