Entità A – Ancora sull’uomo e la crisi del terzo millennio



Analisi di ciò che ha portato alla situazione attuale

crisi del terzo millennioL’entità A, conosciuta anche con il nome di Andrea, si è manifestata attraverso la medianità di Corrado Piancastelli trattando tematiche che riguardano lo spirito sia nella vita ultraterrena che in quella materiale. E in alcune comunicazioni medianiche ha parlato della situazione della Terra in vista dell’arrivo del terzo millennio. Una di queste l’ho pubblicata qualche tempo fa, Oggi ne presento una seconda in cui Andrea ha considerato la questione da un altro punto di vista. Il brano è stato pubblicato nel 1987 nel periodico Comunicazioni dalla Dimensione X, che ha divulgato i messaggi di A per alcuni decenni. In realtà la seduta è di almeno una decina di anni più vecchia, da quello che si può arguire dalla domanda e dalla nota esplicativa che l’accompagnano (quest’ultima inserita tra parentesi quadrate all’interno del testo).

crisi del terzo millennioAndrea parla di problemi, come quello ecologico, che non avevano certamente l’eco e la portata che hanno ai nostri giorni e che riprenderà in altre occasioni. Inoltre, Andrea sottolinea che «[la strada] per arrivare alla civiltà del terzo millennio, … è disseminata di crisi, perché saranno proprio le crisi a mettere l’uomo di fronte a se stesso. Lo porteranno a riflettere, a meditare sui danni che ha apportato alla natura, allo sviluppo umano, ai rapporti sociali, danni provocati da una eccessiva tensione per il dato tecnologico, verso una scienza "salva tutto", per così dire, che in ultima analisi non è il toccasana che si credeva, perché l’uomo di fronte ai problemi e alle crisi continua a essere inerme, [… e] per giungere a quella civiltà bisognerà passare attraverso una serie di crisi che saranno inevitabili». Per di più, «[essendo] tutta la Terra squilibrata […] tutti [dovrete prendere] coscienza di una civiltà da ricostruire sull’uomo e non sulla tecnica. Perché, ch’io sappia, in nessun punto dell’universo si è mai edificato qualcosa prescindendo dallo spirito». Ed il discorso che Andrea fa è proprio centrato, come sempre, sulla visione della realtà da parte dello spirito.

La crisi attuale e la giustizia sociale

crisi del terzo millennioD. – L’ultima guerra mondiale sorse indubbiamente per fatti economici e un po’ tutti hanno perduto la guerra, con una soluzione probabilmente non prevista e certamente non voluta dai due gruppi in lotta; cioè, i paesi africani e del medio oriente, ecc., si sono ritrovati liberi o, perlomeno, si sono tolti da un certo tipo di schiavitù.
Oggi c’è un altro tipo di guerra, da cui è derivato il blocco del petrolio per quasi tutti i paesi occidentali, il Giappone e la stessa America, da parte degli arabi.
Ora la domanda è: questa crisi, se dovesse continuare, a cosa porterebbe, in vista di quella famosa civiltà del terzo millennio di cui tanto si è parlato? Cioè, gli eventi potrebbero superare gli stessi uomini che li hanno provocati, portando ancora più avanti, verso una nuova mentalità…
[Questa seduta è datata, come si vede, per quanto riguarda la domanda; ma è soprattutto la risposta che qui interessa, con i suoi riferimenti al Terzo Millennio. Già oggi constatiamo che, ad esempio, l’accenno alla coscienza del danno ecologico è confermato, n.d.r.]

crisi del terzo millennioA. – Gli avvenimenti non superano mai gli uomini, questo è un luogo comune, essi non superano mai la volontà degli uomini. è sempre l’uomo che, per crearsi un alibi, se ne trae fuori assegnando le responsabilità al fato o al destino, alla ineluttabilità degli eventi. Noi sappiamo (noi e voi) che gli uomini talvolta sono manovrati dall’esterno per fatti evolutivi personali, per l’evoluzione in un determinato momento della civiltà, e via di seguito.
Certo, le responsabilità si attenuano, quando si intravede questa interpretazione. Comunque la tua domanda è stata precisa e ti ringrazio, anzi, per la messa a fuoco attualizzata della situazione.
Vedi, quando parliamo di civiltà del terzo millennio, intendiamo parlare soprattutto di una civiltà nella quale l’uomo riconoscerà il proprio limite e metterà in atto il proprio impegno mentale e spirituale in maniera più sociale, riconoscerà l’importanza di riavvicinarsi a Dio, metterà in moto una serie di attività, anche culturali, che riporteranno Dio a una credibilità umana. Si attuerà una migliore giustizia e un miglior senso di fraternità. Questa sarà la civiltà del terzo millennio. Ma, è chiaro che non si arriverà a questo tipo di civiltà continuando sulla strada che state percorrendo.

crisi del terzo millennioCioè, la strada che state percorrendo è quella giusta, intendiamoci, per arrivare alla civiltà del terzo millennio, ma è disseminata di crisi, perché saranno proprio le crisi a mettere l’uomo di fronte a se stesso. Lo porteranno a riflettere, a meditare sui danni che ha apportato alla natura, allo sviluppo umano, ai rapporti sociali, danni provocati da una eccessiva tensione per il dato tecnologico, verso una scienza "salva tutto", per così dire, che in ultima analisi non è il toccasana che si credeva, perché l’uomo di fronte ai problemi e alle crisi continua a essere inerme, soprattutto davanti a quel grandioso fenomeno che è la morte individuale.
Ora, dunque, è chiaro che per giungere a quella civiltà bisognerà passare attraverso una serie di crisi che saranno inevitabili; ma esse sono definibili come tali da voi, per noi esse sono niente altro che materia di studio. Infatti, lo vedete: ogni volta che in Terra accade qualche cosa di terribile, di paralizzante, voi rimeditate sul problema.

crisi del terzo millennioAllora gli uomini si sentono sconfitti, si sentono preda dell’impotenza, si accorgono della loro piccolezza; è soltanto nei momenti di dolore, di crisi, a qualunque livello, sociale, individuale, economico, che l’uomo ritorna un’altra volta bambino, con le sue paure, le sue angosce, le sue perplessità, e si pone il problema della sua presenza in Terra, il problema del destino dell’umanità. Invece, quando tutto va bene e si annega nell’opulenza, al futuro non ci pensa nessuno, al futuro dell’umanità, alle probabili crisi che verranno, perché tutto sembra andare tranquillamente. Si annega nel dato sicuro, nella ricchezza, nella scienza protettiva, nella politica ordinata; cioè c’è tolleranza, anche se contemporaneamente alla pseudo felicità dei pochi, c’è la sofferenza dei molti. Perché il mondo è purtroppo ancora diviso fra gente che soffre (la maggioranza) e gente che sta bene (la minoranza). Vedete, allora, che il soffrire offre poliedrici aspetti interpretativi.

crisi del terzo millennioLa sofferenza non è soltanto di colui che ha un dolore fisico o che perde una persona cara; il dolore è dato da tante cose: dall’impossibilità di lavorare, dall’impossibilità di inserirsi secondo meriti e intelligenza nel processo produttivo della società. Il dolore nasce dall’impossibilità di gestire la propria persona secondo un ordine sociale; e di questa gente nel mondo ce n’è la maggioranza. Ora, di fronte alle crisi soffrono sempre di più le persone che già soffrivano; è sempre avvenuto così e sempre avverrà. Perché l’umanità è diretta da pochi, cioè da certe classi, e agli altri tocca soccombere. Ora, quello che voi dite, dei problemi tra Palestina e Israele, sono problemi vecchi quanto l’umanità: si tratta di razze antiche [qui il senso di "razza" non è certamente inteso dal punto di vista antropologico, n.d.r.], che non trovano mai pace, neppure nei secoli passati. Indubbiamente, oggi vi trovate a pagare, come dire, per un’eccessiva fiducia nei vostri mezzi. Ora io dico che il collasso vi dovrà pur essere, perché c’è un problema di crescita e uno di arresto che è inevitabile. Vedete, nessuna civiltà mai apparsa nel mondo è cresciuta tanto in fretta quanto la vostra!

crisi del terzo millennioIo vorrei però tornare su di una definizione, perché erroneamente (proprio linguisticamente) questi cicli si chiamano civiltà. Ma sono veramente civiltà? Voi definite civiltà un apporto consistente, un contributo che migliora un popolo, le città; che, interferendo sulla storia, la solleva, l’innalza, la sospinge più in là, ma questo si è verificato da voi solo sul piano puramente tecnico, mentre l’uomo, che è la parte viva, cioè voi stessi, non ha beneficiato di nulla, anzi, ne ha avuto dei danni.
Siete diventati degli esseri apatici, senza forza fisica e con scarsa forza mentale; siete degli esseri che si ammalano sempre più di frequente; siete soggetti al deterioramento biologico, e questa è la conseguenza di una civiltà tecnologica non retta dai valori spirituali, ma dalla legge economica. è chiaro che l’uomo non è nato per questo destino. L’uomo poteva e doveva arrivare a questo limite, ma attraverso crisi che avrebbero dovuto precedere il processo tecnologico e risolversi positivamente!

crisi del terzo millennioCiò non è avvenuto, perché voi eravate in crisi spirituale fino a due secoli fa e siete rimasti in crisi, ed essa si è accentuata perché, nel momento in cui l’umanità, attraverso le sue filosofie, i suoi dettati letterari, poetici, artistici, politici anche, sociologici, cercava di crearsi una nuova frontiera culturale, in quel preciso momento è scesa come una mannaia la civiltà tecnologica che non ha offerto alternativa. Tanto è vero che siete in crisi peggio di prima. Prima eravate in crisi con una speranza, adesso siete in crisi senza speranza; almeno dal vostro punto di vista, si capisce. Ed è chiaro che di questa situazione non può essere data la colpa a nessuno, diciamo così, perché gli uomini non sono abbastanza lungimiranti.
Certo, io capisco che cento, centocinquant’anni fa, nessuno poteva prevedere cose del genere. Ma nonostante questo (e il mio è un discorso dal vostro punto di vista) io insisto (questa volta, dal mio punto di vista) che, pur essendosi verificato un capovolgimento quasi metodologico, è sempre possibile recuperarsi.

crisi del terzo millennioD’altra parte, quando noi poniamo un certo limite (la civiltà del terzo millennio), intendiamo un limite al quale l’umanità giungerà. Naturalmente, bisogna tornare indietro, e io credo che tante più crisi avrete, tanto più accelererete questo processo di rinnovamento.
Intanto, vedete, tutta l’umanità, la Terra, in particolare la vecchia Europa che ha avuto i suoi momenti di gloria, è sempre stata molto fragile, molto esposta. Io ricordo che anche ai tempi in cui ero in Terra e riflettevo su questa Europa, vedevo che in sostanza essa aveva ereditato niente altro che un messaggio, ma che non aveva mai saputo trovare una propria capacità, una propria forza, una propria autonomia, e che, per poter poterla trovare, aveva creduto di dover invadere altri paesi. Da ciò il colonialismo di cui diceva A. [è il nome di chi ha fatto la domanda, n.d.r.], per affermare una supremazia che, a mio avviso, era basata più sulla teoria che su di una reale forza. Ora, dunque, avete eretto i vostri castelli di carta, poi, a un certo punto, i castelli volano via.

crisi del terzo millennioNaturalmente la Terra continua a offrire validissime alternative di vita. Dicevo, appunto, in una seduta passata, che esiste ancora spazio per tutti, ma esiste purtroppo un sistema squilibrato; tutta la Terra è squilibrata. Potreste vivere in pace tutti, ma non ci riuscite perché siete mal distribuiti e sono mal distribuite le economie. Eppure sarebbe così semplice l’unificazione di tutti; ma questa è un’utopia ed è inutile parlarne. Diciamo piuttosto che il problema sollevato da A. [è il nome di chi ha fatto la domanda, n.d.r.] pone tutti di fronte alla coscienza di una civiltà da ricostruire sull’uomo e non sulla tecnica. Perché, ch’io sappia, in nessun punto dell’universo si è mai edificato qualcosa prescindendo dallo spirito. Questa, che è una regola generale, non può essere negata neppure su di un microcosmo quale è la Terra.

crisi del terzo millennioÈ una legge generale: dovunque c’è lo spirito non si passa se non attraverso lo spirito. Può avvenire il filtraggio umano, ma l’uomo è solo il rappresentante terreno di questo spirito; se esso è costruito male, per colpa dell’uomo stesso (e mai dello spirito) bisogna che si risani. Non c’è niente da fare, di fronte a questo principio non ci sono eccezioni che tengano, resta il principio universale. Averlo disatteso significa aver disatteso proprio la materia stessa che crea la civiltà, cioè sempre l’uomo, in definitiva.

da Comunicazioni dalla dimensione X, n. 5 1987, pagg. 200-204

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About The Author

Magicamente Colibrì

Ho fatto studi classici al liceo e scientifici all’università, perché amo entrambi i mondi. Questa mia formazione è dovuta al fatto che in me convivono bene gli aspetti che caratterizzano l’essere umano, cioè quelli legati al pensiero razionale e a quello non razionale, e che sottintendono, rispettivamente, alla scienza e alla spiritualità. Molti sono i miei interessi e i post del blog lo dimostrano.

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