Nephes – La preghiera e il pregare



Come dobbiamo intendere la preghiera

Quella che segue è una comunicazione medianica di Nephes, una delle entità che si manifestavano attraverso la medianità di Roberto Setti del Cerchio Firenze 77, nella quale spiega come l’uomo intenda nel modo sbagliato la preghiera e l’atto di pregare. A conclusione del suo dire, poi, chiarisce cosa intende con l’espressione «pregare nella giusta maniera».

Parlando questa sera mi avete fatto ricordare una storiella, una disputa che avvenne fra un sacerdote di una religione occidentale ed un sacerdote di una orientale. La disputa era questa: ciascuno dei due pensava di avere ragione […] E parlavano […] di Dio, della Sua esistenza, di come Egli è.
Fra le altre cose disse il sacerdote della religione orientale: «Dio non ha bisogno di preghiere, Dio sa tutto, Dio è tutto, Dio spontaneamente invia o manda i Suoi soccorsi alle creature che soffrono, o questi soccorsi avvengono naturalmente, senza bisogno che vi sia una richiesta da parte dell’interessato». L’altro, invece, il sacerdote della religione occidentale, sosteneva il contrario e diceva che la preghiera è utile perché Dio è immensamente generoso. Voi vedete che queste due immagini erano egualmente errate, secondo ciò che voi sapete di Dio.

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Ed allora vennero ad un esperimento. «Ebbene», dissero, «prendiamo queste due pianticelle in tutto simili. Io pregherò Iddio», disse il sacerdote occidentale, «affinché questa pianticella cresca bella e rigogliosa, e tu, invece, aspetterai che questo rigoglio giunga da sé per le leggi della natura«. […] Si misero d’accordo e così fecero. Ebbene, il risultato fu che quel sacerdote che aveva pregato Iddio, perché la pianticella crescesse sana e rigogliosa, ebbe un effetto sbalorditivo: la pianticella, in poco tempo, prosperò e diventò rigogliosissima, mentre l’altra pianticella, abbandonata a se stessa, rimase come era e fece il suo naturale corso.

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Che cosa significa questo? Evidentemente, non era che Dio fosse giunto in soccorso di una pianticella perché un sacerdote l’aveva richiesto. Così, la preghiera fatta nel senso di invocare da Dio un aiuto celeste non ha senso; ma pure ha un effetto. Non è quindi un diretto intervento di Dio, perché Dio è sempre indiretto intervento di tutta la natura e di tutto ciò che è manifestato, sempre. Ma pure l’uomo ha a sua disposizione dei mezzi – come chiamarli? – […] trascendentali e non trascendentali per il suo benessere e per il benessere dei suoi simili.

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Quando voi pregate Dio per la salute di un vostro simile, certamente non fate che bene a pregare così, e questo vostro simile sarà beneficato, ma ciò non vuol dire che Dio abbia dato un Suo diretto intervento. Voi potete del resto ottenere lo stesso effetto pensando che questo vostro simile stia bene, guarisca, ed ottenete lo stesso una forma di aiuto, ed avete lo stesso una forma di preghiera. Ma, se per raggiungere la giusta tensione, voi avete bisogno di rivolgervi ad un Ente superiore che aiuti, che abbia la possibilità che voi pensate di non avere di aiutare il vostro simile, ebbene, fatelo subito e fatelo egualmente perché è un modo più efficace di aiutare. […]

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Quindi quanto taluno di voi dice che non ha senso pregare Iddio, ciò è giusto, ma questo taluno di voi non vuol dire con queste parole che non bisogna pregare, che non bisogna aiutare,. Possibilmente bisogna pregare nel giusto modo, ma se questo giusto modo non vi dà la giusta fiducia, la giusta tensione, ebbene, pregate pure nel modo errato.

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A conclusione di questa comunicazione le fu chiesto: «A proposito della preghiera, una volta fummo invitati a pregare per la pace nel Mondo. Siccome vi sono delle parole che hanno una risonanza favorevole, per una preghiera, perché la pace ritorni nel mondo e in tutti gli individui, mi potresti suggerire qualche cosa che sia efficace? Tu hai detto "pregate nella giusta maniera". Che cosa intendi?». E Nephes rispose:

Vi sono dei suoni che hanno certamente un influsso. Ma tutte queste sono, in fondo, questioni marginali. Ciò che conta è la giusta tensione dell’individuo, giusta tensione che si realizza, per taluno, attraverso ad un rivolgersi, in ginocchio, verso un Ente supremo il quale tutto può e quindi può anche portare la pace nel mondo; e per tal’altro, invece, che abbia fiducia nelle immense possibilità che sono a disposizione dell’uomo per fini buoni e non egoistici nella natura, per questi si realizza appunto nella convinzione di questa possibilità e quindi nella forza che trova in queste convinzioni che queste possibilità siano messe in atto, vadano a fin di bene.

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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