Alphonse Mucha e la bellezza femminile
Alphonse Mucha (nome francesizzato di Alfons Maria Mucha, 1860-1939) è un esponente della cosiddetta Art Nouveau, un movimento artistico noto anche come stile Liberty, che in molte sue opere ha rappresentato la bellezza femminile. Nato in Cecoslovacchia e formatosi in Austria, in Germania e a Parigi, ha creato uno stile particolare a partire da un cartellone teatrale realizzato per Sarah Bernhardt. La donna era un’attrice già nota ma lo è divenuta ancora di più grazie ai cartelloni di Alphonse Mucha. Con lui, infatti, ha stipulato un contratto per sei anni perché li realizzasse. Il sodalizio tra i due è diventato poi amicizia che è durata tutta la vita.Alphonse Mucha, però, non è noto solo per questo, ma anche per etichette di prodotti vari, poster e altre produzioni. Fin da giovane ha manifestato qualità artistiche ma non è stato ammesso all’Accademia di Belle Arti di Praga. Si è quindi recato a Vienna dove è riuscito a trovare lavoro come pittore di scenografie teatrali. A causa di un violento incendio divampato nel teatro dove la compagnia teatrale che lo aveva assunto si esibiva, ha perso il lavoro e si è diretto verso una cittadina dell’attuale repubblica Ceca. Qui è stato notato da un nobile, il conte Eduard Khuen-Belasi che lo ha ingaggiato per decorare i suoi castelli.
Il conte in breve tempo è diventato il suo mecenate e lo ha aiutato ad entrare all’Accademia di Belle Arti di Monaco. Grazie al nobile, Alphonse Mucha è riuscito a farsi una cultura artistica e, potendo contare sul suo sostegno economico, è andato a Parigi per completarla. Dopo qualche tempo questo aiuto è terminato, ma Alphonse Mucha, impegnandosi e dedicandosi anche all’illustrazione di diverse riviste, è riuscito a raggiungere una certa stabilità economica, oltre che una certa fama. In questo periodo ha scoperto la fotografia e ha conosciuto i fratelli Lumiére.Nel 1895 l’incontro con Sarah Bernhardt ha accresciuto la sua fama, tanto che, quando agli inizi del 1900 è andato negli Stati Uniti, è stato accolto come una celebrità mondiale. Durante il soggiorno americano ha esercitato il suo lavoro di ritrattista e ha insegnato in alcune città. I guadagni gli hanno permesso di iniziare un’opera a cui pensava da tempo: l’Epopea Slava, un ciclo di dipinti patriottici. Per realizzarla si è documentato leggendo varie opere sulla storia slava e ha prodotto diverse tele di grandi dimensioni. Nel 1928, in occasione del decimo anniversario dell’indipendenza della repubblica cecoslovacca, ha donato a Praga la sua opera. I critici d’arte non l’hanno apprezzata, accusandolo di un nazionalismo che non aveva ragione di essere.
In quegli anni, il suo patriottismo è aumentato ed è stato la causa dell’interessamento da parte della Gestapo. Nel frattempo, infatti, la Cecoslovacchia era stata invasa dai Nazisti. Alphonse Mucha non è stato imprigionato, ma la sua salute sia fisica che psichica ne ha risentito, tanto che dopo qualche mese, nel luglio del 1939, è morto a causa di un’infezione polmonare.
Poco si conosce dei motivi che hanno portato Alphonse Mucha a utilizzare quello che sarà il suo stile distintivo. Si sa, invece, che nei poster prediligeva utilizzare colori che risaltassero e che contrastassero il grigiore di certe zone cittadine dove sarebbero stati affissi, così come amava arricchire il disegno con elementi naturali, usati fin dalla giovinezza. Si sa anche che la sua adesione alla massoneria e al suo aspetto spirituale ha influito sulla sua arte. Tale influsso è stato così importante tanto da essere evidente in Pater, un volume da lui illustrato relativo al Padre nostro.
Tutta l’opera di Alphonse Mucha oggi è conservata dalla Mucha Foundation, creata dopo la morte del figlio Jiri, dalla nuora Geraldine e dal nipote John. Tale fondazione, poi, promuove il lavoro dell’artista grazie anche al Mucha Museum a Praga. Inoltre organizza mostre in tutto il mondo. Proprio in questo periodo due sono le mostre che ha curato: una a Parigi al Musée du Luxembourg (12 settembre 2018 – 27 gennaio 2019) e l’altra a Bologna a Palazzo Pallavicini (29 settembre 2018 – 20 gennaio 2018)
A Bologna sono esposte un’ottantina di opere. Sono dedicate per lo più alla bellezza femminile, accompagnata spesso da fiori. Tra loro figurano il primo cartellone teatrale realizzato per Sarah Bernhardt, insieme ad altri, il ciclo delle stagioni e quello delle arti, alcuni disegni (in preparazione per alcune produzioni), elementi decorativi, varie pubblicazioni la cui copertina è stata realizzata da Mucha, etichette pubblicitarie e alcuni poster. Tra tutte queste opere da cui traspare serenità, l’unica che si distacca è quella intitolata Russia Restituenda in cui è raffigurata una donna col volto triste che ha in braccio un bambino. L’opera è del 1922 ed in quel periodo in Russia, in seguito alle vicende politiche, la popolazione era alla fame e la donna rappresenta, appunto la Madre Russia. Alphonse Mucha ha così inteso lanciare un messaggio al mondo per aiutare il popolo russo, prendendo a modello l’iconografia cristiana della Madonna con il Bambino.
Come al solito durante la mia visita ho scattato alcune fotografie con le quali ho realizzato un video. Purtroppo l’illuminazione e i riflessi del vetro che proteggeva le opere hanno alterato una parte delle immagini. Tuttavia ho ritenuto opportuno inserire alcune di loro, per la bellezza delle opere. Come sempre consiglio di visitare questa mostra che dà l’occasione di conoscere Palazzo Pallavicini e i suoi soffitti affrescati.
La mostra
Dove: Alphonse Mucha – Palazzo Pallavicini – Via san Felice, 24, Bologna
Quando: 29 settembre 2018 – 20 gennaio 2019
Orari di apertura: da giovedì a domenica 11.00-20.00
Il Luogo
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