Poltergeist e gli spiriti chiassosi


Quando gli “spiriti” disturbano la quotidianità

Poltergeist e infestazione sono due termini che spesso si accostano nell’ambito paranormale perché individuano fenomeni che hanno alcune caratteristiche comuni come lo spostamento e/o la sparizione e/o la comparsa improvvisa di oggetti, fenomeni acustici vari, come un suono di passi o dei fischi. Ciò che li differenzia è il fatto che, mentre i primi sembrano legati a una persona, detta persona focale, e il più delle volte hanno breve durata, i secondi sono legati soprattutto a un luogo e di solito si ripresentano nel tempo, anche con intervalli di lungo periodo.
Nella storia se ne hanno moltissime testimonianze e il loro verificarsi li ha sempre associati alla presenza di fantasmi, manifestatisi a volte in forma visibile soprattutto nei casi di infestazione. Infatti, a provocare i fenomeni sarebbero – secondo la tradizione popolare – gli spiriti di persone vissute nei luoghi dell’accadimento e che non riuscirebbero ad abbandonare. Nel caso del poltergeist sarebbero degli spiriti chiassosi, provocanti disturbo, rumore, come indica la parola tedesca composta da poltern (fare chiasso, strepito) e geist (spirito).

Uno spirito chiassoso fu la causa di un famoso caso, quello delle sorelle Fox a Hydesville negli Stati Uniti. Nell’abitazione in cui erano andate da poco a vivere con i genitori si verificavano strani rumori di spostamenti di mobili, la cui origine non era conosciuta e non sembrava essere provocata da alcun essere umano. Kate, Margaret e Leah idearono un metodo per mettersi in comunicazione con il presunto spirito che ritenevano essere la causa di quelle manifestazioni. Seppero così che questi era stato un venditore ambulante ucciso in quella casa diversi anni prima. Non si poté accertare la veridicità dei fatti, ma da quel momento il metodo di comunicazione da loro ideato si diffuse in tutto il mondo tanto che da allora si fa partire la storia dello spiritismo e delle sedute medianiche. Era il 1848.

Fatti "spiritici" a Napoli

Un caso analogo accadde nella seconda metà dell’Ottocento a Napoli, dove venne coinvolta un’intera famiglia. Nel 1893, tredici anni dopo, Vincenzo Cavalli, un appassionato di spiritismo, ne riferì in Annali dello spiritismo in Italia, una delle prime riviste dedicate allo spiritismo nel nostro paese. Protagonista era una famiglia composta da

Carlo, fotografo, di sua moglie e di quattro figli […] Si era sullo scorcio del 1876 quando si notò il primo fatto strano in famiglia. Una sera il letto coniugale fu trovato tutto bagnato: sopracoperta, coperta invernale, lenzuola e materassi. Posta tutta questa roba ad asciugare, fu visto con meraviglia non esservi rimasta macchia di sorta, mentre, se il liquido fosse stato pura acqua di fonte, avrebbe dovuto lasciare tracce su stoffe colorate. Il fatto inesplicato si riprodusse altre tre o quattro volte, non senza fastidio dei componenti la famiglia, i quali non sapevano assegnarvi alcuna causa, non potendola attribuire in nessun modo a malizia umana, dopo avere vigilato invano per sorprendere l’autore del brutto scherzo, agente invisibile, introvabile ed inafferrabile.

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Nei primi giorni del 1877 fu rinnovato il contratto di affitto per altri tre anni. E fu appunto allora che cominciarono a prodursi i fenomeni di nuovo genere, e tali che forzarono a credervi il figliuolo del signor Carlo, convivente col padre, fino allora incredulo, o dubitante sempre.
Tanto di notte, quanto di giorno, a piena luce, i mobili si spostavano (sedie, tavole, credenze, canterani) ed anche ogni sorta di suppellettili, arnesi domestici, stoviglie, Era impossibile, per quanta attenzione vi si fosse posta da tutti, sorprendere sull’atto il passaggio di un mobile o di un oggetto da un luogo ad un altro: solo dopo che la traslazione era stata eseguita, si notava. A volte, però, si udiva il rumore, più o meno vibrato, che accompagnava il collocamento di una cosa al nuovo sito. Altre volte lo spostamento avveniva in perfetto silenzio.

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Molti erano i fenomeni che si verificavano: disfacimento di letti, spegnimenti di candele poste sui comodini, sparizioni di oggetti; due nodosi bastoni sovrapposti in croce posti sul letto del figlio.
La notizia di ciò che accadeva in quella casa divenne ben presto di dominio pubblico e amici e conoscenti andavano ad assistere a questi strani fenomeni. Tra loro Aniello Casilli, un abate che attribuiva i fatti a pure allucinazioni un giorno si recò in quella casa per averne la certezza. Mentre ascoltava con evidente scetticismo i racconti del padrone di casa, ad un certo punto

nel salotto di ricevimento attiguo, che era chiuso e non aveva comunicazione con altre stanze, si udì un grande fracasso. Tutti allora si precipitarono a vedere la causa di quel rumore […] e trovarono, che nel salotto era stata sparpagliata una grande quantità di arnesi smessi da cucina, di stoviglie rotte, di padelle fuori d’uso, e simili, tutta roba che non si ricordavano più dove era riposta. Tutto quel ciarpame in miscuglio era stato scaraventato con un getto solo in quella stanza chiusa, come una grandine di proiettili. […]
L’abate indietreggiò spaurito, prese la sua lucerna, e accomiatatosi, se la svignò più in fretta che poté.

Un parente incredulo, invece, fu vittima di alcuni scherzi:

la tabacchiera gli venne sottratta, scomparendogli di mano, e messa… nel cappello, mentre pur lo aveva ben calcato in testa! Un altro fatto anche più strano gli accadde alla vista di tutti, con suo grande stupore e fra le risa generali, Una volta cioè, che, invitato a pranzo dalla famiglia De Simone, il signor Angelo si portava un boccone alla bocca, ecco che d’un tratto la forchetta gli spariva di mano; mentre la cercava, se la sentiva muovere sul petto sotto la camicia, e come cosa viva, animata, camminare, e spuntar fuori dalle maniche dell’abito.

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effetti di un presunto poltergeist odierno

Dopo aver parlato con alcuni amici, il padrone di casa volle tentare una prova di scrittura automatica per comunicare con quello spirito. Ci riuscirono il figlio e una delle figlie, che attraverso i quali lo spirito affermò di essere stato un guerriero.
La famiglia cominciò anche chiedere all’invisibile artefice delle manifestazioni di produrre dei fenomeni e di far comparire degli oggetti. Furono accontentati e diversi furono gli apporti: soprattutto dolci e altri tipi di cibo e talvolta qualche piccola somma di denaro. Di solito questi oggetti erano fatti avere alla moglie, verso la quale sembrava che lo spirito nutrisse sentimenti di simpatia.

La mattina di Natale del 1877 una delle figlie del De Simone notò, standosi a tavola che nulla mancava ai cibi ed alle bevande rituali della festività, eccetto una cosa, l’olio di rhum. Allora si pensa d’accordo da tutti della famiglia di chiederlo allo Spirito. A tal fine si andò a collocare una bottiglia vuota sulla consolle della stanza, dove le manifestazioni erano più abituali e spiccate. Non si attese che pochi minuti, e mentre tutti lì parlavano ansiosi del risultato, si ode ad un tratto il solito segno di avviso, e fu il rumore del fondo della bottiglia, che batteva sul marmo: si corse a vedere, e si trovò la bottiglia ripiena per metà dell’olio di rhum ancora spumante!

Oltre ai fenomeni fisici ci furono anche delle apparizioni del presunto spirito, ma i componenti la famiglia ne diedero descrizioni diverse.

Le manifestazioni avevano ogni tanto delle interruzioni, che durarono da 20 a 30 giorni nel corso di quei tre anni [dal 1876 al 1879, n.d.r.]. Media inconscia era senza dubbi la signora De Simone, moglie del signor Carlo, come ho potuto accertare dalle inchieste da me fatte ai suoi figli sui fenomeni e le loro circostanze. Anche prima di abitare in quella casa la famiglia De Simone aveva avuto occasione di notare fenomeni consimili, sebbene né così frequenti mai, né poi così intensi e sbalorditivi – e furono colpi di pistola in mezzo alle camere, mobili rivoltati, come per incanto, da avanti indietro, ed anche qualche fugace apparizione.
E quando la famiglia passò ad abitare in altra casa, si ripeterono alcuni fenomeni, però non con quella frequenza, né con quella straordinarietà di caratteri.

Cavalli, a conclusione del suo resoconto, ritenne che la moglie del padrone di casa fosse la cosiddetta persona focale come accade nei casi di poltergeist, così come il fatto che per breve tempo i fenomeni seguirono la famiglia in altra abitazione.

Un poltergeist in casa del borgomastro

Un altro caso di poltergeist abbastanza interessante è uno dei primi di cui si occupò nel secondo dopoguerra Hans Bender, direttore dell’Institut für Grenzgebiete der Psychologie und Psychohygiene di Friburgo. Lo studioso è noto soprattutto per il caso di poltergeist avvenuto a Rosenheim e molto citato in qualsiasi resoconto su queste manifestazioni. Negli anni Sessanta del secolo scorso, in un ufficio per diverso tempo si ebbero diversi fenomeni, soprattutto di natura elettrica, che coinvolgevano lampadari e apparecchi telefonici. Bender e i suoi collaboratori ebbero modo di documentare i fatti tramite fotografie che mostravano gli effetti delle manifestazioni e anche dei brevi video. Individuarono la persona focale in una giovane impiegata assunta da pochi mesi constatando che durante le sue assenze nulla accadeva. L’ ipotesi fu confermata quando la donna si licenziò e i fenomeni cessarono.
Il caso precedente a questo avvenne, sempre in Germania, nel 1952 a Neudorf, una cittadina vicino a Karlsruhe nella casa del borgomastro, l’equivalente del sindaco dei nostri comuni. Bender studiò il caso e ne scrisse poco dopo nella rivista americana Tomorrow, e dalla cui traduzione italiana apparsa in Luce e Ombra riporto di seguito il racconto delle manifestazioni verificatesi.

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Hans Bender

«Non lo avrei mai creduto, e non lo crederei tuttora se non lo avessi vissuto io stesso. Se qualcuno fosse venuto a raccontarmi dei fatti simili, gli avrei risposto: Lei è uno sciocco, un pazzo. Ora, durante il mio periodo di ferie, ho fatto un conto dettagliato: dal 9 ottobre 1952, quando ebbe inizio, fino al 10 novembre, quando sono partito per le ferie con mia moglie e con mio figlio, 116 oggetti furono posti in movimento».
Sono queste le parole del borgomastro Notheis di Neudorf (circoscrizione di Bruchsal). Tornato dalle ferie, il borgomastro fu in grado di avere una visione d’insieme circa i fatti sorprendenti accaduti in casa sua, e fece, degli spiriti, il seguente resoconto su un registratore a nastro.

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«Cominciò nel prato, nel granaio e in cortile. Mia moglie aveva vagamente notato che un giorno c’erano due recipienti di latta ritti dirimpetto alla sua cucina, con in cima una ramazza. Il giorno dopo, c’erano degli zoccoli di legno e una frusta. Poi si scoprì che le code delle mucche nel granaio erano legate insieme, e che la pesante foraggera era stata capovolta. Il terzo giorno, misi due ruote appoggiate al muro nel cortile. Due minuti dopo, giacevano al centro del cortile: e non c’era anima viva in vista» […]
Poi, il 16 ottobre, i fatti presero una piega seria, anzi addirittura allarmante. Bernardo, il loro figlio di 13 anni, avuto in tarda età dopo altri cinque figli più adulti, fece il seguente racconto di ciò che si verificò nella sua stanza.
«Dette le preghiere, me ne andai a letto. Di botto, mi prese paura. Una specie di nebbia entrava attraverso la finestra. Ero come paralizzato, e non potevo né gridare, né accendere la luce. Poi un barattolo per sottaceti improvvisamente cadde dall’armadio e si ruppe in mille pezzi. Nel momento preciso in cui cadde, ritrovai la voce e gridai».

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Annemarie Schneider la “persona focale” del poltergeist di Rosenheim

A questo punto, la famiglia ebbe la certezza che qualche cosa di strano stava accadendo. Il borgomastro, che era stato a capo della sua comunità per sette anni, stabilì di eseguire una indagine ufficiale. Da quel momento in poi, redasse una relazione dettagliata, minuto per minuto, di tutto quello che avveniva. Quelli che seguono, sono alcuni passi di questa relazione.
«17 ottobre: una coperta messa sopra un’altra e, in cima, una bacinella con una brocca. 22 ottobre, ore 3,30 antimeridiane: un tavolino da notte capovolto. 22 ottobre: due coperte stese sul pavimento, un vaso da camera messo sopra di esse. 25 ottobre: cinque lampade elettriche parzialmente svitate, e cinque salsicce conficcate in un boccale da vino. Ore 8,45 antimeridiane: un vasetto di pomata prende il volo dal tavolino da notte fino ad un angolo del guardaroba. Ore 9,50: la bottiglia dell’acqua calda vola fuori del letto. 9,55: il portasapone appare nel letto. 10,50: la bottiglia dell’acqua calda vola via dal letto per la seconda volta.
Dopo di ciò, Bernardo ed io ci alzammo dal letto, ci vestimmo e scendemmo giù fino ad una stanza del primo piano dove erano riuniti mia moglie, mio figlio Luigi e sua moglie. Restammo lì fino a dopo mezzanotte e, poco dopo, mia moglie e mio figlio Bernardo tornarono a letto, ma noi tre restammo a vegliare, per osservare che altro sarebbe accaduto
».

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Poltergeist di Rosenheim – lampadario che si muove senza causa apparente

Ci furono altre cose del genere, e ciò che, in rapido incalzare, venne durante le due ore seguenti, scosse i cinque membri di questa famiglia e portò il borgomastro – di solito molto flemmatico – a perdere la padronanza di sé. La sua lunga relazione su questa notte infestata di spiriti, termina così:
«Ore 1,58 antimeridiane: una spazzola vola nello spazio e manda in pezzi l’impannata della finestra. Per la qual cosa, mia moglie, e Bernardo si alzarono di nuovo dal letto, e tutti quanti scendemmo al piano inferiore, dove restammo fino all’alba».

Per capire cosa accadesse in casa sua, in qualità di borgomastro, coinvolse il consiglio comunale e altre autorità, le quali dopo qualche tempo chiesero all’Istituto di Bender di intervenire per indagare sui fatti. Fu così che:

A Neudorf, dove arrivammo il 1º novembre, ciò a cui caldamente: aspiravamo era non solo di avere diretta esperienza dei fenomeni coni nostri sensi, ma anche di raccogliere una documentazione obiettiva su pellicole e nastri di registrazione. Che non riuscissimo ad ottenere ambedue queste cose, per noi, come scientifici "cacciatori di spiriti", fu una esperienza da tenere presente sempre.

Bender sapeva che «Avviene sempre di osservare che le apparizioni sono connesse con un determinato individuo. Nella stragrande maggioranza dei casi, una persona giovane, per lo più all’inizio della pubertà, è il centro di tutto quanto avviene» per cui individuarono nella persona focale il giovane Bernardo, che, a detta del padre e degli altri testimoni, era sempre presente durante le manifestazioni e in taluni casi si trovava in un sonno profondo. I ricercatori, quindi, si predisposero ad accertare l’intenzionalità di Bernardo nel produrre i fenomeni:

il nocciolo centrale dell’indagine consisteva nell’accertare se Bernardo aveva intenzionalmente montato i fenomeni. Si fece uso dei metodi investigativi e dei metodi psicologici: serrato interrogatorio dei testimoni, tanto che fossero residenti nella casa quanto che fossero osservatori estranei; ricostruzione degli avvenimenti accertati; domande “a trabocchetto; accurato studio del comportamento di tutti i partecipanti durante il colloquio. Al riguardo, un importante servigio ci veniva offerto dall’incorruttibile magnetofono. Devo dichiarare francamente che non trovammo neppure un solo caso sospetto che potesse far pensare ad un trucco, intenzionale od inconscio che fosse.
Questo non vuol dire che noi fossimo in grado di fornire delle prove obiettive, come sarebbe avvenuto se avessimo avuto la possibilità di registrare i fenomeni in questione su una pellicola e con il relativo suono, in condizioni che fossero anche indipendenti dalla reputazione dell’osservatore scientifico.

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poltergeist di Enfield

Tutto ciò non accadde, ma Bender affermò di essere certo, dopo aver valutato i fatti e ascoltato i testimoni, che le manifestazioni fossero genuine. Naturalmente non poté pronunciarsi sull’esistenza di spiriti, consapevole che la psiche gioca un ruolo importante in questi fenomeni. In seguito all’indagine venne poi a sapere che in famiglia c’erano già state esperienze particolari. Il padre del borgomastro una sessantina di anni prima aveva avuto l’apparizione di uno spirito, ma nessuno glielo aveva riferito durante le indagini. Così, a conclusione della sua relazione Bender scrisse

Forse aveva represso, in sé, la memoria di ciò; l’analisi psicologica mostrò che questa reazione era una netta caratteristica nella struttura della sua personalità. La reputazione, la rispettabilità e il prestigio giocano un ruolo dominante in un uomo che è così tenacemente legato alla Chiesa, ma che, ciò nonostante, è tormentato da dubbi su se stesso e da problemi che non può dominare perché non li capisce. Anche in altri casi, nei quali ero convinto che si trattasse di una autentica apparizione di spiriti, ho notato che, in un gruppo di esseri umani "visitati dagli spiriti", dietro una facciata apparentemente del tutto normale, vi è un sobbollimento nel profondo del loro inconscio. Non si può non avere l’impressione che gli spiriti costituiscano uno scatenamento esplosivo di questa dinamite psichica.

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nel poltergeist talvolta gli oggetti, posti in equilibrio instabile, non cadono

Ricerche e ipotesi

Come si può capire, non è semplice studiare il poltergeist, in quanto chi interviene ad indagare spesso è chiamato molto tempo dopo l’inizio dei fatti. Stante queste difficoltà, però, oggi si hanno mezzi più sofisticati per poter ottenere delle prove, utilizzando registratori sonori e video, misuratori di campi elettromagnetici e altre strumentazioni elettroniche. Molti sono coloro che, soprattutto nel caso di presunte infestazioni, si servono di questi strumenti, ma oltre a queste indagini strumentali servirebbero, in particolare nel caso dei poltergeist, competenze in ambito psicologico e antropologico. Il fenomeno è complesso, come del resto altri in ambito paranormale, ma non tutti se ne rendono conto. Basta a volte, che siano registrate anomalie elettromagnetiche, per esempio, per affermare che il poltergeist e le infestazioni siano dovute all’azione di spiriti. Molte sono le ipotesi sul poltergeist che si sono formulate nel tempo: dalla psicocinesi a problemi psico-patologici dei protagonisti all’intervento di spiriti inquieti, fino ad altre più fantasiose e prive di senso; nessuna al momento sembra essere la privilegiata.

Inoltre, pochi sono i ricercatori adatti a studiare questi fenomeni che ancora oggi si ripresentano con le stesse modalità. Il fascino e il mistero che circondano queste manifestazioni attirano la curiosità di tanti e, grazie alle odierne tecnologie alla portata di tutti, molti si ritengono in grado di poter effettuare ricerche in questo settore. Tuttavia non basta un’infarinatura di certe conoscenze per poterle svolgerle (ma questo vale per tutti i settori), pertanto coloro che desiderano dedicarsi ad esse farebbero bene a prendere in considerazione di lavorare in gruppi costituiti da persone competenti in vari campi, non ultimo quello parapsicologico, andando a leggere anche gli studi fatti nel passato.

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Per approfondire

Institut für Grenzgebiete der Psychologie und Psychohygiene (IGPP)

Bender Hans: "Un poltergeist in casa del borgomastro", Luce e Ombra 6/1960, pagg. 407-416

De La Pena J. Luis: Il poltergeist di Rosenheim, traduzione italiana dal libro Poltergeist in Incubi paranormali (blog)

Houran James and Lange Rense (edited by): Hauntings and poltergeists, McFarland 2007

Ortega Xavier: Rosenheim poltergeist: looking back at the most documented haunting, Ghost Theory (blog)

Roll William: Il poltergeist, ed. Armenia, Milano 1978

Rosenheim poltergeist – video originale del telegiornale tedesco (in tedesco)

Spuk in Rosenheim – videoracconto del caso (in tedesco)

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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