La leggenda del Graal dal Medioevo a oggi



Graal: il mito di un oggetto dalle varie forme e custodito in diverse località

Graal: parola che evoca il mistero e le cui radici affondano nel passato. Il suo significato originario sembra essere piatto o meglio vassoio, ma col tempo ha assunto diverse connotazioni. A partire dal Medioevo è legato al mito e alla letteratura, in particolare a quella cavalleresca del ciclo di re Artù. Il suo nome è abbinato a due scrittori vissuti nel XII secolo, Chrétien de Troyes e Robert de Boron che lo hanno messo al centro di due loro opere, assumendo però forme diverse. Per il primo il Graal è un vassoio d’oro tempestato di pietre preziose che sprigiona una luce così forte da oscurare quella delle candele, mentre per il secondo è la coppa che avrebbe contenuto il vino utilizzato da Gesù nell’ultima cena e servito poi a raccogliere il suo sangue.

Graal

Dopo le fortune medievali la leggenda del Graal si è attenuata fino a che nel 1882 Richard Wagner, affascinato da essa e ritenendola opportuna per esprimere il suo pensiero politico, l’ha utilizzata per il Parsifal. Da quel momento è entrata nell’immaginario collettivo, conoscendo in alcuni periodi molta fortuna, non solo in campo letterario ma anche cinematografico.
Nel corso del tempo il Graal è stato attribuito ad oggetti diversi: oltre al vassoio o al calice, c’è chi lo ha identificato con una pietra preziosa o addirittura con la pietra filosofale e perfino con una spada, una lancia o un libro. Oltre alla sua natura, anche la sua localizzazione è posta in luoghi differenti: da Oriente, a Gerusalemme e a Costantinopoli, a Occidente, in alcuni paesi dell’Europa. In alcuni di essi c’è un oggetto ritenuto il Graal, in altri si ritiene sia stato nascosto.

Graal

Dante Gabriel Rossetti – Percival

Il mito del Graal è antecedente le opere dei due scrittori francesi e si fa risalire a Jacopo de Fazio o Jacopo da Varagine, un frate domenicano che in una sua opera affermava che durante la prima Crociata i genovesi avevano trovato il calice utilizzato da Gesù nell’ultima cena. è per questo motivo che si ritiene possa essere identificato con il cosiddetto Sacro Catino conservato nella cattedrale di san Lorenzo a Genova. Si tratta di un catino di pietra verde traslucida recuperato a Cesarea, città sul litorale palestinese conquistata dai marinai genovesi nel maggio 1101, e citato da Guglielmo di Tiro nelle sue cronache sulle Crociate del XII secolo.

Graal

Sacro Catino – Cattedrale di san Lorenzo

Un altro luogo italiano identificato come il custode del Graal sarebbe Castel del Monte, che sarebbe stato costruito per ordine di Federico II con questo scopo. Secondo un’altra leggenda sarebbe nascosto nella Basilica di san Nicola di Bari, dove sarebbe stato portato insieme ad alcune ossa ritrovate a Myra, un’antica città Turca, e ritenute appartenere al corpo di san Nicola.

Graal

Castel del Monte

Glastonbury e Roslin nel Regno Unito sono altre due possibili sedi del Graal.
Glastonbury si trova nel sud-est dell’Inghilterra dove si narra che Giuseppe d’Arimatea avrebbe portato la coppa. è anche sede di un famoso monastero, nel terreno del quale nel XII era stata trovata la presunta tomba di Artù, re di cui nel IX secolo parlava l’Historia Britonum di Nennio. Successivamente sono stati condotti ulteriori scavi archeologici, buona parte dei quali diretti nei primi anni del 1900 da Frederick Bligh Bond, che si avvaleva delle presunte comunicazioni medianiche di alcuni monaci vissuti in quel luogo ricevute da John Alleyne tramite scrittura automatica. In questo modo poté ritrovare l’Edgar Chapel, il North Porch e St. Dunstan’s Chapel.

Graal

Abbazia di Glastonbury

A Roslin, in Scozia, il Graal sarebbe nascosto nella Rosslyn Chapel, al centro anch’essa di molte leggende e misteri, per la sua particolare architettura costituita tra l’altro da molte figure simboliche legate ai Templari, alla Bibbia, ai massoni e ad altro ancora.

Graal

Rosslyn Chapel

In Francia, invece, si troverebbe nei sotterranei del Castello di Gisors, portato dai Templari, o in quelli del Castello di Montsegur, dove sarebbe stato portato dai Catari.

Altre località si contendono il merito della sua conservazione, ma quelle menzionate già danno un’idea della fortuna di questa leggenda.

Graal

Castello di Gisors

Certo, quello del Graal è un mito affascinante, che nasce in un periodo, il Medioevo, che solo di recente è divenuto oggetto di molti studi approfonditi e reinterpretazioni, così come di fortunate serie televisive e cinematografiche.
Questo mito ha radici in leggende preesistenti, alcune delle quali, forse basate su fatti reali non ancora noti, ma arricchitisi in seguito di particolari fantastici o probabilmente fraintesi. A quanti non piace immaginare storie ricche di mistero, che collegano leggende ad altre leggende? Basti pensare che i racconti della Tavola Rotonda sono legati ad altri miti: la spada nella roccia ne è un esempio, tanto per citarne uno.

La letteratura sul Graal è vasta e comprende testi di una certa levatura, alcuni forse eccessivamente eruditi in cui si cerca di far capire la sua origine "romanzesca" e testi in cui il fantastico – spacciato per reale – è inverosimile, anche se propone ipotesi molto suggestive. Come per altri argomenti legati al mistero, all’esoterismo, c’è chi approfitta di questo filone per ammannire al pubblico storie assurde e costruire una fortuna per sé. Purtroppo c’è anche chi aprioristicamente afferma che la scienza, la ricerca accademica ufficiale non voglia dire la verità su certe realtà, per non rinnegare ipotesi accreditate da tempo.

Graal

A me piacciono le leggende, però di quelle su cui si fantastica troppo diffido. C’è sempre chi dice di aver trovato la verità, ma bisogna stare attenti che a manipolare i fatti e le certezze storiche non siano proprio coloro che affermano questo. Per questo motivo io parto sempre da ciò che gli storiografi veri – e non quelli improvvisati – hanno accertato, anche se ritengo – e molti studiosi sono dello stesso parere – che molte leggende abbiano un fondo di verità. Verità difficile da accertare, ma non impossibile. Non è detto che in futuro alcune leggende non possano essere spiegate completamente con fatti storici reali grazie al ritrovamento di nuovi documenti. E mi auguro che quella del Graal sia una di queste. Non tanto per l’oggetto, che ritengo improbabile e arduo da accertare vista la quantità di reliquie giunte in Europa nel periodo contemporaneo e successivo alle Crociate, ma per i personaggi che lo circondano, cioè la corte arturiana e il regno di Avalon. Forse sono esistiti, ma con una realtà molto diversa da quella che si trova nei romanzi a partire da quello di Chrétien de Troyes.

Graal

La leggenda del Graal comporta, come altri miti, non solo un’interpretazione storica di fatti, ma anche simbolica, perché è indubbio che chi ne ha parlato dopo Chrétien de Troyes, l’ha trasformato da vassoio ad altro oggetto, per il suo significato simbolico variamente interpretato soprattutto negli ultimi decenni. Molto si potrebbe dire del Graal, così come della sua influenza in vari settori a partire dal 1800, ma io non farei che ripetere il pensiero di altri. Voglio, però, aggiungere una riflessione di Franco Cardini – storico del Medioevo – sulla "fortuna" di questa leggenda: «Non c’è dubbio che senza Tennyson [autore del poema The Holy Grail, n.d.r.], Scott [autore del romanzo di ambientazione medievale Ivanohe, n.d.r.], i preraffaelliti e soprattutto Wagner [in particolare con il suo Parsifal, n.d.r.], i romanzi del Graal sarebbero rimasti una curiosità per eruditi e il faticoso balocco di pochi specialisti. Anzi, quegli stessi specialisti sono stati indotti ad avvicinare e a studiare il Graal proprio dal successo che esso ha conosciuto in ambienti diversi dai loro».

A questo punto non mi resta che invitare a completare la lettura di questo mio piccolo contributo con l’ascolto di una conferenza tenuta nell’aprile del 2017 da Beatrice Borghi – docente di storia medievale all’università di Bologna – sul mito del Graal , delle sue origini e delle sue fortune. (Mi scuso fin da ora per la qualità non perfetta dell’audio, dovuta a problemi di acustica della sala)





Per approfondire

Conferenza di Beatrice Borghi

Franco Cardini parla del Graal in una trasmissione di Rai Storia

Franco Cardini: Il Santo Graal, Giunti Editore 1997

Robert de Boron: Il Libro del Graal, ed. Adelphi

Chrétien de Troyes: Perceval, ed. Guanda

Chrétien de Troyes e il Santo Graal

Abbazia di Glastonbury

Basilica di san Nicola di Bari

Castel del Monte

Castello di Gisors

Castello di Montsegur

Cattedrale di san Lorenzo di Genova

Rosslyn Chapel

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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